STEFANO CARLINO     L'INUMANESIMO   La pittura è un'arma… del pensiero… del cuore… del Vangelo.

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Capitolo 12

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Le forme dell'anticristo.

Dalla genesi delle forme dell’anticristo al piano dell’Inumanesimo.

La questione artistica.

 

L’idolatria

promossa dall’antropologia,

dall’alchimia e dalla psicologia.

 

Premessa della questione scientifica:

il mistero degli u.f.o.  

perché non sono entità positive.

 

I marchi alchemici- artistici

nel mistero dei cerchi nel grano.

 

E’ nato prima l’uovo o è nata prima la gallina? A questa domanda si può rispondere senza esitare: è nato prima l’antropologo.

 

L’antropologia è una di quelle scienze moderne del giudizio (Quale giudizio? Il senso comune? Il senso comune arcaico privo di Verità di Dio alla Oliver Clement?) che sta facendo i propri comodi in un grandioso minestrone che sostiene e promuove le forme dell’anticristo additandole a nuove bellezze, a nuovi  valori. 

Idoli e arcani ritrovati, mai dimenticati.

 

Si scrive in bella forma… si ricevono consensi a questa nuova forma… tutto ciò che è nuovo attrae nella logica dell’usa e getta del pensiero contemporaneo. Dappertutto leggiamo della bellezza e della solarità di civiltà remote, per nulla belle e per nulla solari… a furia di parlare di progresso siete ritornati indietro… questo capitolo è risultato tanto remoto e tanto attuale da sconcertarmi.

 

Ancor più pericoloso dell’innesto diabolico commesso dal pensiero filosofico lo è ora l’arte contemporanea, che fa rivivere i demoni mentali che essa ha chiamato esortando gli uomini a venerarli!

Non e’ più Dio per questi signori il primo riferente, ma la sola natura e la sola natura contorta dei loro scarabocchi e dei loro idoli remoti.

 

L’ultimo paladino del Signore, l’Arte, ha resistito fino alla fine dell’800, poi anch’essa si e’ rivoltata contro Dio… asservendo la bestia… negando la propria forza al mondo: l’arte contemporanea non e’ meno colpevole degli altri istituti umani dell’attuale degrado.  Anzi è proprio lei… l’arte… a governare lo scettro del marchio della bestia.

 

Il famoso culto del “Vitello d’oro”

dei tempi di Mosè

ci conferma la costante tendenza degli esseri umani

a scivolare nell’idolatria pagana ed oltre.

 

C’è un oltre,

questo è il problema dell’idolatria

che vi mostrerò ampliando la visione in ogni tempo e in ogni luogo.

 

Quando gli esseri umani sostituiscono Dio con gli idoli nell’idolatria, lo fanno quasi sempre inconsapevolmente essendo sempre schiavi di questi ultimi, il satanista e l’iniziato alchimista sono invece ben consapevoli (consapevole per modo di dire) che dietro gli idoli vi è Satana. Nessuno desidera andare all’inferno, nemmeno i dementi che evocano il demonio: attenti dunque all’idolatria perché  l'inganno si sposta dagli idoli a Satana stesso.

Attenti alla vostra consapevolezza culturale perché chiama il demonio… e questo cornuto… non ha pietà di nessuno, arriva in milioni di forme diverse pur di accattivare e convincere.

  

Apocalisse 13: 15  “Il falso profeta farà erigere la statua dell’anticristo e avrà il potere di mettere a morte tutti quelli che non l’adorano.” 

                             

 

Ed ecco le magnificenze idolatre che insegna

uno dei massimi esponenti mondiali

dell’antropologia:

 

 

 

 

"L'unico vero compito, oggi, del vero artista,

sarà di porsi al servizio dell'individuo,

risintonizzandolo sugli archetipi dimenticati." . .

Joseph Campbell

 

Joseph Campbell  1904-1987 è stato, così dicono, uno dei più illustri studiosi di mitologia comparata e di religioni di tutto il mondo.  La sfida quotidiana del vivere, il processo e lo sforzo per raggiungere la consapevolezza del divino, l'arte di accostarsi al sacro…. ma… quale “sacro” intendeva Campbell?

 

In questi suoi studi sull'archetipo del Mito dell'Eroe Campbell mette in evidenza tutti gli elementi che compongono il viaggio avventuroso che si identifica con i Riti di Passaggio… cioè… detto in maniera chiara e cristiana… sono riti assai pericolosi quelli che Campbell ci vuol fare riabbracciare! 

 

Campbell esorta gli artisti di creare per il gran cornuto: archetipi dimenticati, cioè culto esoterico, l’occulto delle forme dell’anticristo che ora esamineremo a fondo.

 

Quante ossa e quanti micro ciP!!!

 

 

Il potere reale dell’Arte lo si comprende ancora poco.

Nessuno più di un’artista

può fare incarnare nella materia che sublima ad opera d’arte o a scarabocchio,

Dio o satana.

 

Tutto dipende da chi dei due

ha amato l’artista,

fino a renderlo presente tra noi.

 

Certe immagini piangono lacrime, olio e sangue intercedendo ai miracoli,

altre immagini invece chiamano i demoni con la medesima potenza!

 

Non siete ancora convinti che Picasso sia stato un genio delle forme dell’anticristo?

 

Quali eccezionali frutti artistici hanno prodotto tutte le religioni, pratiche occulte annesse, a parte quella Cristiana?

Dalla questione religiosa dovrebbe essere emerso anche questo aspetto, non vi pare?

 

Il perché di questa domanda è già nella risposta: l’arte, quando è Arte, è davvero la massima espressione di Dio assieme alla preghiera, all’umiltà, alla carità, al perdono! Dubito che gli Aztechi ed ogni altra civiltà arcaica esclusa quella greca, sia riuscita a sublimarsi con l’arte: perdonate la mia invadenza nelle vostre radici, le vostre culture restano molto interessanti, ma l’Arte Cristiana e l’Arte Greca restano Arte Vera!

 

L’Arte Greca è l’eccezione alla regola: in ogni campo i greci hanno compiuto un’enorme salto di qualità, ma soprattutto nell’Arte… nella filosofia invece ci ha pensato San Paolo ad ammonirli! Ogni artista cristiano ne ha sempre preso atto del genio artistico greco, nostalgico di Dio fino all’inverosimile… cosa ci ha uniti dunque è stato il presupposto greco e la verità cristiana del…

“Dio ci Ha Creati a Sua Immagine e Somiglianza.”

 

Similmente a San Giovanni, Esiodo descrive la sua apocalisse mitologica nella curiosità di Pandora di vedere cosa c’era nel suo vaso che gli aveva donato Zeus per punire gli uomini che avevano ricevuto da Prometeo il fuoco sacro, e che fu la causa di tutti i loro mali: soltanto “Elpis” la speranza, rimase dentro al vaso. Così Zeus si vendicò creando la prima donna “Pandora” che sarà venerata dagli uomini che adoreranno il loro stesso male.

In senso figurato Pandora è come Babilonia, la generosa e affascinante dispensatrice di tutti i mali. Ma gli dei greci erravano nella mitologia vagabondando qui e lì, innamorandosi anche dei mortali, mentre la Verità Cristiana affrontava il mondo curandolo, scuotendolo ove necessario, pacificandolo e subendone offese e martiri, e qualche volta sbagliando perché siamo solo uomini imperfetti… che devono raggiungere Dio… in questa vita.

 

Ognuno di noi deve fare il proprio lavoro… fino in fondo!

Non mi occupo dell’innesto possibile tra la “Rosa” ed il crisantemo ed il caprone infernale, queste mie conclusioni sono più che reali e sconcertanti… meriteranno di essere affrontate a largo raggio… lo farò nel contesto di ogni capitolo... coinvolgendo ogni cosa... perché tutto è coinvolto nell’opera demolitrice dell’anticristo… anche e soprattutto l’Arte… da sempre Parola incarnata della potenza e della grazia del Signore… e da sempre parola altrettanto incarnata dello sconvolgimento mirato della potenza del male.

L’Arte è stata la disciplina più potente o più servile… essa quando non esalta Dio… esalta sempre lui… la bestia!

 

Se desideriamo comprendere l’arte contemporanea…

…allora dobbiamo andare lontano… seguendo i suoi medesimi percorsi…

…lì dove l’arte contemporanea ha voluto riportarci…

…nelle antiche civiltà senza Cristo…

…proprio come la nostra civiltà dei consumi!

 

 

Queste antiche civiltà sono ancora “perdonabili”

ma noi che abbiamo avuto la Luce del Vangelo non abbiamo più scusanti.

 

 

Le culture dei popoli antichi, popoli lontanissimi tra loro nello spazio e nel tempo, sono legate   dalla propensione ai culti esoterici. Ciò non deve farci disprezzare alcuna civiltà estranea alla nostra, ma deve indurci a comprenderle meglio sia la loro civiltà e soprattutto la nostra: la memoria e l’identità hanno radici profonde.

 

1)La propensione ai culti esoterici è confermata dalle costruzioni di templi molto simili tra loro per la forma piramidale e per l’uso assegnatogli: non soltanto tombe per i regnanti, ma anche alture ove compiere sacrifici umani, come quelle dei Maya e degli Atzechi e degli Incas e di tutte le altre antiche civiltà. Medesimi “templi piramidali” li ritroviamo nelle primissime civiltà della storia, tra gli Assiro-Babilonesi e  soprattutto tra gli Egizi nelle loro costruzioni che per antonomasia sono le “piramidi”.

 

2)La propensione ai culti esoterici è confermata dalla ricerca astronomica, propria di tutte le civiltà, e nella realizzazione dei cosiddetti “dischi solari” diversi tra loro a seconda delle simbologie e degli alfabeti pittografici caratteristici di ogni singolo popolo.

I dischi solari ampliano il discorso dal macrocosmo  al microcosmo: punto fondamentale di ogni dottrina occulta che abbiamo esaminato nella prima questione religiosa, nell’Induismo, che lega un patto con le forze del male che da sempre concedono verità e veggenze diaboliche, che si sono ritorte ad “Ira di Dio” sullo stesso popolo che le aveva adoperate provocandone l’estinzione o un grado di miseria indicibile.    

                              

Il macrocosmo astrologico va inteso oltre gli antichi calendari che sono autentiche mappe per comprendere il tempo e le costellazioni aventi cognizioni troppo precise per quelle epoche antiche come ad esempio le cognizioni astronomiche dei Maya che tutt’ora non osa contestarle nemmeno la scienza. Voi invece, figli di Dio, contestatele duramente per non subirle ulteriormente!!!

 

Forme analoghe a quelle dei dischi solari si sono fuse con i mandala orientali e le scienze occulte occidentali, ampliando il discorso al microcosmo umano “medico – parapsicologico”; sono mappe di forze energetiche interiori che rimandano a due comuni denominatori di tutte le antiche civiltà:

A)  le  conoscenze mediche iridologiche,

B)  e i labirinti, forme occulte da mettere seriamente in discussione.

 

A)Ricordiamo che l’iridologia è un metodo diagnostico fondato sull’ipotesi che ogni situazione patologica dell’organismo sia visibile nell’iride dei due occhi. La sua storia è antica quanto la storia della medicina e non è affatto casuale che il greco Ippocrate, agli albori della scienza medica, affermasse “Tali sono gli occhi, tale è il corpo.”

Grande attenzione all’occhio, nei suoi complessi legami con il corpo umano, fu prestata nell’età moderna da Paracelso nel XVI secolo.  Le tracce delle malattie consistono in macchioline di colore bianco, grigio, marrone o nero, che si formano in uno dei dodici quadranti che corrispondono alle varie parti od ai vari organi del corpo. La spiegazione del modo in cui una malattia di un organo induce il prodursi di un segno nell’iride, implica l’accettazione dei concetti della fisiologia cinese, secondo cui il corpo umano è interamente percorso da canali energetici. I terminali di tali canali a livello dei bulbi oculari risentirebbero di un’alterazione della circolazione energetica sviluppata lungo il percorso. La lettura dei dati da parte dell’iridologo avviene per visione diretta, con l’ausilio di una fonte d’illuminazione e di un cannocchiale, il tutto fissato ad un supporto apposito.

 

Chi conosce il Vangelo sa cosa Vuol Dire Cristo “della scienza dell’occhio.”

 

B) Le prime rappresentazioni di schemi labirintici risalgono alla preistoria. Spesso ci si rivolge mnemonicamente al mitico labirinto di Cnosso, in cui il re Minosse fece rinchiudere il proprio figliastro Minotauro, e dell'eroe Teseo e di Arianna che con il colpo di genio del filo, riporta indietro sano e salvo il suo uomo, e di Dedalo il costruttore del labirinto. Quello di Crosso in realtà, non è propriamente quello che oggi viene inteso come labirinto, perché esso è in effetti solo un lungo corridoio, la pianta stessa dell’antico Palazzo di Cnosso.

 

Il significato del labirinto non è il ritrovamento di se stessi, ma l’esatto opposto: la propria perdita.   Nel percorso iniziatico del labirinto si compie  un tragitto evolutivo a ritroso, involuzione, esso è a tutti gli effetti il principio del luogo di smarrimento.

 

 

                   

                   Iscrizioni rupestri                    Un labirinto disegnato su un vaso etrusco

           della Val Canonica 1500 a.C.         

 

 

 

                         

                           Un labirinto egizio                          Un labirinto graffito su un pilastro

                     con l'immagine del faraone                   della Casa di Lucrezio a Pompei          

                                                                                 

 

Mosaico del Labirinto della Basilica di El Asnam III Sec. d. C.

 

Nella Basilica di Reparato a Orleansville (El Asnam), nei pressi di Algeri, vi è un mosaico databile attorno al 324 d.C. Nel centro, in sostituzione del classico Minotauro, vi è una serie di lettere che può essere "labirinticamente" letta in molteplici modi, dando luogo alla medesima espressione, "SANCTA ECCLESIA". Colui che ha messo mano e intelletto a questa forma, vi ha messo anche il cuore, in senso cristiano, esorcizzandola.

 

                                                      

                   Labirinto dei Gonzaga.                  Progetto del giardino labirintico di Chantilly,                       

                                                                       disegnato nel '600 dall'architetto André Le Notre.

 

 

 

 

Ed ora affrontiamo il grande labirinto e la stessa Cattedrale di Chartres.

 

Labirinto della Cattedrale di Chartres

 

Nella Cattedrale di Chartres vi sono custoditi-sotterrati

alcuni dei più grandi misteri e forze occulte della storia,

e tali devono rimanere!

 

Scrittori, chiromanti, alchimisti, filosofi, psichiatri, sociologi, antropologi e artisti…

…cosa ne avete fatto della Cattedrale di Chartres ?

 

La vostra meta preferita dell’occulto e delle vostri disquisizioni?

 

Concediamo la parola all’antropologia che spesso ha la mira giusta e la forza necessaria per darsi la zappa sui piedi:

 

 

 

“La cattedrale di Chartres e’ la soglia dell’inferno dantesco, tra catacombe e archi rampanti e lo spazio a volta dove tutto è mistero nella volontà notturna, silenzio, sospensione, pausa. Forza reale ma occulta che si attua in segreto, si sviluppa nell’ombra, agisce senza tregua nella profondità dell’Opera. Un tempo, questi spazi servivano come dimora per le statue di Iside la Grande Ida, la Madre degli dei. Ancor prima che il cristianesimo  penetrasse in Gallia, la religiosità egiziana e druidica  onorava in simili recessi, la dea con il titolo di «Vergine che deve partorire». Rientrava nella cultura delle Grandi Dee Madri - Cibele, Cerere, Iside - e rappresentava la terra prima di essere fecondata, in attesa che i raggi del sole... ecc. ecc. ecc.

 

La religiosità egiziana e druidica  onorava in simili recessi???

 

 

 

 La Madre di Cristo

cos’ha a che vedere con Iside

e con gli intrugli dei druidi e dei nuovi professori?

 

 

Coraggio uscite alla luce del Sole..

…non alla luce di Ra!

 

La Cattedrale di Chartres E’Luce!!!

E’ la Casa di Dio, tra le più riuscite della Storia dell’Arte…

ma voi ne avete fatto una spelonca del vostro sapere occulto…

riferendovi solo al tempio sottostante…

dunque vi dico:

 

Guardate in Alto

prima di fare i poeti, i professori e gli antropologi!

 

L’Arte è gioia,

non terrore

e nemmeno occultamento esoterico!

 

Da come spennellate i vostri insegnamenti alchemici

siete diventati anche architetti

ricostruendo-demolendo tutte le case di Dio nel vostro verbo immondo!

 

 

Vergine Nera

di Loreto

La Vergine Nera di Loreto, similmente a quella di Chartres e di Guadalupe, sono state bersagliate dai sapienti arcieri della bestemmia attribuendo tali traguardi occulti persino a San Tommaso d’Aquino. ( Non sapevamo che San Tommaso fosse uno scultore di Madonne Nere.)

 

Lo stravolgimento della trasposizione letterale l’hanno compiuta gli alchimisti che riuscirono ad influenzare un po’ tutti, compreso le maestranze artistico-artigianali disseminando in ogni epoca storica, anche nel Medioevo, con gli strani animali del classico repertorio medioevale che è intriso di quei mostriciattoli: la scultura e la pittura si libereranno dagli insegnamenti occulti soltanto con Masaccio e Donatello. Per il momento, con questo Autentico Capolavoro della Cattedrale Chartres, l’abate e architetto Bernardo di Chiaravalle, formulò il Gotico.

All’epoca di Bernardo di Madonne Nere ne era disseminata la Francia, tuttora continuano ad attrarre ancora pellegrini devoti.  Fu proprio Bernardo il primo ad usare il termine Nostra Signora “Notre-Dame” nella sua nobiltà d’animo, nella sua innocenza cristiana dettata dal suo fervore, dalla sua immensa fede.

Sotto la magistrale direzione di Bernardo nel 1145 i fedeli di Chartres iniziarono ad impegnarsi ai lavori su carri carichi di pietre e di enormi tronchi presi talvolta dal Massiccio Centrale per costruire le famose “centine” : fondamento dei nuovi prodigi tecnici del nascente Gotico, che permettevano alla struttura di librarsi nel cielo.  In Italia invece fu proprio la mancanza di simili tronchi ad impedire che il Gotico diventasse Fiorito, simile a quello Europeo, a parte il Duomo di Milano, gli altri esempi di Gotico Italiano sono ugualmente belli ma molto meno ricercati, meno alti, paralizzati com’erano nell’affrontare simili difficoltà tecniche… poi ci pensò Brunelleschi a compiere una rivoluzione simile a quella di Bernardo, ma nel canone tipicamente “Italiano” a “Dimensione-Umana”.

 

“Il cantico dei cantici” ha ispirato le tre arti figurative e la letteratura per molti secoli e divenne fonte  preziosa di simbologia  mariana, ispirando anche i teologi, mettendo alla prova gli esegeti, intenerì i mistici,  ma soprattutto suscitò una fede maggiore in tutti cristiani. “Il cantico dei cantici” dall’Antico Testamento ritornerà in Bernardo di Chiaravalle ad esprimersi nelle forme architettoniche oltrepassando la volontà antropologica odierna nell’attribuire a Bernardo un’ispirazione occulta che sarebbe nata dai respiri umidi dei sotterranei della sua Cattedrale.

 

Le trasposizioni misteriche del Cantico dei cantici, compreso il culto cavalleresco, parimenti all’occultamento che subì la Cattedrale di Chartres, furono effettuati nel corso dei secoli fino ai giorni nostri da parte degli operatori alchemici girando il minestrone con i nuovi paralleli “ermetici” “arabo-persiani” “freudiani” che vanno dimostrando.

 

La Scuola Palatina, inaugurata da Carlo Magno, aveva già maturato, nel XII secolo, risultati copiosi: Eleonora di Aquitania, regina di Francia prima, di Inghilterra poi, insieme a figlie e figli conosciuti da tutti i contemporanei per vicende differenti, promuoveva l’autonomia della donna in un periodo di muscoli armati; autori noti e sconosciuti, all’ombra dei monasteri si occupavano di Tristano, di Isolda, di Lancillotto, di  Ginevra, di Parsifal, elaborando fantasie allegoriche e didattiche, quali i racconti del  Graal e la creazione di un cavalierato  senza paura e senza macchia.

 

Bernardo di Chiaravalle oltre ad essere un grandissimo artista era anche un Santo che proponeva nuove parole, nuove Chiese, nuovi insegnamenti in Dio senza privarli di sostanza e soprattutto senza stravolgerli.  I nuovi insegnamenti di Bernardo hanno ampliato la nostra Conoscenza in Dio, chiarificando le Sacre Scritture, come fa ogni cristiano, permettendoci di salire ad un gradino più alto della conoscenza. Purtroppo gli esseri umani per conoscenza intendono tutt’altre cose e, se non ne vedono subito i frutti materiali, non si accontentano mai: ecco perché l’Arte è sempre fraintesa e con essa anche la Parola di Dio.

 

Maria E’ ascesa in un Giardino-Paradiso che troppe volte la s-cultura ha reso “labirinto” dissacrando il concetto stesso dell’ “Hortus Conclusus”, tramutando anche questo in un luogo occulto… in memoria del giardino di Epicureo, rifondando altre scuole di giardinaggio culturale, leopardiane e marxiste, fino ad arrivare al superuomo. Di certo Dio non Verrà da voi che è così che Lo Amate, condannandoLo a priori per sfoggiare paralleli culturali di una tale bassezza e privi di ogni verità.

 

Ma… tanto a voi… professori dell’antropologia senza Vangelo… cosa importa della felicità quando poi non ci sarete più… questo non ve lo ha forse insegnato Epicuro?  

 

La morte va invece temuta, quando arriva ci porta sulla Bilancia di Gesù per tenere conto di come abbiamo speso il nostro dono più grande “il libero arbitrio”.  State pur tranquilli che sarà proprio Epicuro ad aspettarvi nel IV girone dell’Inferno… siete ancora in tempo per sterzare in Cristo… coraggio!

Lasciate dunque in pace il Cantico dei cantici,  la Cattedrale di Chartres e “La Rosa”, che confondete… spergiurate… dissacrate… nel Suo Profumo e nella Sua Forma mistica inarrivabile.

 

Tra  la “Rosa Mistica” e i “rosa-croce” fino alle “rose di mercurio” di tutti i romanzi iniziatici… c’è l’abisso!

 

Professori del marchio della bestia… diciamolo senza esitare: non sono state né Iside, né  Diana, né Cerere, a consegnare alla Madonna la falce di luna e le spighe di grano! 

La Madonna aveva la forza di prendersele da Sé mentre lo Spirito Santo Gliele Porgeva!

 

 

La facciata della

Cattedrale di Chartres

Nella Cattedrale di Chartres vi sono custoditi-sotterrati alcuni dei più grandi misteri e forze occulte della storia del mondo, e tali devono rimanere!

 

Il genio architettonico dell’Abate di Chiaravalle non ha soltanto fissato il canone del Gotico, ha messo un macigno a sigillo di una grande forza del male che non deve essere rivelata!

Conosciamo poco, per nostra fortuna, delle origini anticristiane della Cattedrale di Chartres, fondata su un antichissimo tempio nel quale i druidi celtici praticavano magie e stregonerie di prim’ordine. Il curioso che vuol oltrepassare la legge cristiana, se non desidera pregare, può girare intorno al labirinto e avvicinarsi al pozzo profondo che “collega e separa” la Cattedrale Cristiana dal sottostante tempio del male.

Attenti…curiosi! La curiosità è una brutta bestia quando fa mettere la testa fuori dal sacco! Ancora oggi la scienza medica non sa spiegarsi il motivo dei grandi malesseri psicofisici che subiscono tutti coloro che si sono intrattenuti per magia accanto al pozzo profondo che emana ancora strani segnali.

 

La Cattedrale di Chartres

è il primo ed il più importante Tempio Mariano,

è a tutti gli effetti:

“La Cattedrale del Libero Arbitrio.”

 

Quale Dio volete pregare?

Quello di sotto o Quello di Sopra?

 

L’antropologia e l’archeologia certe cose non le afferrano ancora: prive di Dio, cosa devono afferrare? Carciofi paracelsici e picassiani?

 

Madre Nostra Tenerissima… non vogliono vederTi… ma Ti vedranno nella loro ultima ora… pentendosi amaramente di essersi negati il privilegio e la gioia di amarTi.

 

Ciò che il mondo deve sapere con certezza evangelica è che altri medesimi culti esoterici si sono concentrati in templi sparsi sulla terra nel corso dei secoli. Se nella Cattedrale di Chartres queste forze malvagie sono ben custodite, altrove non lo sono affatto: la Tomba di Toutankamon, responsabile della morte atroce di tutti gli archeologi che la rinvennero alla luce ne è solo un esempio.

E’ impossibile estromettere dalla Storia dell’Arte la consapevolezza di Dio e del maligno: fondamento assoluto non solo dell’Arte, ma della storia intera.  Dei nuovi libri che sono stati scritti, la Madonna di La Salette ce ne mette in guardia: in ogni capitolo di questo scritto io vi dico di stare attenti anche ai vecchi libri e agli antichi manufatti artistici, che sono i veri responsabili del concepimento dei nuovi libri immondi!

 

 

 

Sancta Camisia

 

Nella Cattedrale di Chartres

vi è riposto il Velo della Madonna,

il Velo che accarezzava il Suo Volto

e asciugava le Sue Lacrime.

 

Carlo Magno aveva portato il Velo da Bisanzio ad Aix-la-Chapelle e Carlo il Calvo nel 876 lo regalò alla prima Chiesa di Chartres ove poi  nel 1145 iniziarono i lavori della Grande Cattedrale di Bernardo.

 

Ave o Maria

piena di grazie

il Signore E’ con Te

Tu Sei Benedetta tra le donne

Benedetto E’ il Frutto del Tuo seno

 Gesù.

 Santa Maria

Madre di Dio

Prega per noi peccatori

adesso e nell’ora della nostra morte

Amen

 

 

 

 

 

LE  SFINGI      

       

 

Uscendo dai labirinti affrontiamo un piccolo grande mostro!

La propensione ai culti esoterici è confermata da un particolare assai evidente. La medesima immagine del labirinto unita spesso all'onnipresente spirale cosmica simbolo di eternità, si ritrova non solo nell'area mediterranea e microasiatica ma anche nel più remoto Nord Europa, in chiare tracce lasciate dalle civiltà megalitiche della fascia atlantica e dalle popolazioni celtiche in Irlanda e nella Scandinavia meridionale. Associate a queste incisioni compaiono talvolta immagini di animali o di mostri semibestiali, interpretate generalmente come remoti influssi della leggenda del Minotauro di origine Assiro-Babilonese.

Alla figura mostruosa umana-taurina se ne aggiunge un’altra ancora più frequente ed inquietante, presente ovunque: la sfinge.   

 

Il genio solare greco ha mitizzato sia la figura del Minotauro, sia quella della sfinge, non disperdendone completamente la loro essenza malvagia. Quell’aquila con la testa di donna, con le zampe o il corpo da leone e la coda di drago, la cosiddetta sfinge, è una presenza occulta incarnatasi ovunque nel mondo dell’Arte.

 

Cos’è la Sfinge se non una “Chimera”?

(L’utopia della volontà del male incarnatasi in una sua forma ben precisa?!)

 

Essa è l’autentico ed unico comune denominatore

presente in tutte le antiche civiltà.

 

 

Sfinge Egiza della piramide di Cheope ad El Giza

                                                        Regno di Chefren 2620 a.C.

 

 

Sfinge Assiro Babilonese del Sec. IX - VII a. C. rinvenuta a Nimrud.

Presumibilmente era la spalliera di un trono.

Museo di Baghdad.

 

 

 

Sfinge Ittita con doppia testa, umana e di leone.
Bassorilievo su basalto IX Sec. a. C. Ankara


 

 

Sfingi Ittite “grifoni”  VII Sec. a.C. Ankara.

 

 

Sfinge Maya del giaguaro, Uxmal. IV Sec. d.C.

 

 

 

Sfinge Italica del VII Sec.a.C. Saletto del Bentivoglio Bologna

 

 

 

Sfinge Etrusca del Melone del Sodo in arenaria del VI sec.a.C., Cortona

 

 

Sfinge Etrusca in avorio. Murlo (SI). VI-V Sec. a.C.

 Antiquarium di Poggio Civitate

 

 

Sfinge Etrusca in pietra - Poggio Gaiella, Chiusi. V sec a.C.

 

 

Sfinge Cinese del V sec. a.C.

 

 

Piatto Greco del IV Sec. a. C. Edipo e la sfinge.

 

 

Sfinge Greca funeraria dal Keramikos di Atene VI-V Sec. a.C.

 

 

Sfinge Greca dei Nassi di Delfi del VI sec.a.C.

 

 

Sfinge Greca di una metopa del Tempio di Selinunte del VI-V Sec. a.C. (Agrigento)

 

 

Sfinge Greco Romana, di datazione incerta, forse I sec. a.C.

 

 

Calco in gesso della Sfinge Romana del II sec. d.C. Louvre Parigi.

Fu adoperata sulle banconote della Lira.

 

Sfinge Romana del Palatino, Roma. II-III sec. d.C.

 

 

Sfinge del pulpito della Cattedrale di S. Stefano, Prato.

Pasquino da Montepulciano, Antonio Rossellino, Mino da Fiesole.

 

 

Jean-Auguste-Dominique Ingres,

Edipo e la sfinge, 1808, Louvre Parigi

 

 

G.Moreau

Edipo e la sfinge 1864

Metropolitan Museum of Art , New York.

 

Il male sa incarnarsi misteriosamente soprattutto nella forma artistica

tra civiltà che non potevano ancora incontrarsi tra di loro…

ma tutte si rincontrano in Picasso.

 

PABLO PICASSO

14 LUGLIO 1936

 

LA SFINGE E’ DAVVERO POTENTE… SORREGGE ANCHE IL TORO!

 

IMDUGUD, LA SFINGE, ERA IL MITICO ANIMALE SUMERO,

PICASSO MI COSTRINGERA’ AD INSEGUIRLO FIN LI’

NELL’ANTICA MESOPOTAMIA.

 

4)La propensione ai culti esoterici è confermata dagli innumerevoli scritti alchemici tra i quali spiccano: il “Libro dei morti Egiziano”, il “Tantra Indiano”,  il “Libro dei morti Tibetano”,  i

“3 codici Maya”, i “Ching cinesi riportati nel Libro dei Mutamenti”: sono trattati del labirinto oscuro di tutte le magie più potenti del mondo.

 

5)Anche le diverse conoscenze di mummificazioni tra molti popoli, soprattutto tra i Maya e gli Egizi e i Cinesi, e le medesime convinzioni di reincarnazione in forme umane o animali sono prove inconfutabili dell’aiuto che gli esseri umani da sempre hanno rivolto alle entità eterne del male.

 

 

Nessuna alchimia, nessuna scienza, nessuna forma dell’umano sapere dovrebbe farci oltrepassare la Verità del Vangelo: chiunque ha azzardato il passo al di fuori della parola di Dio ne ha pagato sempre le conseguenze. Anche e soprattutto in piena epoca rinascimentale vi è un rifiorire dei culti esoterici, ampliati dalle formule alchemiche ritornate in voga e ricondotti agli arcani delle antiche civiltà.

L’Umanesimo e il Rinascimento sono stati “vera rinascita” solo per pochi: qui subentra la volontà degli esseri umani, vera responsabile del “libero arbitrio”.

Vi sembra questo quadro che ho riportato qui accanto, un atto della volontà umana salita al cospetto di Dio?

 

Prima dell’avvento di Cristo milioni di idoli hanno invaso la Terra, ma dopo di Cristo hanno invaso la Croce!

 

Anche se non giustificheremo mai l’Inquisizione, riusciamo almeno a comprenderne i motivi per cui fu istituita?

Un tempo l’alchimia giocava pericolosamente con le forze del male, continua a farlo tuttora.  Oggi tra gli uomini di scienza  non si vuol riconoscere la presenza delle entità malefiche e nemmeno delle entità contrarie: è proprio questo il punto di forza della scienza moderna ed anche il suo grande limite!

 

Con il termine “Arte” indichiamo ancora troppi manufatti che appartengono solo all’artigianato: l’arte ha la forza di liberarsi dalla materia, l’artigianato no!

 

Se l’iconologia è un punto di partenza usato dalla critica d’arte per definire lo studio del rapporto tra il motivo mitologico e quello letterario, tra quello religioso e la sua rappresentazione artistica, deve possedere la forza di scavare in profondità per arrivare alla onnipresente “ierogamia”: dai templi induisti fino a Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso… diversamente dobbiamo accontentarci di barzellette esposte in termini culturali in libri finemente confezionati.

 

Ierogamia è il termine usato nella storia delle religioni per indicare i complessi riti religiosi, in molte religione antiche, relativi alle nozze fra due divinità, o fra una divinità ed un mortale. Durante la festa di Capodanno, a Babilonia, venivano rinnovate le nozze tra il dio della città e la dea celeste Ishtar.  Nell’antico Egitto riti analoghi commemoravano le nozze di Nut (cielo) e Geb (terra). Anche nell’Induismo e nel Buddhismo Tantrici il dio si unisce alla sua Sakti.  La magia ha sempre trovato territorio fertile nei riti propiziatori dei sacrifici umani e delle pratiche sessuali fondendosi spesso l’uno all’altro.  

 

Le forme artistiche parlano!

Dove non c’è Dio c’è sempre satana in mille forme, in milioni di forme!

Affinché gli esseri umani non si perdessero nei loro labirinti Dio Ha Mandato Suo Figlio!

Tutte le civiltà sono belle e sono ancor più affascinanti se guardate da lontano, ma la nostra Luce E’ molto più Bella, più Saggia, più Vera, più Potente.

 

La New Age in se stessa non è nulla se non  una moda commerciale che ha ricordato cosa  c’è  dall’altra parte dell’esperienza sensibile coltivata dalle antiche civiltà, rimandandovi tutti a quelle forme arcaiche, allontanandovi ancora una volta da Cristo.

 

La New Age come tutte le mode deve fare i conti con Cristo: tutto è passato di moda, Cristo mai!

Apriamo il Vangelo ed avremo Cristo tra noi… aiutaci o Signore… a vedere meglio anche l’Arte.

 

 

Asia Minore

Dalla Regione che ora è umiliata dalla guerra è nata la storia.

 

Per una ricerca preminentemente artistica sulle forme dell’anticristo,

delle civiltà mesopotamiche in questione sotto elencate,

mi sono permesso di fare sia una sintesi che un ampliamento

al gran contributo di Salvatore Poma nel suo meraviglioso sito:
http://xoomer.virgilio.it/bxpoma/mesopotamy/mesopotamia.htm

 

Mappa storica dei maggiori popoli e città mesopotamiche.

 

 

SUMERI

 

 

Intorno al 3000 A.C. - all'alba della storia - le prime civiltà si originarono nei bacini del Tigri e dell’Eufrate in Mesopotamia, del Nilo in Egitto e del Gange in India: le datazioni adoperate indicano riferimenti certi ma in effetti queste civiltà sono assai più antiche, affondano le loro origini sin nei tempi preistorici.  

Dopo l'8000 A.C. l'ambiente del vicino Oriente diviene sostanzialmente più attraente per gli insediamenti umani. L'Atlanticum è il periodo nel quale si sviluppa l'agricoltura nel vicino Oriente, intorno al Nilo in Egitto e nella valle dell'Indus in India. L'uso dell'agricoltura si espande gradualmente più lontano al nord e all'ovest. L'Atlanticum è seguito da un clima con temperature più basse e precipitazioni copiose. Uno dei periodi relativamente freddi e asciutti (4000- 3000 A.C.) coincide con la nascita e l'espansione delle prime città della storia in Mesopotamia e con la fondazione della Prima Dinastia Egizia.

La parola "Mesopotamia" è in origine un nome greco (mesos "medio" e potamos "fiume," così "terra tra i fiumi"). Il nome è usato per l'area irrorata dall'Eufrate e dal Tigri ed abitata dai suoi popoli tributari, grossolanamente comprendenti l'Irak moderno e parte della Siria.

A sud della moderna Bagdad, le pianure alluvionali dei fiumi sono stati chiamati la terra di Sumer ed Akkad nel terzo millennio.

Sumer è la parte più meridionale, mentre la terra di Akkad è l'area intorno alla moderna Bagdad, dove l'Eufrate e il Tigri si chiudono l'uno nell'altro. Nel secondo millennio entrambe le regioni si chiamavano Babilonia, civilizzatosi per la maggior parte in un’area geografica pianeggiante. Il territorio a nord (tra i fiumi Tigri ed il Grande Zab) è chiamato Assiria, con la città di UR come centro delimitata dalle montagne.

Il sistema di irrigazione era già stato attestato in tempi antichi, i primi intorno al 6000 a.C. attraverso un sistema di dighe e canali, fruttando le precipitazioni nella regione montuosa nel nord convogliandola nel sud. Questo ha richiesto un alto livello di organizzazione della società e sforzi collettivi per la costruzione, manutenzione, soprintendenza ed adattamenti della rete di irrigazione. Una irrigazione a prosciugamento limitato, gradualmente frenato nei campi. Insieme col cambio di flussi del fiume, si incentiva in tutta la Storia Mesopotamica la fondazione di nuovi insediamenti e città.

La regione che contiene la parte asiatica della Turchia moderna, abitata dagli Ittiti fu detta Anatolia. I paesi lungo la costa dell'est-Mediterraneo (la Siria moderna, Libano, Giordania ed Israele) limitato a est dal deserto Siriano ed estendentesi a nord attraverso la Mesopotamia saranno chiamati Siria - Palestina. L'Iran moderno, grossolanamente equivalente alla Persia, include nella sua parte sudoccidentale l'antico Elam.

 

Due civiltà formarono i principali elementi della popolazione della Mesopotamia prima dell'inizio della storia e nei millenni successivi, concentrandosi assieme verso il 3 millennio a.C.: i Sumeri e gli Akkadici vissero insieme pacificamente, adoperandosi nella fertilizzazione mutua per simbiosi ed osmosi, gettando le basi per una comune alta civilizzazione. Le antiche fonti mesopotamiche sembrano essere libere dalle forti ideologie razziali e dagli stereotipi etnici che caratterizzarono tutte le altre civiltà della storia.

Il Regno Sumero comprendeva le città di Eridu, Ur, Larsa, Lagasc, Umma, Uruk, Sciuruppak, Nippur, tutte presso il Golfo Persico e le rive dell'Eufrate.

I Sumeri scesi probabilmente dall'Iran, erano stati senza dubbio in relazione con popoli altaici, dato che la loro lingua presenta isoglosse lessicali, grammaticali e fonetiche, simili a quelle delle lingue altaiche e turaniche; nelle tombe, inoltre, appaiono i teschi di tipo mediterraneo armenoide e di tipo mongoloide.

I Sumeri erano gruppi di predoni scesi (come più tardi faranno gli Indoeuropei) a predare le opulente città del Sud, le città presumeriche dell'Elam (civiltà matriarcali di Elam, di Obeid-Eridu, di Uruk, ecc.)

I Sumeri, forti dei mezzi bellici rispetto ai popoli del Sud (lance, asce metalliche, elmi, carri da guerra trainati da muli), assimilarono la cultura presumerica accogliendone anche la loro lingua; si diffuse l'organizzazione sociale patriarcale-aristocratica, con tutte le credenze relative, si diffuse una religione uranica, con elementi della religione matriarcale della Grande Madre che continuò a sussistere, ne abbiamo appena dato un accenno con la Madonna Nera della Cattedrale di Chartres.

 

I Sumeri erano divisi in caste: i dominatori (l'élite straniera, col Re autarchico, ritenuto di origine divina), la classe sacerdotale, i guerrieri, i liberi commercianti, industriali, artisti, artigiani, operai specializzati, piccoli proprietari agricoli; gli schiavi, impiegati nei lavori pubblici (alcuni di questi riuscivano a riscattare la libertà e a raggiungere anche alti posti di comando nella burocrazia, a Corte, ecc.)  Le prime “industrie” dei Sumeri furono quelle casearie e quelle dei metalli. Nei riti funebri dei re e dei principi vigeva l'uso del sacrificio cruento del seguito (moglie, ufficiali, servi, ecc. “erano sbrigativi!”)

 

NIPPUR  era l’antica Città di origine preistorica, fra il Tigri e l'Eufrate, a  200 km dall'odierna Bagdad. Ebbe grande importanza religiosa durante la Civiltà Sumera. Nel luogo degli scavi, iniziati nel 1889, fu scoperta una biblioteca contenente 50.000 tavolette d'argilla con incisi a caratteri cuneiformi testi sumerici e babilonesi, consistenti in codici, esercizi degli allievi del tempio, un corpus di prescrizioni farmacologiche ed inni religiosi.

 

KISH  era la Città della prima dinastia- I, l'Età d'Oro (2900- 2700 a.C.) a nord di Babilonia vicina al moderno Tel el- ehêmir, è la prima Città postdiluviana menzionata nelle liste dei re sumeri. I primi re avevano nomi semitici. E un'età nella quale "i quattro quartieri del mondo" sono vissuti in armonia.

 

URUK era la Città della prima dinastia - II, l'Età Eroica (2700- 2500 a.C.) (in sumerico Unug, nella bibbia Erech) è situato vicino la moderna Warka (ancora mostra le stesse consonanti della radice* 'rk ma con una vocalizzazione diversa). Questo periodo sotto l'egemonia di Uruk  chiamato anche l'Età Eroica è ampliamente descritta nei “Poemi Epici Sumeri”.

Una ricostruzione dalla mitologia del periodo tardo sumero ci mostra una prima forma di democrazia primitiva. Le maggiori decisioni sono prese dal re dopo il consulto di un consiglio di anziani. Ricordiamo che Uruk  era la Città nella quale regnava Gilgamesh.

 

UR e LAGASH sono i maggiori centri della prima dinastia del III Periodo (2500- 2350 a.C.)  Il III Periodo della prima dinastia è fuori dalla protostoria, solitamente considerata parte della storia anche per le molte fonti ed archivi ritrovati.

UR era ufficialmente, secondo le liste dei re sumeri, una grande Città portuale con collegamento al Golfo Persico.

LAGASH, assieme alla metropoli religiosa GIRSU, e ad UMMA, erano le tre maggiori Città nel sud estremo della Mesopotamia. I conflitti tra queste città erano spesso determinati dal predominio sui diritti sull'acqua, da alcune fonti sappiamo che furono stabilite mediazione e pacificazioni dal re dell’antica Città di KISH.

 

ABU SALABIH è un altro luogo, ma noto solo dal suo nome moderno. Nel villaggio di Abu Salabih sono stati ritrovati tra i più importanti testi antichi sumerici di natura economico-amministrativa.

 

 

“Pittogrammi cuneiformi”

Questa antichissima tavoletta in argilla

ci mostra i primi esempi di scrittura della storia.

 

E' opportuno considerare che oltre alla loro scrittura a caratteri cuneiformi,  perfettamente codificata, i Sumeri avevano rilevanti conoscenze astronomiche: per esempio sapevano che Nettuno era di colore verde-blu, e la loro matematica era basata su uno strano sistema di numerazione, il sistema sessantesimale e, nella forma più semplice, il sistema dodicesimale. Tutt’ora conserviamo, dai Sumeri (o dagli Accadi?), la divisione del giorno in 24 ore, dell'ora in 60 minuti e dell'angolo giro in 360 gradi, e la "dozzina."

 

 

 

Statuetta del toro androcefalo 2.100 a.C.

conservata al Louvre, Parigi.

 

Dai Sumeri deriva non solo l’alfabeto ed ogni primaria forma di civiltà, ma anche la gerarchia degli dei. Non sarà difficile comprendere da dove sono provenuti i nomi e le qualità di tutte le divinità della storia che spesso si attribuiscono erroneamente soltanto agli Egizi.

Si può parlare con estrema felicità di queste divinità sumere, avendo pochissime immagini a nostra testimonianza, le quali, per fortuna non possono nuocere incarnandosi in idoli.

   

ANSHAR  era il principio universale maschile della cosmogonia sumerica e divinità celeste insieme a KISHAR  che era il principio femminile e terrestre: appaiono evidenti le primordiali intuizioni degli opposti dello Yin e dello Yang del Tao.

 

EA dio supremo dei sumeri, sposo di ANTUN che fù la madre della dea ISTAR. EA in sumerico detto EN-KI, fu il signore della terra, dio delle acque e della sapienza, fu una delle divinità della trinità cosmica degli Assiri e dei Babilonesi, “ANU - BEL - EA” protettore della Città di Erida. Era rappresentato come un uomo col corpo di pesce, chiamato anche OANNES, con quattro fiumi che gli scendevano dalle spalle, venerato da Assiri, Babilonesi, Elamiti e Ittiti.

Ea o ENKI o OANNES, padre di MARDUK, nella religione sumerica, era ritenuto, insieme al dio ENLIL, il padre della Civiltà Mesopotamica.

 

ENLIL era il signore del vento, nella religione sumerica, dio creatore e governatore del cosmo, principale divinità del pantheon mesopotamico. Separò il cielo (dove fu relegato ANU ), dalla terra (donata alla dea degli inferi, ERESHKIGAL), ponendosi nel mezzo come dominatore. Fu colui che insegnò agli uomini a coltivare la terra e a vivere civilmente. Il centro principale del suo culto era nella città di Nippur. Invece, presso i Babilonesi fu venerato come il dio della terra e padre degli dèi.

 

ANU antica divinità assira-babilonese, signore del cielo.

 

UTU era il dio sumero del sole.  Utu era l’equivalente di TESUP e di VURUSEMA  divinità solari ittite e per gli Hurriti rappresentavano le divinità dell'uragano e della guerra.

 

HEPET  fu la dea femminile del sole e sposa di TESUP.

 

KUMARBI   era il dio padre come Crono e Zeus, che regna sugli altri dèi dopo avere detronizzato ANU staccandogli con coraggio i genitali con un morso. A sua volta Kumarbi viene detronizzato dal proprio figlio TESUP, aiutato da EA a sconfiggere il mostro ULLIKUMI, ucciso con lo stesso coltello che servì a separare il cielo e la terra.

 

ISCIULLANU  fu il giardiniere di ANU. ISTAR se ne innamora, ma lui la respinge, allora, la dea offesa e sdegnata lo muta in talpa. (Quanti capricci che inizieranno a fare queste divinità fino ai greci.)

 

NIKKAL  era la dea della luna e la madre di un altro dio sumero del sole SAMAS. Vi erano altre due divinità femminili lunari, BELILI e DAM-KINA, che formavano assieme alla prima una specie di trinità lunare sumera.

 

NANNAR il nome del dio maschile della luna dei Sumeri; il termine venne usato anche dai Babilonesi per indicare il dio SIN.

 

NAMTAR  il messaggero della morte.

 

KI  era la dea della terra dei Sumeri: l’altro suo nome era NINTU.

 

ME per i Sumeri con questo termine si indicava una forza soprannaturale che influiva positivamente o negativamente sulle azioni degli uomini e degli dèi. Anche il NAM aveva tale funzione, queste due forze possono essere paragonate al fato greco, ma ancor di più allo Yin e allo Yang del Tao.

 

ERESHKIGAL  era la sorella di ISTAR e sposa di NERGAL. Nella mitologia sumera era la dea degli inferi, il cui regno condivise con il marito Nergal. Era considerata la signora di demoni che furono particolarmente temuti da quanti la veneravano. I principali centri del suo culto furono le Città di KUTHA e SIPPAR.

 

GILGAMESH  fu l’antico re sumero della Città di Uruk, vissuto intorno al 2.600 a.C. Dopo la morte fu divinizzato ed entrò a far parte della mitologia, come protagonista di un'epopea sumera risalente al 2.000 a.C. Nel I millennio a.C. la sua vicenda fu narrata in un poema accadico giunto fino a noi, l'opera più importante della letteratura mesopotamica (12 canti), che presenta interessanti analogie con i racconti biblici; vi troviamo, ad esempio, la versione caldea del diluvio universale. La "Epopea di Gilgamesh" vicina al sentimento moderno per l'attenzione che dedica ai temi dell'amicizia, del dolore e della morte, riesce ad esprimere, attraverso il senso di precarietà dell'esistenza ed il desiderio d'immortalità, la profonda inquietudine umana di fronte alla vita.

 

IMDUGUD era il mitico animale sumero con ali d'aquila e testa di leone. Da qui inizia a defilarsi la figura inquietante della SFINGE ( detta da alcuni popoli “Chimera” ) figura incredibilmente onnipresente in tutte le antiche civiltà.

 

INANNA era la dea sumera dell'amore, della procreazione e della guerra, oggetto di culto in particolare nella città di Uruk, dai cui scavi proviene il vaso di Uruk del III millennio a. C. a lei dedicato. Fu chiamata anche INNIN e INNINA, il mito la collega ad un lamento per l'umanità distrutta dopo il diluvio, e ad una discesa nel mondo degli inferi. Con l'avvento dei Babilonesi fu assimilata alla dea ISHTAR.

 

CARRI DEL SOLE E DELLA LUNA, questo concetto della luna e del sole, gli antichi  immaginavano i corpi celesti come dei carri che volavano nel firmamento. L'idea del carro del sole e della luna si ritrova nella cosmogonia di molti popoli, quali: Egizi, indiani d'America, Celti, Indiani, Israeliti, Greci, Romani e molti altri popoli.

 

CHANISH  era l’equivalente di Hermes per i Greci e Mercurio per i Romani: il messaggero degli dèi.

 

CHUMBABA era il  gigante abitante in una foresta di cedri. Venne ucciso da Gilgamesh ed Enkidu.

 

DOLICHENO  era una divinità Ittita equivalente a Zeus-Giove, greco-romano. Era raffigurato come uomo barbuto, sopra  un toro con un fulmine in una mano e una bipenne nell'altra. Non solo da questa divinità si defila la figura del Minotauro greco, ma anche dalle precedenti divinità Assiro-Babilonesi scolpite in macigni di pietra in forma di tori alati, con il volto barbuto dell’imperatore.

 

DRAGO o dragone, mostro favoloso che si ritrova in tutte le antiche mitologie. Rettile alato con ali di pipistrello, con testa simile al cane, zampe di leone, e bocca con una o più lingue che vomita fuoco. Nella letteratura e nell'arte cinese, esso è uno degli elementi più comuni, ed è considerato un essere benefico. Nella tradizione occidentale, invece, è identificato per la sua reale natura, similmente alla chimera, come un'entità malvagia, nemica dell'uomo, che solo un eroe può sconfiggere.

Secondo la mitologia greca, trainava il carro di Cerere, e un drago dalle cento teste custodiva l'ingresso dell'Orto delle Esperidi e il Vello d'oro. Nella mitologia nordica e germanica, il "Lindwurm", stava a custodia del tesoro dei Nibelunghi, finché non fu ucciso da Sigfrido.

Nella cultura cristiana ed in quella cavalleresca il drago  rappresenta la maggiore incarnazione del demonio: lo si raffigura lottante e sopraffatto dall'Arcangelo Michele e da San Giorgio. Il dragone , o serpente antico è satana stesso.

 

DUMUZI  era  in Sumeria il dio pastore della forza della natura. In origine era un governante mortale il cui matrimonio con INANNA aveva assicurato la fertilità della terra e la fecondità del ventre materno.
Muore ogni anno e viene resuscitato dalla sua sposa Inanna e celebrano nuovamente le nozze nell'equinozio d’autunno, che segnalava l'inizio del nuovo anno sumero. Dumuzi ritornava sulla terra e si ricongiungeva con la moglie, facendo sì che la vita animale e vegetale riprendesse vigore e fertilità.

 

EABANI  fu il primo uomo che la dea ARURU creò modellando l'argilla.

 

ENKIDU  fu un essere creato dalla dea Aruru per contrastare il potere di Gilgamesh. Proteggeva gli animali e ne impediva la caccia.

 

ENMEKAR   nonno di Gilgamesh padre di NISUNA e re di Uruk al quale fu predetto che sarebbe stato spodestato dal nipote. Per cui rinchiuse la figlia in una torre, ma fu tutto invano, in quanto Ninsuna partorì Gilgamesh. I guardiani buttarono il piccolo dalle torre ma un'aquila lo afferrò al volo e lo portò da un contadino che lo chiamò Gilgamesh e si compì la profezia strappando il trono al nonno.

 

ERA  divinità sumera sterminatrice di popoli, in quanto dio della peste. Era e Giunone sono nomi molto familiari nelle civiltà greco e romane, moglie di Zeus-Giove. Si delinea l’atteggiamento caratteristico della sempreverde volontà occidentale di rendere familiari e simpatici anche le peggiori divinità ed i peggiori culti: l’antropologia, la sociologia, la psicologia, così come noi le intendiamo, non sono nate oggi.

 

ERAGAL  era una delle tante divinità infernali: ciò conferma quanto appena riportato sopra!

 

HET, personaggio biblico. Secondo l'Antico Testamento è il figlio di CANAAN e progenitore degli Ittiti.

 

KUBABA, nome hittita di CIBELE, dea della fecondità e grande madre, onorata soprattutto in Frigia e in Lidia. In una delle più antiche testimonianze epigrafiche del  II millennio a.C. è rappresentata insieme al dio della tempesta.

 

LUBALGANDA  era il genio che proteggeva Gilgamesh.

 

MASHU  era la mitica montagna abitata da uomini scorpioni.

 

NIN-ASU era la dea dei morti.

 

NINSUNA o NINSUN  madre di Gilgamesh.

 

NINURTA personificazione del distruttivo vento del Sud.

 

NISABA  era la dea dei cereali.

 

NISSIR   era il nome della montagna sulla quale si arenò l'arca di UTNAPISHTIM.

 

PUDUHEPA era la regina ittita (XIII sec. a.C.). Originaria di Kummanni nel Kizzuwatna, fu sacerdotessa della dea Sole di Arinna. Dopo aver sposato il re Hattusil III, svolse un ruolo importante nella conduzione del regno. Ebbe un carteggio personale con la corte egiziana. Firmò assieme al marito ogni decreto ufficiale. Fu promotrice della diffusione del culto di Hepat nel territorio degli Ittiti.

 

SIDURI   era l’equivalente del dio greco dei venti Eolo però di sesso opposto. Domina i venti ed abita nelle vastità dei mari.

 

SIN   era il  dio dell'agricoltura e della luna. Padre di Istar e di Samas. Era l’equivalente di TELEPINU che viene ricordato nella mitologia degli antichi Ittiti, dio dell'agricoltura, protagonista del mito del Dio scomparso. Telepinu, adirato, è scomparso. La natura si inaridisce. Il dio del sole lo manda a cercare ma invano. Verrà trovato da un'ape e portato nel suo tempio, dove la sua ira viene calmata e la natura comincia nuovamente a rifiorire.

 

URSHANABI   era il guerriero che condusse Gilgamesh attraverso il mare della morte.

 

UTNAPISHTIM  può essere considerato il Noè dei Sumeri. Su consiglio di Ea che conosceva l'intenzione di Enlil di distruggere il genere umano con un diluvio Utnapishtim costruì un'arca e vi imbarcò tutta la famiglia, gli animali e gli averi. Il diluvio durò sette giorni, alla fine l'arca si incagliò sul monte Nissir e Utnapishtim aspettò altri sette giorni poi fece uscire una colomba la quale non trovando dove posarsi fece ritorno, aspettò ancora e fu la volta di liberare una rondine, ma anche questa fece ritorno, infine toccò al corvo che non fece ritorno. Allora Utnapishtim assieme ai suoi uscì dall'arca e fece dei sacrifici agli dèi. Enlil in un primo momento si adirò ma dopo accettò il sacrificio e donò l'immortalità a Utnapishtim e alla moglie.

 

Tra tutte le antiche divinità le più pericolose erano i Cabiri.

I CABIRI erano i servitori della grande madre CIBELE. Considerati i protettori dei marinai che li invocavano chiamandoli MEGALOI THEOI, mentre i romani li chiamavano DII MAGNI POTENTES VALENTES, sull'isola di Lemno erano invece chiamati HAPHAISTOI. Divinità di origine oscurissima, oggetto di culto per i Fenici, gli Egiziani ed i Greci che li consideravano divinità sotterranee. Particolarmente nelI'isola di Samotracia i Cabiri furono oggetto di culto misterico che ebbe larga diffusione in tutto il mondo greco e piú tardi anche tra i romani. Furono numerose nella mitologia classica le trasformazioni e le interpretazioni dei Cabiri, furono anche identificati o confusi con i CURETI  o CORIBANTI.

Le CABRIDI erano, secondo i vari mitografi, loro figlie o/e loro sorelle, in onore delle quali si celebravano in Grecia e nell'Impero romano le feste cabirie: ciò riconferma l’inconsapevolezza occidentale di giocare con gli idoli del male!

 

 

Gli scritti assiri e babilonesi mostrano chiaramente che il popolo considerava quei cambiamenti politici in Mesopotamia come il risultato dei sommovimenti nel regno degli dei. Benché le feste di primavera fossero connesse al mito egizio di Osiride, l'atteggiamento religioso dei Sumeri verso la morte era alquanto diverso. I Sumeri si identificavano col morente e risorgente Tammuz - Marduk al fine di recuperare la salute piuttosto che per assicurarsi l'immortalità. Il poema epico di Gilgamesh dimostra infatti che essi alla fine si adattavano all'idea della morte del corpo. L'eroe Gilgamesh, dopo aver visto il compagno morto Enkidu, immobile e senza respiro, parte alla ricerca di Utnapishtim, il corrispondente babilonese di Noè, al quale era stato svelato da Enlil il segreto dell'immortalità, dono che gli dei mesopotamici tenevano con gran cura celato agli uomini: Utnapishtim era perciò l'unico uomo che possedesse la vita eterna. Egli parla a Gilgamesh di una pianta che dà l'eterna giovinezza, e Gilgamesh infine trova la pianta ma solo per venirne derubato da un serpente (lo zampino del diavolo) è costretto a intraprendere la via del ritorno e ad affrontare l'ineluttabilità della morte.

 

I documenti mesopotamici descrivono l'aldilà come un triste, oscuro paese abitato da esseri "vestiti d'ali" che si cibano di terra e di creta ( le sfingi???).  Lo studioso ebraico, il dott. Zecharia Sitchin uno dei pochi studiosi al mondo capaci di leggere la “Scrittura Cuneiforme Sumera”, offre una spiegazione del mito di Tiamat. Egli afferma di aver trovato notizie, in antichissime tavolette sumere, di un pianeta del sistema solare, Nibiru, ribattezzato "Marduk" dai Babilonesi, il dodicesimo pianeta, ancora sconosciuto agli astronomi, la cui orbita si avvicina a quella della Terra ogni 3600 anni (uno Shar), e durante uno di questi avvicinamenti, nell'epoca sumera, una moltitudine di duecento "angeli" , chiamati "Anunnachi" fu visto sciamare verso la Terra, da cui è derivata la classe dei giganti o titani, di cui parla anche la Bibbia, che li chiama Anachim, i discendenti di Anak, e che erano avversari di Jahveh, il Dio d'Israele.

 

Anche la mitologia greca parla dei Titani, giganti antropofagi che divorarono il dio Dioniso e che per questo furono fulminati da Zeus. I Titani, sei maschi e sei femmine, erano figli di Gea (dea della Terra) e di Urano (dio del cielo), ed anche Omero racconta di Polifemo, un ciclope antropofago con un solo occhio. E' quindi facile vedere, nei Titani, il prodotto di ibridazioni tra esseri terrestri ed esseri celesti, in questo caso gli Anunnachi. Il pianeta Nibiro-Marduk inoltre, secondo il dott. Zecharia Sitchin, in una delle precedenti orbite, ormai lontana nel passato, aveva distrutto Tiamat, il pianeta frantumato nella fascia degli asteroidi, e gli Anunnachi, i giganteschi abitanti di Nibiro-Marduk ne hanno portato notizia sulla terra, dove erano assurti a divinità, e questa memoria era stata incisa sulle più antiche tavolette di argilla che in seguito divennero il mito di Tiamat.

 

 

ASSIRO BABILONESI

 

 

Accanto alle precedenti città elencate e alla mitica Ur che sorsero in questa regione, in seguito si aggiunsero NINIVE e ASSUR, entrambe sul Tigri, quando sorse la stella degli Assiri sotto l'egida del dio ASSUR (Asushur). Gli Assiri ebbero il massimo splendore intorno al 700 a.C. e dominarono tutta la mesopotamia fino al sorgere dei Medi, circa un secolo dopo, e Ninive fu distrutta. Nel corso del tempo, anche Babilonia era stata più volte distrutta e ricostruita, fino al declino di tutta quella civiltà.

Nella prima metà del XX secolo, furono ritrovate le rovine della città di Ninive, capitale degli Assiri, e nella sua biblioteca furono ritrovate le 22.000 tavolette di argilla di Assurbanipal, piene di caratteri cuneiformi che hanno permesso agli studiosi di conoscere la storia di Ninive, dell'Assiria e dei Sumeri.

 

Gli Assiri erano un popolo di guerrieri, stabilitisi ad Assur intorno al 2000 a.C. Essi conducevano una vita dura poiché le loro terre non erano fertili, e quando cercavano di conquistare più terra, erano sistematicamente respinti entro i loro confini dagli Ittiti, dai Babilonesi, dagli Egiziani, dagli Aramei. Obbligata ad aggredire per sopravvivere, l'Assiria ebbe infine una serie di governanti che adottarono una spietata politica di espansione. Assurnazirpal II (883-859 a.C.) sconfisse gli Aramei ad ovest ed arrivò fino al Mediterraneo. Egli e i suoi successori dell'VIII e VII secolo a.C. trattavano crudelmente i loro nemici vinti impalandoli e bruciandoli vivi. Con tali sistemi Tiglat Pileser III oppresse Babilonia e la Siria, Sargon II fece prigioniere 10 delle 12 tribù di Israele, e Sennacherib distrusse le città babilonesi ribelli e fondò la nuova capitale a Ninive, dove costruì un acquedotto che faceva parte di un canale lungo 50 chilometri, che portava acqua ai campi intorno a Ninive. Il re assiro Assurbanipal (669-631 a.C.) imparò il Sumero, fece redigere un dizionario sumerico e una biblioteca di 22.000 tavolette d'argilla che comprendevano opere sui rituali religiosi babilonesi, sulla storia, sulla medicina, sull'astronomia e sulla matematica.

Gli Assiri dovettero il loro successo alle imprese militari compiute da un esercito organizzato: tutti gli uomini dovevano fare il servizio militare; uomini a cavallo e arcieri su carri fungevano da truppe veloci e tutto l'esercito combatteva secondo una tattica militare prestabilita che comprendeva azioni di ricognizione, manovre di accerchiamento e battaglie di assedio. Gli ingegneri assiri fecero dell'assedio un'arte: costruirono enormi piattaforme armate e le portavano fin sotto le mura delle città assediate in modo che gli arcieri potessero tirar frecce sul nemico all'interno, e arieti a testa di ferro che demolivano quasi tutto, eccetto le mura più robuste. Bisognerà aspettare l’ingegno contraddittorio di Leonardo da Vinci per ritrovare simili rivoluzioni tecniche nell’arte della guerra.

 

 

Ziqqurat Assiro Babilonese di Ur – Nammu, del 2.550 a.C.

 

Calendario Babilonese

Calendario Babilonese
In questo sigillo mesopotamico è illustrato il rito propiziatorio per il nuovo anno.

Shamash, il dio del sole, sorge dalla montagna circondata da altri dei (2250 a.C.)

 

La Civiltà Babilonese invece lega le proprie origini ed il proprio splendore alla Città di Babilonia, che letteralmente significa "porta del Dio", sulla cui fondazione aleggiano svariate ipotesi, secondo quanto ci hanno tramandato le fonti storiche più accreditate: Erodoto, Diodoro Siculo, Strabone, Flavio, Berosso, i testi cuneiformi babilonesi e la stessa Bibbia.  La Città di Babilonia è citata già intorno al 1500 a.C., quando nell’area mesopotamica gli Ittiti fecero la loro prima comparsa. Una delle ipotesi fa risalire la fondazione della Città ad un’ignota regina Nitocris. Un’altra ipotesi vuole che la regina Semiramide, illuminata consorte del re Nino, primo re assiro, verso il 900 a.C., abbia fatto erigere o ampliare ed abbellire questa Città bagnata dall’Eufrate per offuscare in parte il prestigio del marito.

 

Il primo re di Babilonia citato dalle fonti è Nabonassar, vissuto tra il 747 a.C. ed il 734 a.C., che poi ha dovuto lasciare il posto all’egemonia assira, iniziata con il re Tiglat Pileser III, che mosse guerra anche contro i Caldei. Il nome della Città di Babilonia è comunque legato al grande re Nabucodonosor II, che regnò dal 605 a.C. al 562 a.C., ispiratore tra l’altro del Nabucco di Giuseppe Verdi.


Grandi ingegneri realizzarono templi e palazzi nella Città di Babilonia, della quale si diceva che fosse così bella da conquistare sia Ciro il Grande che Alessandro Magno. Un esempio è dato dalla maestosa porta di Ishtar, tutta decorata da mattoni policromi, dalla via della processione, dall’oro che rivestiva i templi ed i palazzi, dai giardini pensili considerati una delle sette meraviglie del mondo, realizzati per la regina Amitis, moglie di Nabucodonosor.  

In campo toponomastico i Babilonesi descrivevano dettagliatamente tutte le loro opere con piante e calcoli minuziosi: esistono tantissimi reperti con descrizioni dettagliate di alcune zone di Babilonia. Utilizzarono per la scrittura il codice "lineare B" adottato dai Cretesi, implementandolo con la scrittura cuneiforme. Produssero tantissimi libri: ne sono prova i reperti trovati nelle varie biblioteche. Inventarono le Cronache, molto attendibili ed oggettive, in cui venivano riportate le notizie salienti del periodo, tra queste, le informazioni di carattere bellico avevano poca rilevanza, a differenza di quelle assire fondate sulla guerra. Ciò dimostra che i Babilonesi furono più propensi alla religione e alla cultura, ma anche dal punto di vista militare avevano grossi eserciti, che si avvalevano del carro da guerra, introdotto dai Sumeri e perfezionato dagli Assiri.

Esisteva una classe regale ed una sacerdotale, quest’ultima deteneva il controllo su latifondi terrieri e beneficiava dei relativi proventi. Parallelamente vi era anche una classe borghese, risultato dei fiorenti commerci babilonesi. Poco si conosce della condizione femminile e del resto della popolazione. Il tenore di vita era comunque medio alto. Ciò è testimoniato dall’opulenza delle città e dalla presenza di diversi schiavi. Ciascuna città era ben fortificata, basti pensare alle possenti mura di Babilonia. Nabucodonosor, tra l’altro, fece erigere un vallo al confine con la Media, a nord del suo regno, per prevenire eventuali attacchi.

 

Come accadde presso quasi tutti i popoli antichi, anche a Babilonia era oggetto di particolari osservazioni la Luna che, oltre a colpire per la sua grandezza e per le sue fasi, sembrava fornire il cronometro di più facile impiego.

Per gli astrologi babilonesi il Sole segue in ordine d’importanza alla Luna. Sembra però che essi abbiano notato già in tempi antichissimi, e utilizzato a scopi divinatori,  tanto il suo moto apparente quanto le variazioni del suo punto ortivo nel corso dell’anno.

 

Una caratteristica particolarmente importante della prassi astrologica, già quando si traggono presagi dal Sole, è il principio della “RAPPRESENTANZA”, (siamo entrati  nell’astronomia ma anche nell’occulto) in forza del quale, in alcune contingenze, un corpo celeste può, per le profezie, sostituire l’altro: e qui di norma si tratta di pianeti e stelle fisse. Quando il Sole è tramontato può, (sembra), essere sostituito in vario modo, specialmente da Saturno, che in molte iscrizioni viene indicato addirittura come "Sole". L’epoca in cui i pianeti vennero riuniti in un gruppo di sette, con il Sole e la Luna, resta finora incerta: il primo dei corpi celesti erranti, Giove, occupa un posto a sé in quanto lo si annovera fra le stelle fisse situate a nord dell’equatore celeste mentre gli altri quattro pianeti vengono annoverati fra le stelle equatoriali. Fra tutte le osservazioni astrologiche dei pianeti finora conosciuti spiccano per ricchezza e varietà quelle relative a Venere. A Babilonia già nel 2000 a.C. si sapeva che la stella del mattino e quella della sera sono tutt’una. Saturno che veniva osservato a scopi astrologici nella sua opposizione alla Luna, poteva essere sostituito da un gran numero di stelle fisse e costellazioni. Allo stesso scopo si osservavano i movimenti di Marte, pianeta particolarmente importante per l’astrologia babilonese.

Benché a causa dell’irreversibilità della loro posizione reciproca si prestino a fini astrologici assai meno dei pianeti già ricordati, le stelle fisse e le costellazioni erano tuttavia fatte oggetto di ricerche analoghe essenzialmente perché di ugual colore e quindi di ugual natura. Erano inoltre considerate mezzi importanti per l’indagine dell’avvenire le figure ad esse attribuite fin dall’epoca paleo-babilonese. Alle più antiche di queste appartengono i segni dello zodiaco, gruppi stellari ripartiti fra i dodici mesi dell’anno i cui nomi babilonesi collimano con quelli ancor oggi in uso. In rapporto ai pianeti e ad altri corpi celesti si ponevano infine le comete e le meteore, i venti e le tempeste; si interpretavano i terremoti e si osservava l’alternarsi di annuvolamenti, fulmini e tuoni.

Lo stile di cui ci si serve in questi presagi astrologici è, di norma, semplice ed asciutto, ma certe posizioni della parola nella frase fanno nascere il sospetto che l’Assiro-Babilonese sia stato tradotto dal Sumerico.

L’arte di interpretare le stelle ha desiderato saper leggere nel cielo la direzione dei pericoli incombenti e delle prospettive salutari. E’ proprio a Babilonia che nasce la geografia astrologica ripresa dalle successive civiltà.

Già in epoca paleo-babilonese, il mondo terrestre oggetto di ricerca è diviso in quattro paesi corrispondenti alle quattro regioni celesti: a questi paesi vengono riferiti, in differenti ordini, gli eventi celesti. Anche i pianeti, come pure le stelle fisse e le costellazioni, hanno rilevanza geografica astrologica. Un passo in avanti nell’astrologia geografica fu compiuto con la divisione temporale. Basta ricordare quanto i giorni del novilunio si considerino benefici o malefici per i quattro paesi corrispondenti alle regioni celesti. Inoltre gli astrologi babilonesi ammettevano una ripartizione tra i quattro paesi in particolari eclissi lunari; sostituendo a questi mesi i corrispondenti segni zodiacali e collegandoli mediante linee rette si ottengono quattro triangoli equilateri ( questi ultimi si possono vedere disegnati su una tavola conservata nel museo di Bruxelles che riporta anche il nome dei mesi).

La cosa è stata ritenuta di grande importanza per lo sviluppo dell’astrologia fino a Keplero; su di essa infatti si basa una dottrina destinata a fornire notevoli impulsi non solo agli astrologi ma anche agli astronomi.

L’astrologia e l’astromantica babilonesi sono comprensibili unicamente come emanazione di una religione astrale. Al carattere astrale della religione babilonese rinvia la stessa scrittura cuneiforme nata da una scrittura ideografica. L’antichissima triade divina (Anu, dio del cielo, Enlil, dio della terra e Ea, dio degli abissi marini) era riferita alle "strade" che solcavano la volta celeste.

 

Indizi del ruolo di questi corpi celesti e divinità astrali sono presenti nell'arte e nella poesia babilonese.

Diverse divinità astrali sono riprodotte su pietre di confine e raffigurano gli astri e le divinità astrali insieme ai loro emblemi che ritornano poi sulle sculture, sulle iscrizioni  e sugli amuleti.

(Ricordiamo che tutto ciò è stato terreno di ricerca “visiva” di Picasso.)

 

La descrizione di un noto amuleto, indicato con il nome di “Rilievo di Ade”, in un testo didattico neo-babilonese mostra il significato astrologico della sua scena principale, che a tutta prima si presenta come una guarigione, ma sembra avere anche un significato più profondo. I sette grandi dei, che su questo amuleto vengono raffigurati come degenti e che, stando alla descrizione, potrebbero essere le Pleiadi, e permettono di inserire nei testi esorcistici “i sette demoni maligni” nel quadro delle concezioni astrologiche cui sembra pure strettamente collegato un altro genere di cerimonie di scongiuro e di riti di combustione, quello fornitoci dall’alchima e dalla sua “Tavola Smeraldina” che affronteremo in questa questione artistica.  Il male agisce sempre, ma il bene lo insegue e lo placa!

 

Parlando delle fonti dell'astrologia babilonese, gli antichi astrologi creatori di questa visione del mondo restano in gran parte ignoti; sono bensì conservati i nomi di alcuni astrologi tardo-babilonesi e tutta una serie di relatori e cronisti astrologici alla corte di Ninive. Come insegnano i testi, essi compivano le loro osservazioni nelle specole, dalle alte piramidi a gradini che diedero indubbiamente origine alla leggenda della Torre di Babele. Tuttavia, da queste antiche scritte cuneiformi, parlano uomini in carne ed ossa, che desiderano e sperano, temono e pregano, si contraddicono e si combattono; uomini che, ansiosi di sfuggire alla vendetta del loro signore o re per un presagio di sciagura, alterano il significato delle fonti o, veri e propri stregoni che si rifugiano in esegesi cavillose mescolando eventi cosmici e tellurici. Tutto il sapere e l'indagare di quegli antichi dotti era imbevuto di una forte religiosità, spesso contraddittoria, arando un campo sul quale sarebbe poi fiorita una delle scienze più nobili: l'astronomia.

 

La sete di sapere da sempre muove la scienza, muove anche la Parola di Dio promossa dal Vangelo che è tutt’altra cosa della scienza e della filosofia prodotta dagli esseri umani: possiamo  trasferirci anche su Saturno, conoscere altre galassie, ma la chiave dell’esistenza la fornisce solo il Vangelo, questa E’ ancora l’Unica Vera Scienza. Bisogna credere per comprendere… non il contrario.

 

 

 

Altri popoli mesopotamici:

i Caldei e gli Ittiti.

 

 

Tra il 2300 ed il 2000 a.C. gli Amorrei provenirono dalla regione impervia del Sinai verso la Mesopotamia, sconfiggendo i Sargonidi e dando i natali ad Hammurabi dalla cui dinastia proverranno i fondatori di Babilonia. Questa popolazione si stabilirà nella Mesopotamia Occidentale a sud della Siria. Da questa civiltà derivò anche quella degli Aramei, che si insediarono prevalentemente nel regno di Giuda. E’ a loro che si deve l’origine della Lingua Aramaica, diffusa presso tutti i popoli semiti. Successivamente, a nord di questa regione, si insediò il popolo dei Mitanni, di cui si ricorda il re Tushratta che aveva contatti con i regnanti egiziani ed ittiti. Questo popolo trae origine dagli Hurriti, provenienti dalle regioni caucasiche che avevano come centro principale la Città di Urartu che diede origine all’omonimo regno nell'attuale Armenia.

 

Per molto tempo si è pensato che i Babilonesi fossero i Caldei, sicuramente da questi hanno ereditato conoscenze religiose e culturali e soprattutto quelle astrologiche.

I Caldei, originari delle regioni del Sinai o dall’Arabia e grandi conoscitori della magia si stabiliranno nella Città di Nippur. E’ dimostrato che questo popolo ebbe rapporti molto stretti con gli Egizi interscambiandosi le rispettive arti esoteriche ampliando le conoscenze occulte.

 

In questo periodo viene fondata la grande e splendida città di Ur dai Caldei, ricca delle famose Zikurrat, da cui sembra sia originario Abramo. Entrambi i popoli portarono conoscenze astrologiche, matematiche ed un protosistema legislativo, trasmettendo ai loro successori mesopotamici una profonda tradizione religiosa che sarà ripresa dai babilonesi. Ad est della Caldea, invece, c’è il territorio dell’Elam con capitale Susa, il cui popolo sarà sempre in lotta con gli Assiri e diventerà alleato dei Babilonesi. Essi gestiranno il controllo della Persia sud-occidentale per diverso tempo e saranno protagonisti della storia babilonese.

Le notizie a noi pervenute sui Caldei, popolo che abitava le pianure della Mesopotamia, sono poche ed incomplete. Alcune tavolette di argilla, risalenti al 4000 a.C., ci fanno supporre che i Caldei rappresentassero la casta sacerdotale dei Babilonesi ed è quindi a loro che erano affidate le mansioni di osservazione del cielo soprattutto per fini astrologici e religiosi.  Benché essi non abbiano mai raggiunto i progressi fatti più tardi dai Greci, in campo astronomico, i Caldei li precedettero in alcune importanti scoperte. Erano in grado, infatti, di predire, con una certa approssimazione, i moti diretti e retrogradi dei pianeti, le loro congiunzioni e, soprattutto, erano già capaci di calcolare gli istanti delle eclissi di Luna. Così anche la prima suddivisione del cerchio in 360 gradi, come conseguenza del cammino percorso dal Sole nel cielo. La maggiore precisione porta ad osservazioni sistematiche e fondate sul calcolo di fenomeni celesti come le eclissi, la prima delle quali era stata registrata, dai Caldei, il 19 marzo 721 a.C. Questa ed altre osservazioni di eclissi lunari vengono usate ancor oggi per i calcoli sul moto della luna. A tale proposito ai Caldei si attribuisce la scoperta del "Ciclo di Saros", una successione di 223 lunazioni secondo la quale, ritornando la Luna nella stessa posizione rispetto ai suoi nodi, al suo perigeo e al Sole, si ripetono nello stesso ordine le eclissi del ciclo precedente.
Intorno al quinto secolo si stabilisce che 19 anni solari corrispondono a 235 mesi lunari, con l’approssimazione della frazione di un giorno. 

 

Gli Ittiti furono l’antica popolazione dell'Asia minore, di origine indoeuropea, stanziatasi nel II millennio a.C. nella regione dell'Hatti, nella parte centrale dell'Anatolia, nell’odierna Turchia, delimitata a nord, ovest e sud dal fiume Kizil Irmak.

La prima capitale del Regno Ittita è stata Hattusas, situata ad est di Ankara, che iniziò il primo processo di espansione intorno al 1680 a.C., sotto il re Labarna, spingendosi con il tempo fino alle soglie dell'Impero Babilonese nel 1600 a.C.. Fece seguito un periodo di disordini interni e di decadenza, con la perdita di molti dei territori conquistati. Una seconda fioritura, detta del Nuovo Impero (XV-XIII sec. a.C.), iniziò sotto Suppiluliuma (1380-1340 a.C.), che si occupò di stabilizzare la situazione interna ed intraprese poi con successo un'opera di riconquista dei territori persi, proseguita poi da Mursili II e Hattusi III: sotto quest'ultimo in particolare l'Impero Ittita, ormai esteso fino alla Palestina, ebbe un periodo di grande prosperità. Il regno cominciò poi a disgregarsi sotto la pressioni dei «popoli del mare», che nel tra il XII e l'XI sec. a.C. segnarono la fine del domino ittita.

Numerose sono le testimonianze a noi pervenute della Civiltà Ittita, soprattutto del Nuovo Impero, fra cui alcune fortificazioni, templi, bassorilievi, ceramiche e importanti documenti in carattere cuneiforme, che ci hanno permesso, anche grazie al ritrovamento di tavolette bilingui o trilingui, di ricostruire la Lingua Ittita, appartenente al gruppo anatolico delle lingue indoeuropee. Tra gli scritti rinvenuti, che comprendono traduzioni di opere babilonesi, rituali religiosi e codici legislativi, molto importanti sono gli annali e le cronache, che testimoniano un senso della storia non comune tra le antiche popolazioni mediorientali. Dal punto di vista dell'organizzazione il Regno Ittita aveva un carattere di tipo feudale, il re deteneva sia il potere politico, sia il potere religioso. I popoli assoggettati godevano di una relativa autonomia, soprattutto religiosa, tanto che molti caratteri vennero poi assorbiti dal culto ittita, che presenta forti influenze dell'area mesopotamica. Ciò era dovuto al fatto che molti dei territori conquistati erano organizzati in comunità che facevano capo ad un tempio, per cui nella loro opera di conquista gli Ittiti non fecero altro che mettersi alla guida dei templi e quindi delle relative comunità. Ne deriva un politeismo assai vario, legato alle singole realtà territoriali.

 

 

 

 

EGIZI

 

 

M’intratterrò poco sulla Civiltà Egiza, in quanto la sua Arte fortemente caratterizzata è già ampliamente conosciuta, e al di fuori di questa, dominano le pratiche occulte che possono interessare stregoni e fattucchieri.

Per ulteriori approfondimenti sulla civiltà Egizia e sulle altre civiltà consiglio questo sito:

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/mappa.html

 

La civiltà Egizia, detta da Erotodo “Dono del Nilo” di cui è facile intuirne il motivo, durò 3000 anni, in 31 dinastie, fu la più longeva e misteriosa civiltà di tutti i tempi.

La magia era elemento fondamentale della religione, della cultura, della vita sociale, della politica, della medicina, dell’arte della guerra. Esisteva una divinità della magia “Haka” ed era un dono fatto al popolo dal dio Ra.

I Greci ed i Romani avevano un concetto del destino superiore a tutto, il “Fato”, a cui anche gli dei dovevano inchinarsi: tutt’altra cosa era invece per gli Egizi, il loro destino “Shai” era guidato dalla magia.

Fu preponderante il pensiero della morte negli Egizi, lo fu anche negli Etruschi, ma per gli Egizi divenne pratica divinatoria, mummificazione, reincarnazione, e soprattutto magia.

 

 

La piramide di Cheope e la sfinge “guardiana”, El Giza, Egitto.

 

 

Papiro dipinto del “Libro dei Morti”  Egiziano

“Scena dello scriba-santone Imen-hetep, contabile del bestiame di Amon”
XVIII dinastia: XV secolo a.C.
 Museo Civico di Storia ed Arte, Trieste.

 

Occhio di Horus

dal “Libro dei morti” egiziano

LA FORMULA DELL’OCCHIO DI HORUS PRIVA DI PROSPETTIVA

E’ TIPICA IN PICASSO:

E’ PRESENTE IN MOLTE TRASMUTAZIONI DEI SUOI RITRATTI.

 

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Calendario Egizio
Nefer-Thu, consorte del faraone Amenophis IV offre doni al sole.

 

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Particolare dello zodiaco egizio.

Dal tempio di Hator a Denderah, risalente al periodo della regina Cleopatra,  Louvre, Parigi.

Il toro Apis assiste alla scena del passaggio dalla vita terrena all'aldilà.

Apis era per gli Egizi segno di terra e di fecondità.

 

Tempio di Ramsete II: Abu Simbel.

 

 

                                                 

Menes il primo faraone.

Età Thinita 3000-2700 a.C.

 

 

 

MesoAmerica

 

 

I Maya, gli Aztechi e gli Incas furono gli eredi di civiltà di origini antiche.

 

Gli Olmechi – Periodo Preclassico, (2000 a.C. al 250 d.C.)

I Teotihuacan –Periodo Preclassico/Classico, (250 d.C. al 900 d.C.)

I Tolteci – Periodo Postclassico, (900 d.C. al 1519)

 

 

 

 

MAYA

 

 

I secoli che vanno dal 300 al 900 d.C. videro la nascita di nuove civiltà nel Nuovo Mondo e tra queste vi fu quella dei Maya.

 

 Piramide dell’indovino a Uxmal. VI  X sec. d.C.

 

Dei “Codici Maya” ne restano soltanto tre, gli altri sono stati messi al rogo da padre De Landa nel 1566  per la  loro altissima pericolosità alchemica.  Restano a noi il Codex Dresdensis, il Codex Tro-Cortesianus e il Codex Peresianus. I codici consistono in lunghe strisce di corteccia di ficus battute, impregnate di resina, poi ricoperte di un leggero strato di calce spenta sul quale sono dipinti glifi, cifre, immagini di dei e di animali, sempre con gli stessi colori: nero, giallo, verde, azzurro e rosso, poi ripiegate su se stesse a fisarmonica. 

Il Codex Dresdensis, misura metri 3,50 di lunghezza e possiede 78 pagine. Appartiene alla biblioteca di Dresda dal 1739. Si tratta soprattutto di un trattato di astronomia, ma contiene anche numerosi oroscopi e alcune indicazioni sui riti occulti dei Maya.

 

Per lungo tempo la scrittura Maya, di origine antichissima, fu considerata un invenzione dello stesso popolo Maya, ma in realtà, dopo gli ultimi studi, è divenuto sempre più evidente che furono gli Olmechi, i vicini settentrionali dei Maya, a lasciare a questi in eredità la Glifografia.

Gli Olmechi con le loro piramidi ed i loro megaliti, totem e volti scolpiti nella pietra, hanno influenzato tutta l’arte precolombiana, e ovviamente l’arte moderna che con i suoi nuovi totem ha fatto dell’idolatria una scienza.

 

Comparazione fra un nubiano-egiziano e le teste in pietra degli Olmechi.

 

La scrittura Maya è ideografica, ogni carattere rappresenta un'idea astratta e comporta anche elementi di scrittura a tipo di rebus; è pittografica e simbolica ma non sillabica, sebbene contenga un gran numero di elementi fonetici. Il complicato sistema di scrittura elaborato dai Maya e il fatto che essi lo ritenessero un dono sacro concesso dagli Dei a favore di pochi eletti e privilegiati, faceva si che la Glifografia fosse gelosamente custodita da una ristretta élite dominante che aveva, secondo la tradizione, il potere di mediare tra le divinità e il popolo.

E' noto infatti che un elemento pittografico della loro scrittura poteva sostituire una sillaba e grazie a ciò è stato possibile identificare i simboli fonetici che accompagnavano la figura conosciuta.

 

Per scrivere i numeri, oggi usiamo il sistema detto posizionale: ciò vuol dire che, se leggiamo un numero da destra verso sinistra, nel nostro sistema in base 10 o decimale, ogni cifra ha un valore dieci volte superiore a quello della cifra precedente. Per esempio, nel numero 1987 abbiamo 7 unità, 8 decine, 9 centinaia, e 1 migliaio, dove la decina è pari a 10 unità, il centinaio a 10 decine, e il migliaio a 10 centinaia. I Maya impiegavano un sistema equivalente, ma la progressione numerica andava dal basso verso l'alto, e ogni livello era venti volte più elevato del livello precedente (sistema vigesimale). Le cifre si esprimevano mediante un punto, che stava per l'unità, e una barra orizzontale, equivalente a cinque. Esse potevano essere anche espresse da glifi a forma di testa: questo sistema numerico a testa, serviva  a contare anche le decapitazioni che i Maya effettuavano (come se stessero contando caramelle) per glorificare le loro divinità.

 

I tentativi di localizzare la nascita dell’astronomia sono ancora impossibili: Assiro Babilonesi, Caldei, Egiziani, Fenici, Cinesi, hanno lasciato tracce delle loro esperienze astronomiche sviluppate autonomamente, sparse in tutto il mondo, ognuno delle quali è stata adattata agli usi, ai costumi ed alle tradizioni di ogni singolo popolo.  Sappiamo con certezza che è stata utilizzata la magia per spiegare alcuni misteri dell’Universo già nel 5000 a.C. da molte grandi e piccole civiltà, così come fecero successivamente anche i Maya, che erano davvero all’avanguardia nelle conoscenze astronomiche, ma la precisione dei Maya lascia interdetta anche l’odierna astronomia.

 

Elemento fondamentale della loro esistenza era il mais dal quale deriva il nome del popolo Maya, che aveva l’usanza di adoperarlo anche nel culto dei morti, dopo la pulitura del cadavere, riempiendone la bocca. Di solito i corpi dei defunti venivano sotterrati all’interno della casa, in posizione accovacciata. I poveri seppellivano i loro morti in grandi cumuli artificiali, poco elevati, di terra battuta, all’interno di questi ammassi di terra venivano posti anche più di cinquanta individui. Per le classi più ricche vi erano usanze funerarie diverse: i defunti venivano avvolti in sudari di cotone e si deponevano in questo modo nei cumuli di terra che contenevano una sola persona. Anche la cremazione era usata soprattutto nelle epoche più tarde: le ceneri venivano racchiuse in grandi incensieri o in statue di terracotta che assomigliavano al corpo del defunto, che erano poi venerate dalla famiglia come idoli protettori della casa. Alle volte si conservava il cranio, sul quale veniva rimodellato, con un mastice speciale, il viso del caro estinto. Come gli Egiziani, gli Etruschi e quasi tutte le civiltà antiche anche i Maya credevano che dopo la morte la vita continuasse nella reincarnazione: è ricorrente nelle antiche civiltà posare nel luogo di sepoltura del defunto alcuni oggetti che si sarebbero rivelati utili nell’aldilà. Anche in questa circostanza il corredo funebre era più o meno prezioso a seconda della condizione sociale della famiglia del defunto, gli idoli in terracotta e in  legno accompagnavano sempre le salme nell’aldilà.

 

Maschera funeraria

Maya

con conchiglie nere rinvenuta ad Oxintok

Tra i Maya gli sciamani godevano di grande prestigio: curavano le malattie con sostanze medicinali e riti magici, praticavano l´estasi, accompagnavano le anime nel regno dei morti, nel senso sia fisico che spirituale, in quanto erano anche dei boia.  Per questi motivi erano considerati le personalità più autorevoli, anche i loro corredi funebri erano particolarmente sontuosi. Sono stati trovati in diverse tombe di sciamani oggetti rari, ripresi dall’arte moderna e considerati “belli e solari”: sono oggetti concepiti da riti magici per nulla solari, ma l’antropologia ce le ha rese a nuove verità e a nuove bellezze con le quali risintonizzarsi.

Recipienti di conchiglie e frammenti di quarzo usati per le pratiche di profezia e di magia, gusci di tartaruga, simboli della superficie terrestre, utilizzati anche come strumenti musicali e, molto spesso, anche pezzi di piccole conchiglie con cui si costruivano gli specchi. Quale ornamento personale, agli sciamani erano invece lasciati dei vistosi gioielli decorativi, spesso di giada, armi di ossidiana e di selce e dei particolari spilloni, impiegati per i cruenti sacrifici rituali.

 

 

Il vento, la pioggia, il sole, la luna, la "forza naturale" che fa germogliare il mais, erano le divinità positive e negative, di vita e di morte che i Maya adoravano. Ricordiamo che la Città Maya più importante era Uxmal.  Dalle pianure del Peten e dello Yucatan, dove vivano gli antichi Maya vi era una divinità per ogni aspetto della vita quotidiana e per ogni attività, dai guerrieri agli apicoltori, dai tatuatori ai cantanti, dagli sciamani ai contadini.

Itzama dio del sole era sopra ogni altro dio come Zeus per i Greci e Ra per gli Egizi: Yunkaa il dio del mais e il dio Giaguaro, Chac era il dio della pioggia, ma anche della grandine e dell´eccessiva umidità che poteva distruggere il granoturco. Molti erano anche gli dei malefici, a cui si facevano risalire gli eventi negativi come il dolore, la carestia, la malattia e la morte.

 

  

Lastra di Palenque

La lastra di Palenque è il coperchio di un sarcofago ritrovato nel 1952 nella Città di Palenque, le sue dimensioni sono 3.80 x 2.20 metri e pesa cinque tonnellate. Per molti anni si è discusso e fantasticato su cosa rappresentino le figure riprodotte sulla lastra: varie ipotesi intravedono il viaggio ultraterreno che il defunto si apprestava a compiere, ma secondo altri potrebbe essere una rappresentazione delle principali divinità maya, vi è anche un’interpretazione ufologica della scena in quanto il defunto è rappresentato in quella che sembra una capsula nell'atto di decollare, quest’ultima ipotesi sembrerebbe la meno probabile, sembrerebbe, ma non è affatto da scartare. Mi farò comprendere meglio proseguendo in questo capitolo, con altre immagini assai esplicative, entrando nel territorio dell’Archeoastronomia, ricordandovi che le conoscenze astronomiche, così come quelle occulte, si sono tramandate attraverso idoli, lastre incise, sculture, maschere, monete, non solo attraversi complessi codici misterici.

 

Il dio del cielo era simboleggiato dal serpente con due teste, mentre la dea terra era il dorso di un coccodrillo che riposava in un lago pieno di gigli, qualcosa di simile ai fiori di loto di Krisnha: la missione dei suoi abitanti era quella di nutrire gli dei, in carne ed ossa e spirito!!! Erano dei davvero insaziabili, in particolare Kukulkan, il serpente piumato, al quale venivano dedicati molti sacrifici umani. E se il culto, dal 300 al 900, che si crede  si limitasse ad offerte di fiori, frutti, cani e tacchini, nei periodi successivi assunse un carattere religioso piuttosto cruento: in appositi Pozzi dei Sacrifici, circa sessanta metri di diametro e profondi venti, si gettavano per gli dei oggetti preziosi, animali ed anche tanti esseri umani.  Inizialmente le vittime erano dei criminali, poi si iniziarono a sacrificare prigionieri, schiavi e bambini orfani: ecco eliminato il problema della disoccupazione, con la medesima tattica che adoperano oggi in Brasile e in molte altre parti del mondo!   Attorno a questi luoghi, che erano delle vere e proprie mete di pellegrinaggi, i Maya chiedevano protezione agli dei, la pioggia per un buon raccolto, la vittoria di una battaglia. I riti erano celebrati dai sacerdoti, considerati i detentori delle conoscenze, soprattutto per quanto riguardava il calendario e l´astronomia. Per presiedere alle funzioni i sacerdoti-boia si dipingevano d’azzurro, a questo colore i Maya avevano associato i sacrifici  e indossavano vestiti di pelle di cervo, di giaguaro e di altri animali perché ritenevano che in questo modo si potevano trasformare in animali e assorbire le loro capacità: dalla forza del giaguaro alla vista dell’aquila.

 

 

El Castillo a Chichén-Itzá

 

El Castillo a Chichén-Itzá una piramide alta oltre 30 metri sulla cui cima si trova il Tempio di Kukulcán e il pozzo sacro, dove avvenivano i sacrifici umani.

 

 

Campo del gioco della pelota

di Chichén Itzá.

La più tipica e singolare cerimonia maya era il gioco della “Pelota”, palla: sport e rito sacro insieme, veniva effettuato su speciali campi in terra battuta, circondati da alti muri in pietra. La palla era di gomma, composta da estratti resinosi simili al caucciù,  sostanze usate anche come incenso e quindi ritenute divine.  I giocatori erano divisi in due squadre da sette elementi ciascuna e dovevano passarsi la palla senza toccarla con le mani ed i piedi, ma solo con i gomiti, le cosce e le ginocchia. Nella fase più antica della storia del popolo precolombiano era previsto alla fine della partita il sacrificio della squadra perdente con la decapitazione, che veniva immolata in onore del Sole. Come vedete la civiltà dei Maya era molto solare: dobbiamo ringraziare anche l’antropologia se noi tutti non abbiamo più la forza di                                                                   chiamare le cose con il loro nome.

 

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AZTECHI

 

Quanto appena detto dei Maya… lo ritroviamo negli Aztechi… veri artisti del sacrificio umano… ecco perché il 12 Dicembre del 1531 apparve la Vergine di Guadalupe… l’Acheropita per antonomasia esposta nel 10° Capitolo.

 

Preceduta dalle culture locali più antiche, l'Arte Azteca giunse alle sue originali espressioni nel periodo che va dal XII al XV sec. d.C.  Gli Aztechi stabilirono il loro centro a Teotihuacán che chiamavano Città degli Dei, interamente costruita in pietra dalle popolazioni precedenti che lasciarono intatto il mistero della loro scomparsa.

Sono misteri fatti dei medesimi templi piramidali, templi che a quanto pare, erano anche degli osservatori astronomici e non solo alture per compiere sacrifici umani, ma i due aspetti conducono ad un solo traguardo… strettamente correlato all’invocazione dei demoni in cambio di alcuni favori,  di alcune predizioni, e di molte conoscenze… sia filosofiche, sia scientifiche. Sono le medesime cognizioni diventate “capisaldi dell’umanità” provenienti dal medesimo consiglio del maligno invocato in tempi e in luogi assai diversi tra loro.

 

Vi invito a guardare meglio la complessità degli aspetti religiosi, scientifici-astronomici, artistici e sociali di tutte le antiche civiltà. “Dai loro frutti potrete riconoscerli.”  

E’ abbastanza ambigua l’onnipresente forma della piramide se appare in luoghi e civiltà così tanto diverse e distanti tra loro, proprio accadde anche con i dischi solari e le sfingi, anch’esse presenti nella Civiltà Azteca.

 

Vi sono diversi documenti aztechi conservati dagli spagnoli cristiani sui presagi della loro fine: profezie  che anticipano di dieci anni l’arrivo degli spagnoli nel Messico Meridionale.

Le profezie dei Maya sono molto più incredibili, meglio dire credibili solo per la scienza che resta affascinata dalla precisione dei Maya, così come è incredibile che in Grecia Democrito potesse avere una tale precisione “atomista” della composizione della materia… senza possedere microscopi!

 

Le questioni delle forme dell’anticristo pian piano dovrebbero ampliare la visione del mosaico immondo di un piano unitario che ci ha condotto all’Inumanesimo… il male agisce… avrebbe già distrutto ogni cosa se non fosse stato per il bene che lotta e lo combatte con forza e con coraggio.

Nel momento in cui lo sveli… il mistero si disperde nell’aria… sfaldando la sua forza occulta.

 

Lo capiremo meglio affrontando tra un po’ l’alchimia e la sua figliastra, la chimica, che ci hanno condotto alle 53 emergenze planetarie: se la chimica avesse fatto passi da gigante, l’umanità si sarebbe estinta già da un po’ di tempo.

Il piano della bestia, pur nella sua complessità,  è sempre più chiaro.

 

 

Veduta dei templi di Teotihuacán

 

 

Mosaici aztechi rinvenuti dagli scavi del tempio Mayor,

la più grande piramide dell'antica capitale Teotihuacán

 

Anche dai mosaici aztechi possiamo dirlo:

ha inventato forse qualcosa l’arte moderna-contemporanea

quando afferma di essere unica, originale, e del proprio tempo?

 

Gli arcani ritrovati di Picasso risintonizzeranno il mondo con l’idolo…

e con colui che è dietro l’idolo.

 

 

Gli Aztechi sviluppano intorno  al loro complesso e feroce cerimoniale del sacrificio umano, tutto un nuovo repertorio scultoreo, e il caso del cuauhxicalli (vaso d’aquila) nei quali la forma della sfinge in alcuni vasi è palese. 

Il cuauhxicalli, era il terribile recipiente in pietra destinato a ricevere i cuori ancora palpanti delle vittime del sacrificio che venivano squartate vive.

Generalmente questi recipienti sono ornati, all’interno con penne stilizzate di aquila e con rappresentazioni di cuori umani sui lati, mentre esternamente sono finemente scolpiti; inoltre, quasi sempre presentano, alla base, un’immagine del dio Tlaltecuhtli, il signore della terra, dio della morte, sotto le sembianze di un mostro dalle fauci spalancate e con il corpo ornato di collane di crani di vittime.

 

 

   

Vasi dell’aquila: cuauhxicalli

Nel  vaso a destra è visibile la forma rigida arcaica della sfinge:

zampe di leone, ali di aquila, testa di serpente.

 

 

 

                                   Pietra do sol                                        Disco solare azteca

 

Le forme esoteriche azteche pervenuteci sono moltissime, soprattutto le enormi sculture destinate non al pubblico, ma ai soli iniziati che conoscevano il misterioso linguaggio dei simboli esoterici. Famoso il rilievo calendariale noto come Pietra del Sole conservato al Museo di Antropologia di Città del Messico, di oltre 3 metri di diametro e pesante 24 tonnellate, raffigurante al centro il volto del dio del Sole e del mondo, e tutto attorno i simboli delle quattro ere preistoriche e dei giorni, chiusi in una composizione circolare con l’anello esterno formato da due serpenti. Sarà proprio nei grandi monoliti che gli Aztechi ottennero i maggiori risultati, facendo della gigantesca Pietra del Sole un vero e proprio monumento universale, dedicato al  (quinto sole) (la quintessenza alchemica nel consiglio del maligno).

 

 

I guerrieri atlanti della città tolteca di Tula

 

Come si è potuto notare negli esempi precedenti, il problema della morte, che costituì un motivo di costante preoccupazione nella società e nell’arte di ogni civiltà arcaica, diventa uno dei temi prediletti degli Aztechi,  impregnati e ossessionati dai sacrifici umani più di ogni altra civiltà.

 

Colma di simboli cosmici e di attributi bellici riuniti in sembianze mostruose, tutta l’Arte Azteca è stata una delle più grandi ispiratrici dell’arte moderna-contemporanea intrappolata nei suoi stessi mali.

Nell’eterno gioco degli opposti di satana, (macrocosmo e microcosmo), raffigurando il dualismo tra la vita e la morte, anche il culto della dea della Terra è la “dea-madre che ci nutre per poi divorarci”.

 

La prima formulazione delle idee cosmologiche si trova nei miti, con i loro simbolismi e le loro metafore, oltre gli aspetti delle medesime divinità.

Con le loro speculazioni filosofiche i Tlamatinime (sacerdoti-filosofi-boia) orientarono il proprio pensiero verso l’aldilà. Non era precisamente la condotta morale ma bensì il tipo di morte a determinare il destino dei defunti, che veniva deciso dagli dei. Senza dubbio gli Aztechi avevano una coscienza storica, poiché erano orgogliosi delle imprese vittoriose dei loro eroi e delle proprie tradizioni culturali che risalivano a tempi anteriori, soprattutto all’antico impero dei Tolteci.

E’ davvero difficile parlare di pensiero filosofico e artistico di fronte all’ideale dei guerrieri aztechi, orientati verso la <<guerra fiorita>> e verso i sacrifici destinati a proteggere la vita del Sole, minacciato da un quinto cataclisma, come se fossero stati scelti da un dio che aveva bisogno costantemente di sacrifici umani e di sangue per illuminare il mondo.

 

Huitzilotopochtli

Il dualismo  del dio sole azteca e delle oscurità della luna.

 

L’arte parla

è quest’arte parla del male.

 

I sacerdoti aztechi, come quelli maya, erano custodi di varie scienze. Il calcolo astronomico e quello matematico furono le basi del calendario, di estrema importanza per la vita religiosa e politica e per il destino degli uomini. I Tlamatinime, familiarizzando con i calcoli, cercavano di misurare il corso degli astri nel cielo con la mano, usata come un sestante, divinizzando il significato degli anni nel destino degli dei e degli uomini. Dalle  eredità delle credenze dei Tolteci, i giorni del calendario azteco furono chiamati: coccodrillo, vento, casa, lucertola, serpente, morte, cervo, coniglio, acqua, cane, scimmia, erba, canna, giaguaro, aquila, avvoltoio, movimento, selce, pioggia, fiore.

 

Della conoscenza della medicina azteca è rimasta testimonianza nell’opera “Storia delle piante della Nuova Spagna” del Dott. Francisco Hernandez, un medico mandato appositamente da Filippo II a studiarla in Messico, alla fine del XVI sec. Le piante sono descritte sotto l’aspetto botanico e farmacologico, con l’indicazione delle loro proprietà curative, e ne risulta che l’impiego delle piante medicinali era forse, in molti posti, più sviluppato che nella stessa Europa. I guaritori facevano unguenti ed impiastri con oli e resine, cataplasmi con erbe e radici, foglie e cortecce; essi adoperavano anche gli infusi, i decotti, i purganti, le polveri, ecc., mentre la linfa di alcune piante serviva per preparare delle gocce medicamentose cicatrizzanti.  Tanto gli uomini quanto le donne praticavano la medicina empirica, trasmettendosi le conoscenze di padre in figlio, dopo aver compiuto un periodo di apprendistato prima di esercitare la professione: un breviario di precetti tramandati verbalmente. Le malattie erano attribuite a un’origine magica religiosa, come l’introduzione di un corpo estraneo o l’influenza malefica di un dio o di una persona; nei metodi di cura intervenivano mezzi naturali e pratiche di magia, e si riteneva che determinate pietre o determinati animali avessero effetti terapeutici.

 

 

 

INCAS

 

Gli Incas furono gli eredi di più di 3000 anni di Civiltà Andina. La loro originalità si manifestò soprattutto nel contesto dell'organizzazione dell'impero, uno dei più grandi di tutta la storia, e nel sistema fortemente gerarchizzato, che aveva come centro il sovrano Incas, considerato figlio del Sole (la principale divinità dello stato) (è la medesima concezione scintoista giapponese nel culto dell’imperatore, dio del sole).

Su tutto il territorio dell'impero si sviluppò una fitta rete di strade, percorse dai famosi "chasquis" (messaggeri imperiali), che trasportavano mercanzie o messaggi urgenti. Sulle cime più alte delle montagne si officiavano riti alle divinità del Cielo e della Fertilità, e come sempre, sacrifici umani.

Gli Incas hanno gradualmente imposto la propria dominazione ai popoli che li avevano preceduti (la parola Incas significa "capo" "sovrano"); nel XV° secolo il loro impero si estendeva per più di un milione di chilometri quadrati, superando i limiti dell’attuale Perù, incorporando in particolare l’Ecuador. E’ necessario notare che fino al XIX° secolo si usava attribuire agli Incas una grande antichità comprese le vestigia archeologiche rinvenute in Perù ed in Bolivia ; alcuni studiosi facevano persino risalire le loro origini all’inizio dell’era cristiana.

Il fasto della Civiltà Incas, la loro arte, l’architettura, le istituzioni ricordavano agli storici del vecchio mondo l’Egitto, la Mesopotamia e l’Estremo Oriente. I lavori archeologici, il cui iniziatore fu il tedesco Max Uhle , hanno permesso di rivedere tutte le ipotesi più o meno fantasiose che circolavano sulla grande civiltà precolombiana. Gli Incas compaiono solo nel XIII° secolo della nostra era; le informazioni puramente storiche risalgono solo al XV° secolo (verso il 1408). L’impero Incas è durato solo un secolo ( fino alla conquista Spagnola ): esso era l’ultimo di una serie di Stati che si sono avvicendati nelle regioni andine e lungo la costa dell’America sud Occidentale. E’ stato possibile attribuire a questa "società preincaica" un considerevole numero di vestigia archeologiche.

 

Eredi di una lunga tradizione che aveva accumulato esperienze umane e sociali, gli Incas progredirono rapidamente. Le numerose feste religiose incaiche si basavano sui cicli del Sole e della Luna ricordandoci delle grandi superstizioni appartenenti a tutti i popoli antichi. I sacrifici religiosi erano una parte importante di queste feste nelle quali venivano immolate i Lama o i porcellini d'India, ma è stato ampliamente dimostrato che nei templi più importanti venivano immolati anche molti esseri umani. Gli Incas utilizzavano i lama come bestie da soma, mentre gli alpaca venivano addomesticati e allevati principalmente per ricavarne lana, data l’importanza di questi animali, raramente le famiglie li utilizzavano per scopi alimentari, ma agli dei veniva concesso tutto.

 

Cuczo

Gli Incas realizzarono la loro architettura monumentale con enormi blocchi di pietra perfettamente assemblati ad incastro, senza calcina, come il Tempio del Sole a Cuzco, che fu edificato con un minimo di attrezzatura.

Diversamente da quanto avvenne per i blocchi tagliati regolarmente, a parallelepipedo, adoperati dagli Egizi nelle Piramidi, che furono trasportati con metodo matematico anche in relazione alla forza degli schiavi, le forme irregolare dei blocchi di Cuczo, resero davvero ardua l’impresa del trasporto e della loro collocazione.

Le espressioni artistiche maggiori della civiltà Incas li troviamo nei templi, nei palazzi, nelle opere pubbliche e nelle fortezze strategicamente localizzate di Machu Picchu. A questi vanno aggiunti i terrazzamenti e i pendii opportunamente trattati per la coltivazione, i ponti sospesi a base di corde interlacciate (alcune di 100 metri di lunghezza), i canali d'irrigazione e gli acquedotti, le miniere e i luoghi per la lavorazione dei metalli, soprattutto il bronzo che fu ampiamente adoperato per la realizzazione di attrezzi e ornamenti

 

 

 

La Cittadella di Machu Picchu è il più notevole monumento architettonico del Perù. La vegetazione esuberante e impenetrabile che la circonda non fa che accrescere la bellezza e il mistero delle sue rovine e degli imponenti muri di pietra: le costruzioni si inseriscono armoniosamente in un paesaggio montuoso stretto e difficilmente accessibile, a picco sull'impressionante precipizio del fiume Urubamba, che scorre in curve sinuose e veloci 400 metri più in basso.

Orchidee di tutti i tipi danno un aspetto ancora più lussureggiante e singolare all'ambiente naturale. La Cittadella si trova a 2400 metri sul livello del mare, tra due montagne, una delle quali, l'Huayna Picchu, dà la posizione topografica della zona.  Dalla sua scoperta, avvenuta nel 1911, Machu Picclui non ha mai smesso di essere un vero e proprio enigma archeologico, sul quale si formulano domande che forse resteranno per sempre senza risposta, ma una certezza l’abbiamo, oltre il fascino del mistero di queste alture, emergono civiltà poco solari.

 

 

 

I megaliti

dell’Isola di Pasqua.

L’Isola di Pasqua fu scoperta dal capitano Jakob Roggeveen, olandese, il giorno di Pasqua del 1722. Si trattava di una piccola isola sperduta nell'Oceano Pacifico, non segnata sulle carte, dalla cui superficie spuntavano decine di enormi teste di pietra dalle orbite vuote. L’isola, denominata dai nativi Rapa Nui, si trova a 3700 chilometri dalla costa del Cile, e nei suoi 400 chilometri quadrati di superficie nasconde un grande numero di misteri, e forse molti non sarebbero tali se, nel 1862, i trafficanti di schiavi peruviani non avessero deportato gran parte dei suoi già scarsissimi abitanti. Quando infatti si cominciò a studiare l'isola da un punto di vista antropologico e storico, la sua struttura sociale era completamente distrutta, e l'origine della sua scrittura dimenticata insieme a quella dei Mohai.

I riferimenti formali di queste statue con il Cubismo sono evidenti: esse saranno il fondamento della nuova cultura occulta-arcaica.

 

 

 

 

 

 

 

PREMESSA

DELLA QUESTIONE SCIENTIFICA:

Il mistero degli U.F.O. : perché non sono entità positive.

I marchi alchemici - artistici nel mistero dei cerchi nel grano.

 

 

 

CELTI

 

         

 

  

Lucertola Vichinga

della chiesa di Urnes

1035-1150 Norvegia.

I Celti furono vicino a Cristo e alla Sua Chiesa solo demograficamente.

Vincoli religiosi comuni univano i membri delle tribù di tutte le popolazioni del  Nord Europa molto prima dell’avvento di Cristo, ma le pratiche  magiche sono continuate anche dopo Cristo, facendo di alcune di queste popolazioni, le più rozze e sanguinarie della storia. In forme democratiche, apparentemente civili, la storia si ripete, con esiti mostruosi che hanno superato ogni immaginazione. Dalla filosofia, alla scienza e all’arte moderna, è stato palese  il grande contributo del Nord Europa nell’apertura dei sigilli dell’Apocalisse.

 

La pericolosità di certe pratiche occulte e il revival pseudoculturale che lo oggi le sostiene le abbiamo iniziate a valutare dai sotterranei della Cattedrale di Chartres. Ma dei mostri clonati dalla scienza, realizzati unendo il gene animale con il gene umano, se ne parla ancora poco: sono mostri simili a quelli riprodotti dall’Arte Celtica. Civiltà antichissima forse quanto quella Mesopotamica.

 

Riferimenti formali tra l’Arte Celtica e Picasso ve ne saranno ben pochi, eppure proprio ora potremo afferrare tutto il senso della medesima volontà della “trasmutazione della forma e della sua essenza.”

  

La religione celtica era fondata sulla fede nell'immortalità dell'anima che, al momento del trapasso, entrava nel corpo di un neonato; inoltre si credeva che i druidi discendessero da un essere supremo e per tale motivo in essi venivano riposte tutte le speranze della loro civiltà.

Divinità panceltiche convivevano con divinità locali, associate a singole tribù o a luoghi sacri.  I luoghi di culto comprendevano recinzioni sacre, ma anche strutture più complesse, quali pozzi, forse collegati al culto della terra, nei quali venivano gettate le vittime di sacrifici (uomini e animali), spade e altre offerte votive.

Gli antichi Celti, insieme ad altri popoli dell'epoca, praticavano una forma selettiva di sacrificio umano. Vi  erano quattro forme di morte sacrificale, una per ogni elemento: impiccagione - morte per aria, annegamento - morte per acqua, cremazione - morte per fuoco, sepoltura da vivi - morte per terra.

Aria, acqua, fuoco, terra: i Celti sono stati all’avanguardia nelle pratiche del male, davvero insuperabili. In genere le vittime erano prigionieri di guerra, criminali, ma anche poveri e vagabondi:  sembra di poter intuire un razzismo innato di certi popoli “alla Nietzsche” che prevedeva l’eliminazione sistematica per chi non facesse parte del loro “clan”.

Anche una serie di elementi naturali avevano un significato religioso: l'agrifoglio e il vischio, ad esempio, erano sacri, così come le querce e i boschi. Gli animali erano venerati come totem tribali; erano inoltre praticate molte arti divinatorie che interpretavano il volo degli uccelli e le viscere delle vittime sacrificali, anche di quelle umane. 

I druidi erano i sacerdoti-stregoni preposti a tali divinazioni, loro stessi erano incarnati nel male condizionando e governando i riti e le feste religiose. Nelle zone della Gran Bretagna non invase dai romani, il druidismo sopravvisse finché fu soppiantato dal Cristianesimo, ma continuò a vivere nel segreto di pochi, fino all’odierna massoneria dedita ad antiche pratiche alchemiche e ai culti satanici.

 

  

Megaliti di Stonehenge

 

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Tempio-Calendario celtico di Stonehenge.

I druidi praticavano meglio di chiunque altro particolarmente  la magia astrologica ed erano assistiti da profetesse e maghi. I blocchi di pietra conosciuti come “dolmen” erano usati dai druidi come altari e templi concepiti per divinazioni.

Abbiamo visto precedentemente le forme dei dischi solari ritrovandole in forme diverse ma nei medesimi significati tra le antiche civiltà: questa volta invece, per la prima ed unica volta, i dischi solari diventano veri e propri templi. A Stonehenge sono allo scoperto,  non vi sono Cattedrali come a Chartres che li soprintendono sorvegliandoli.

 

 

Se i megaliti di Stonehenge fossero solo un osservatorio astronomico, come ci dice elegantemente l’antropologia, non riusciremo a comprenderne la sua volontà principale “mistica-occulta”: potremo definirlo in vai modi questo luogo, anche pista di decollo per le anime e di atterraggio per le divinità-demoni. Invocazione e materializzazione dell’evento.  Questo è in sintesi il significato dei dolmen di Stonehenge.

 

Il medesimo simbolismo occulto di "NOZZE COSMICHE" che i Druidi celebravano nelle selve e nei luoghi dei megaliti di Stonehenge, si ripete nella posizione degli astri che si allineavano incanalandosi nei condotti della Piramide di Cheope, per ricongiungere Orione-Osiride a Sirio-Iside.

 

Croce druidica

detta croce celtica

Siamo giunti ad un capolinea delle forme dell’anticristo.

 

LA CROCE CELTICA quando è fissata nel terreno presenta il braccio sud allungato e ciò la rende molto simile alla croce cristiana, ma a differenza della Vera Croce, la croce celtica riporta il cerchio. Perché?

Credete a chi vi pare, se l’antropologia è la vostra scienza essa vi dirà che il cerchio serve a catturare le farfalle, come la farfalla che è stata messa nella foto per abbellire la forma anticristiana per antonomasia; quel cerchio serve a catturare, meglio dire a “fermare” Colui che dovrà arrivare sulla Croce. I druidi sentivano arrivare i passi del Re della Croce con 10.000 anni di anticipo. Quella che sembra una croce cristiana è in realtà  la più potente forma artistico-religiosa dell’anticristo. L’anticroce!

 

Tutta l’arte e l’artigianato celtico, sono fortemente caratterizzati da un vastissimo repertorio di forme tutt’ora adoperate per l’esecuzione di riti esoterici terribili, satanico-massonici, soprattutto la croce druidica detta croce celtica di origini propriamente preistoriche, come quella ritrovata nelle grotte del Nord della Francia risalente al 10.000 a.C.  Di croci celtiche ne esistono diverse varianti, alcune delle quali presentano incisioni e lavorazioni molto complesse: può accadere che vi vengano rappresentate figure umane per narrare eventi in opposizione alla Sacra Bibbia.  Tuttavia, i nodi, le spirali, gli intrecci geometrici e i ricchissimi motivi zoomorfi sono quelli che vi compaiono frequentemente; questi sono gli stessi elementi che caratterizzano gli oggetti in metallo e i manoscritti miniati della stessa epoca. Contrariamente delle scene della Vera Crocifissione Cristiana che mostrano la sofferenza di Cristo seminudo e martoriato dalle ferite infertegli, la croce celtica sembra fatta per essere esteticamente bella.

L’arte di mimetizzarsi è la vera arte del maligno, sia nella forma, quanto nei pensieri e nelle azioni che ci fa compiere inconsapevolmente.

 

Quante croci sovrapposte tra loro sono ancora presenti nella bandiera della Gran Bretagna? Non credo che bastino solo queste ipotesi per intuire o per scoprire che uno dei cosiddetti popoli più civili del mondo sia uno dei popoli più anticristiani.

 

A buon diritto, dobbiamo ascoltare la controparte, l’antropologia, che sa rendere simpatica e accattivante una forma-forza pienamente occulta sia essa bella o brutta:

 

 

 

“Nella croce celtica il cerchio è spesso simbolo lunare-femminile, mentre la croce inscritta in un cerchio, sia che i bracci ne fuoriescano, sia che invece ne rimangano inscritti, è simbolo solare-maschile. Alcuni fanno risalire l'origine della croce celtica ad un simbolo hindù che rappresenta il principio maschile e quello femminile. La croce in sé si ricollega anche ad altre idee: le quattro direzioni dei quattro punti cardinali, l'incontro della linea orizzontale con quella verticale ad implicare l'incontro delle forze della terra e quelle del cielo. La croce celtica rende esplicito il mistero del centro.   Essa, la croce celtica è diffusione, emanazione, ma anche riunione e sintesi a seconda della direzione del moto, se dall'interno verso l'esterno o viceversa, è forse il più completo simbolo, il più universale, che praticamente tutte le civiltà hanno adottato nel proprio patrimonio simbolico. E' un simbolo spaziale e temporale e questa proprietà privilegiata lo rende adatto ad esprimere il mistero del cosmo animato. Non a caso molte abbazie hanno una pianta a forma di croce determinata dall'incrocio della navata centrale e dei transetti, essa viene ad essere il centro del mondo, e l'uomo, al suo interno si orienta espandendosi nelle quattro direzioni. Da quanto scritto sopra, la croce celtica potrebbe ben adattarsi ad una rilettura simbolica in chiave ermetica secondo il paradigma di ERMETE TRISMEGISTO  "come in alto, così in basso." (INCREDIBILE, L’ANTROPOLOGIA NON DISTINGUE IL SIGNIFICATO DELLA CROCE CRISTIANA CON QUELLA DELLA CROCE CELTICA! UN VERO MINESTRONE!) “Nella croce celtica possiamo infatti vedere la  rappresentazione del rapporto dinamico che viene così creato nel movimento centrifugo che dal microcosmo umano porta al macrocosmo dell’universo o centripeto nel senso opposto, dal macrocosmo al microcosmo.” (ECCO, SIAMO RITORNATI AI PRINCIPI DEL TANTRA INDUISTA E DELLE ALTRE FORME DELLE CIVILTÀ CHE ABBIAMO ESAMINATO ANCHE NELLA QUESTIONE RELIGIOSA. E CHI E’ QUESTO ERMETE TRISMEGISTO? UN GUFO? ALLA FINE DELLA QUESTIONE ARTISTICA COMPRENDEREMO MEGLIO: SPIRITO SANTO ASSISTIMI ANCORA TRA TRAPPOLE DELLA CULTURA!)

 

 

 

Iconografia del Chi Rho

 Assai diversa fu la Croce Cristiana. Agli albori del Cristianesimo vi fu una Croce particolare, anch’essa presenta un cerchio, ricordiamola per imparare a distinguerla.

Il segnale di Cristo è formato dalle prime due lettere sovrapposte del suo titolo greco" Christos", (CRISTOS), il primo dalla lettera greca Chi (X), ed il secondo dalla lettera greca Rho (P). Il crisma fu utilizzato anche come emblema da Costantino, dell'Impero Romano del IV secolo, oltre che come insegna militare e simbolo di vittoria (di conseguenza interpretato come vittoria di Cristo).

 

Non sembrerebbe affatto un’ esempio felicemente cristiano quello di portare la croce sulle armi e sugli stendardi militari, eppure se chiudete gli occhi e provate ad immaginare cos’era il mondo anticamente vi renderete conto di quanti druidi, streghe e stregoni, fattucchieri, indemoniati e nel tempo anche antropologi luterani, riempivano la terra di paure e di menzogne.

 

Il pericolo maggiore è sempre quello di mettere le cose insieme, alchemicamente: potremmo ritrovarci a compiere anche  trasmutazioni culturali e artistiche per fare dei simboli e delle parole tutto ciò che si vuole, secondo insegnamenti privi di Dio, sulla scia dell’antropologia e della psicologia,  dell’alchimia e della filosofia.

 

 

 

Il senso letterale di “simbolo” è di  “messo insieme”, e deriva dal greco “sumballein” “gettare insieme”.

“È ciò che dovremmo essere: gli uomini  si amano perché, all’origine, sono stati tagliati in due dalle divinità gelose e, da allora, ognuno va alla ricerca della propria metà smarrita.”

Platone - Convito 189-93

 

Il termine “diavolo” dal greco  “diaballein” dice invece proprio il suo contrario: dividere.

 

Dovremmo iniziare ad unire ciò che deve essere unito, e dividere ciò che deve essere diviso, senza rimestare minestroni culturali.

 

Anche il mandala è un cerchio, ma è un cerchio iniziatico simile alla forma occulta del labirinto:  “mandala” parola sanscrita che significa “cerchio magico”.

Assai diversa fu dunque la Croce Cristiana dalla croce celtica. Il cerchio, il quadrato e la croce, sono in Cristo, Luce e Verità riprese architettonicamente anche nella pianta di ogni singolo pilastro, lì dove la struttura richiedeva di scaricare forze maggiori sostituendosi alla sfericità della colonna adoperata per le Chiese Cristiane più leggere come quelle Paleocristiane e quelle di Brunelleschi; ma è, resta, resterà Croce Cristiana sin dentro ogni minimo particolare della Casa del Signore, dal transetto al pilastro, dall’effige dell’ Eucarestia sin dentro i nostri cuori pieni di speranza che sono il piccolo grande tempio di comunione con Dio.  

 

Inizia ad evidenziarsi… il problema: quanto resta di vero nella cosiddetta cultura?

 

Da tutti gli intrugli druidici, mesopotamici, tantristici, para-psicolabirintici-piramidali-sacrificali, taoistici, aristotelici, ermetici, paracelsici, marxistici, freudiani, einsteiniani, ed ora anche picassiani…

…sembra che in molti, in troppi, abbiano partecipato alla costruzione del marchio della bestia!  

 

Così anche l’arte ha ceduto al piano della bestia che volge al termine, in quanto tutto è passato di moda, o meglio dire, ogni moda è stata annullata da se stessa estinguendosi nel nulla… mentre…

 

CRISTO REGNA ANCORA,

SEMPRE, SEMPRE, SEMPRE!!!

 

QUANTO TEMPO PERSO A NON AMARE, A NON AGIRE PER AMORE DISPERDENDOSI NEL SAPERE, MA NEL SAPERE COSA?  CHE DA STONEHENGE, DA EL GIZA, DA BABILONIA, DA UXMAL, DA ALESSANDRIA, SI POTEVA PRENDERE L’AEREO PER ANDARE A SPOSARSI CON I DEMONI?

 

DOVE SI VUOL CONTINUARE AD ANDARE SENZA VANGELO DA NEW YORK A DOVE CI PARRA’ A NOI?   BUON VIAGGIO… CON L’INQUINAMENTO GLOBALE NEMMENO GLI AEREI E LA NUOVA CULTURA DURERANNO PIU’ DI TRENT’ANNI!

 

 

La Stele di Turoe (Irlanda)
 Sec. I a.C.- Sec.I d.C.

La Stele di Turoe è un ennesimo esempio di Arte Celtica Insulare che traspone simbolicamente, secondo un complicato stile criptico, l’immagine del cielo osservato dai Celti d’Irlanda. Nelle attribuzioni conferite alla simbologia per leggere la Stele hanno chiamato in causa anche i fattucchiere dipingendola con il classico stile della “NEW AGE ANTROPOLOGY”.

 

Siamo ormai entrati nel territorio dell’Archeoastronomia.

Quanto ci sarà di vero nei suoi insegnamenti che vende i biglietti per la partenza cosmica?

Certi insegnamenti attribuiscono la nascita dell’uomo agli extraterrestri sbarcati sulla terra.  Vi sono sempre meno dubbi  (lo vedremo tra poco) a riguardo l’ipotesi che in epoca preistorica la Terra fu più volte visitata da entità extraterrestri così come lo è ancora oggi.  L’universo è tanto grande: gli U.F.O. esistono ma non siamo i loro discendenti!

 

 

I NODI CELTICI

 

 

 

Esempi di nodi celtici

 

Vi ricordano qualcosa questi nodi a catena senza fine?

 

Golden Chain?

Catene Massoniche?

 

Come mai non prendono un Crocifisso Vero tra le mani… si bruciano le dita?

 

Il mondo è bello perché è vario

basta sapersi ricordare

dov’è la Verità

per ritrovare la Via

e ricominciare la Vita.

 

bridget

bridford

wise

caithlin

rosaleen

duleek

tre 

Nodi celtici

 

Non vi alcun dubbio che le forme dell’anticristo,  siano in numero di gran lunga maggiori rispetto alle forme cristiane o quanto meno alle forme non utilizzate per riti propiziatori-sacrificali-magici-esoterici-occulti e via discorrendo.  In tale proposito il “nodo celtico” è un vero e proprio modulo artistico-occulto adoperato per simboleggiare ed ornare ogni cosa, applicandosi come un vero alfabeto per soli iniziati nella vastità del suo repertorio. Sono nodi d’infinite soluzioni formali intese come forme eterne che tracciano un percorso ininterrotto senza inizio e senza fine. L’intreccio celtico a tema zoomorfo, molto probabilmente fu introdotto dalle tradizioni artistiche dei Pitti, dei quali, i monumenti in pietra si presentano in croci e motivi animali, ma anche dalle tradizioni germaniche e scandinave, con i loro animali che si riavvolgono su loro stessi.

 

QUESTI DISEGNI ENORMI

E TERRIBILMENTE GEOMETRICI

NEI CAMPI DI GRANO

COSA SONO?

 

 

 

 

RICORDANO I NODI CELTICI!

 

   

 

  

 

BRAVI ARTISTI!

FATELI ANCORA PIU’ GRANDI QUESTI SEGNI

PER RISPOSARVI

A NUOVE NOZZE COSMICHE!

 

COSI’ GLI ANGELI MIETITORI

VEDRANNO MEGLIO DOVE COLPIRVI

IN FRONTE E NELLE MANI!

 

  

 

SONO I NUOVI ESALFA

DEL SIGILLO DI SALOMONE?!

 

CERCHI

ESAGONI

TRIANGOLI

ASSEMBLATI NEL TOP DELLA SIMBOLOGIA OCCULTA

SATANICA E MASSONICA…

 

… MA L’AVETE TROVATA LA QUINTESSENZA?

 

BISOGNA ESSERE DAVVERO CIECHI

PER NON COMPREDERE!

 

L’ATTEGGIAMENTO DELL’ARTE CONTEMPORANEA

IN QUESTA CIRCOSTANZA  DELLA “LAND ART”

E’ INFAME!

 

NON E’ UN CASO CHE IL 90 % DI QUESTI SIMBOLI NEI CAMPI DI GRANO SIANO STATI  ESEGUITI PROPRIO IN INGHILTERRA, PRESSO STONEHENGE.

 

INGLESI…

A CHI STATE RENDENDO NUOVAMENTE OMAGGIO?

 

STATE CHIAMANDO QUALCUNO?

 

E’ LA STESSA ENTITA’

CHE MI E’ STATA MOSTRATA

NELL’ ULTIMO SOGNO DA GESU’

IN QUEI TRE SOGNI OVE MI PORTO’ IN INGHILTERRA?

 

 

    

 

 

AFFRONTIAMO L’INTERA QUESTIONE DEI CERCHI NEI CAMPI DI GRANO ALL’ORIGINE, PERCHE’ SEMBRA CHE SI STIANO RIVELANDO, UNO DOPO L’ALTRO, I PIU’ GRANDI MISTERI DELLA STORIA: CHI LI HA PROPOSTI PER LA PRIMA VOLTA?

 

1)Se questi simboli sono stati soltanto un omaggio a satana degli artisti contemporanei, il problema è relativamente grave.

 

2)Se non vi sono state manomissioni nelle riprese televisive notturne effettuate di nascosto nei campi di grano, che mostrano delle “sfere metalliche sospese in aria” (riprese visibili con i file Mp3 descritti più avanti nel  filmato di Oliver's Castle) sfere che girano vorticosamente e in pochi secondi, piegano il grano disegnandolo a simbolo occulto… allora abbiamo la certezza assoluta che le entità extraterrestri non sono affatto benigne!

Sono le medesime sfere metalliche avvistate e descritte da personalità autorevoli nel corso della storia e che analizzeremo tra un pò nella Clipeologia. 

 

 

Per molto tempo si è detto che tutti i cerchi nel grano fossero esclusivamente opere di extraterrestri, si è mentito a tutto il mondo pur di riempirsi le tasche. Oggi in Inghilterra fanno anche i concorsi artistici dei disegni nel grano… dunque… il problema sembrerebbe essersi risolto da solo… ma non è affatto così.

Diciamo pure che il 90% dei disegni nei campi di grano sono solo il frutto di un lavoro veloce fatto con paletti puntati nella terra e con corde di varie lunghezze fino a 30 metri per aiutarsi a delimitare geometricamente cerchi, quadrati  e triangoli e forme varie al loro interno, con il sussidio di rastrelli non dentati per spalmare per terra le spighe di grano.

Solo il 90%!

Emerge un particolare, in alcuni di questi disegni nel grano sono state analizzate le piegature effettuate alla base degli steli del grano ed esse rivelano tutte un attorcigliamento su se stesse. Nessuno si metterebbe ad attorcigliare singolarmente ogni spiga di grano, ci vorrebbe un mese di lavoro per più persone. Dunque non è più un lavoro fatto con rastrelli non dentati per piegare velocemente le spighe al suolo.

Vi è un ulteriore particolare:  in alcuni di questi luoghi vi è una fortissima contrazione magnetica che dura per settimane e che evitano anche  gli uccelli. Così accade anche alle bussole esposte a questa magnetizzazione del terreno che non sono più in grado di segnare il nord.

 

ALCUNI DISEGNI CHE STIAMO VEDENDO SONO ASSAI COMPLESSI: GUARDATE BENE ANCHE I PROSSIMI. SONO IMPOSSIBILI DA FARSI IN UNA SOLA NOTTE COME SOLITAMENTE FANNO CERTI PSEUDOARTISTI CHE INVOCANO IL MALE.  DUNQUE COSA ACCADE? NEL MEDESIMO ANTICO INSEGNAMENTO DEI MEGALITI DI STONEHENGE SI CERCA IL CONTATTO COSMICO… CHE NON HA FATTO ATTENDERE LA SUA RISPOSTA?

 

 

STIAMO PERDENDO L’ORIENTAMENTO?

A FURIA DI CHIAMARE IL MALE...

IL MALE HA RISPOSTO? !

 

400 cerchi nel grano in questa complessa disposizione

non sono opera umana da potersi fare in una notte.

 

 

IL VANGELO STESSO CI RICORDA CHE SARANNO COMPIUTI

SEGNI PRODIGIOSI, MA NON PER OPERA DI DIO.

FATEVI DAVVERO IL SEGNO DELLA CROCE DAVANTI A QUESTE IMMAGINI.

 

IL MALE AGISCE, PUR DI MOSTRARSI, AGISCE IN MANIERA ECLATANTE.

RICORDIAMO CHE IL DIAMETRO MEDIO DI QUESTI DI-SEGNI È DI 30 METRI:

QUEI PUNTINI CHE VEDETE IN QUESTA FOTO SONO DELLE PERSONE.

 

NON CONCENTRATEVI TROPPO SU QUESTA FORMA OPTICAL:

IL SUO EFFETTO MOBILE “GESTALT” POTREBBE NUOCERE.

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

  

        

 

IL GRAN CORNUTO

 HA FATTO IN MODO CHE SI CREASSERO

NUOVI CAMPI DI ATTERRAGGIO E DI DECOLLO

BEN VISIBILI

PER RITORNARE A GRANDI “NOZZE COSMICHE” CON LUI?!

 

Non è più solo il maligno a vederli, i disegni occulti nei cerchi del grano, Li Vede bene anche il Signore, che me Li Ha Mostrati nei sogni, ancor prima che ne venissi a conoscenza.

 

Il Padre Nostro Lascerà agire indisturbati gli angeli del castigo a cominciare proprio dall’Inghilterra e su tutto il Nord Europa. Chi ha stravolto la scienza, la filosofia e l’arte… cos’altro voleva stravolgere?

Ritornate presto nel Vangelo non vorrei che vi toccherà viverlo davvero ciò che mi ha mostrato Gesù e che ho esposto verso la fine della “Sintesi del trattato” Capitolo 1°.

 

Se non desideriamo credere a me, (nemmeno io voglio “credere” a tutto quello che Gesù mi Ha Mostrato) allora crediamo alle profezie del monaco Basilio e di Santa Idelgarda.

 

 

Profezia di Santa Ildegarda XII secolo

“I cristiani tenteranno specialmente una resistenza armata, senza provare alcuna preoccupazione per la morte dei loro corpi. Un vento potente si leverà nel nord per ordine divino portando  una fitta nebbia e una polvere molto densa, infurierà contro di essi e gli riempirà le gole e gli occhi, così cesseranno la loro barbarie e saranno colti da grande stupore. Allora fra il popolo cristiano, il Buon Dio compirà segni e prodigi come li compì al tempo di Mosè, con la colonna di nube, e come Michele Arcangelo fece quando combatté i pagani in aiuto dei cristiani. Grazie all’aiuto di Michele, i fedeli figli di Dio marceranno sotto la sua protezione. Essi decimeranno i loro nemici e otterranno la vittoria attraverso la potenza di Dio... In conseguenza di ciò un gran numero di pagani si uniranno ai cristiani nella vera fede e diranno: «il Dio dei cristiani è il vero Dio perché opere davvero straordinarie sono state compiute fra i cristiani»."         

                                            

 

 Anche il candelabro ebraico?

Altro simbolo da iniziati!

 

L’astuto vuol farsi bello al mondo per mano sua e di chi lo imita:

ma il gran cornuto non sa dipingere come il Signore

che Ha Fatto il medesimo grano ed ogni altra cosa del Creato.

 

Gli esseri umani non lo vedono più il Creato

lo hanno distrutto!

 

 

 

 

E questo geroglifico ad

“OCCHIO-PIRAMIDE-SOLE”

non è forse troppo simile a quello  nel

“Libro dei morti” egiziano?

L’occhio di Orus, o del principe di questo mondo,

che vuol sia governarci che prenderci in giro?

 

E QUESTO SCARABEO DELL’IDOLATRIA EGIZIA?

 

 

Continuate ad evocare i demoni

ed io continuerò a ricordarvi all’infinito

di questa Grande Verità:

 

 

 

“Come un artista è un grande artista,

Dio si serve anche del diavolo.”

Sant’Agostino

 

QUESTA FORMA PROVIENE

DAL … “SATANICO”? !

Chiedo agli esorcisti di fare un’analisi sui tempi che stiamo vivendo: non si potranno istituire nuovi tribunali dell’Inquisizione, ma di certo questa volta impariamo almeno a difenderci avvertendo tutti.

 

PRODIGI MAESTOSI ERANO STATI ANNUNCIATI

ANCHE NEL VANGELO

MA NON PER OPERA DI DIO.

MA TUTTO PROVIENE DA DIO:

CIO’ CONFERMA LA VERIDICITA’

DELLA MASSIMA DI SANT’AGOSTINO!

CHI INVOCA IL MALE SARÀ PREMIATO DAL SIGNORE

CHE GLI SCATENERÀ L’IRA DEL DRAGONE ADDOSSO.

 

Quali sono gli altri

 prodigi maestosi?

 

E questo cos’è?

 

Un U.F.O.? !

Ma siamo seri per cortesia…

 

che gli U.F.O. …

 

…esistono!

 

Esistono, esistono!

 

Ormai non si contano più gli avvistamenti più accreditati, quelli dell’aeronautica e delle forze dell’orine, così come non si contano più i filmati e le foto manomesse a scopo di lucro che ricompensano sia chi li produce, sia gli stati militari che nel divulgarli possono adottare la strategia  del continuare la produzione di armi per difendersi da un probabile nemico: gli esseri umani sanno mentire,  sono capaci di vendere pianeti e costellazioni.

 

Ma il problema resta: gli (Unidentified Flying Objet)  U.F.O. esistono a memoria d’uomo.

 

 

“La perplessità è l’inizio della conoscenza.”

K. Gibran

 

 

Questi sono i siti con i filmati U.F.O.

www.cun-italia.net/filmati/film.htm

www.ufo.com.mx/videos.htm

http://galactic.no-ip.info:81/video/video.html

www.area51usa.it/avvistamenti/01.htm

 

In questi siti vi sono le lunge riprese dell’Aeronautica Militare Messicana di 11 sfere luminose non identificate nel cielo del Centro America: vi sono anche delle formazioni di cerchi nel grano nel  filmato di Oliver's Castle.

  

BISOGNEREBBE CONTINUARE A FILMARE DI NASCOSTO NEI CAMPI DI GRANO. BISOGNEREBBE CHE INSISTANO SIA GLI ISTITUTI DI PUBBLICA SICUREZZA, SIA GLI ISTITUTI D’INVESTIGAZIONE DEL VATICANO CHE SONO I PIU’ IMPORTANTI DI TUTTI.

EPPURE... SE FACESSIMO LA SPIA A SATANA GLI DAREMMO CREDITO!

IL PROBLEMA DEI CERCHI NEL GRANO E DEGLI UFO RESTERA’ TUTTO PER INTERO A CHI NON AMA DIO!

 

CHI AMA CRISTO... COS’HA DA TEMERE?

 

 

Esistono gli angeli ed esistono i demoni,

anche San Pio ce lo ricorda

che l’Universo che Dio Ha Creato E’ Tanto Grande

e cos’ì come esistono  esseri umani sulla Terra,

esistono altri esseri viventi in altre terre,

meglio dire in altri cieli, in un mistero molto più grande di tutti noi che ancora non crediamo

né all’esistenza del maligno né all’esistenza di Dio,

e nemmeno a tutti quei piloti dell’aeronautica di ogni paese del mondo

che  hanno visto gli u.f.o., fotografati, filmati,

e per lo stesso motivo,

hanno cambiato drasticamente stile di vita

iniziando a riflettere sull’esistenza del Creatore,

e per questo gli fu tappata la bocca dagli stati militari ai quali appartenevano.

 

 

ORA FINALMENTE SE NE PUÒ DISCUTERE

ANCHE PERCHE’ GLI AVVISTAMENTI U.F.O. SONO SEMPRE PIU’ FREQUENTI,

DIREMMO PROPORZIONALI ALLO SQUALLORE ETICO, NON SOLO ARTISTICO!

 

 

PIU’ AFFRONTO IL SIGNIFICATO DEI MIEI SOGNI E DEI MIEI MESSAGGI

E PIU’ IL QUADRO UNITARIO DIVENTA INCREDIBILEMENTE REALISTICO.

 

“ANNUNCIA IL MIO RITORNO SULLA TERRA.”

 

CRISTO VUOL DIRCI

CHE VERRA’ A SALVARCI

DALL’ANTICRISTO?

DAL MALE CHE NOI STESSI SIAMO IN GRADO DI SPRIGIONARE?

 

MERITIAMO DI ESSERE SALVATI?

 

Certe cose sono incalcolabili dalle scienze e dai numeri:

nessuna cognizione astronomica è superiore ad una sola parabola del Vangelo!

 

Certo che… se la Teologia acchiappa i granchi con l’arte…

può darsi che acchiappi anche i polipi con la questione U.F.O..

Signore proteggi ed illumina i Tuoi Ministri.

 

 

 

Moneta coniata in

Francia intorno al 1680

Dagli studi condotti sugli U.F.O. è nata una nuova disciplina: la Clipeologia, che significa, infatti, studio di quei famosi scudi di fuoco, in latino "clipei ardentes"di Plinio il Vecchio e citati più volte dagli scrittori latini.

Oltre agli innumerevoli avvistamenti documentati dall’aeronautica di tutti gli stati del mondo, molti documenti storici ci riportano in questa direzione aiutandoci a comprendere meglio un quadro più dettagliato: restano famosi ed inquietanti quei documenti che attestano degli avvistamenti di dischi volanti nel cielo di Nizza e di Genova in uno stesso giorno, alla medesima ora nel Diciassettesimo Secolo. Anche dalla numismatica, nell’esempio riportato nella foto accanto, possiamo dedurre quanto la fantasia si fermi per far posto alla realtà di quell’evento.

 

Nel corso della storia sono state molte le testimonianze di avvistamenti nei cieli del pianeta. Nel papiro egizio, noto col nome di "Papiro Tulli" in una scena tratta dal "Libro dei Morti",  sono descritti una serie di avvistamenti di tre oggetti misteriosi nel cielo. Protagonisti della vicenda il Faraone Thuthmosis III (1504­-1450 circa a. C.) e molti suoi sudditi.

 

Tito Livio, Adria 214 a.C : nella sua "Storia di Roma", nel  Libro XXI - Cap LXII, descrive:

"...ad Adria si vide un altare in cielo ed accanto ad esso forme umane vestite di bianco."

Riporta le testimonianze di oggetti a forma di scudi circolari che volavano nel cielo, e che erano stati visti sopra molte città dell’Impero: aggiunge anche che il secondo re di Roma, Numa Pompilio, fu testimone personale della caduta dal cielo di uno di questi "scudi volanti" e che lo avesse annoverato tra gli oggetti di culto delle pratiche religiose che stava promuovendo.

 

Cicerone, nel suo "De Divinatione", nel Capitolo 43, parla di quando "il sole splendette nella notte, con grandi rumori nel cielo e il cielo sembrava esplodere e stupefacenti sfere vi apparvero".

 

Plinio il Vecchio, nelle "Historiae Naturales", nei capitoli 25 e 36, racconta di "Clipeus Ardens" visti sfrecciare nel cielo dell’antica Roma.

 

Giulio Ossequente - Spoleto 91 a.C. Nel "Prodigiorum liber"- Cap. 14 narra: "...una palla di fuoco color oro rotolò al suolo. Sembrò farsi più grossa poi muoversi sul terreno verso Oriente ed era tanto grande da nascondere il Sole".

Nel "Prodigiorum liber" sono descritti inoltre gli avvistamenti effettuati sia di giorno che di notte, riguardanti "Scudi di fuoco", "torce", "più soli", più lune", "ruote luminose" ecc., apparsi su Roma e su altri luoghi.

Nel "Prodigiorum liber", vi è il disegno di due soli che apparvero su Alba nel 204 a. C. : esiste la cronaca di identici avvistamenti anche nelle opere di Plutarco, Eschilo e Valerio Massimo.

 

Lucano - "Pharsalia" - Libro I – dai versi 527/8 narra: "...travi brillanti apparvero all'improvviso, come quelle che si mostrarono dopo la disfatta navale che costò ai Lacedemoni l'impero dl Grecia..."  "...una scintilla cadendo da una stella si accrebbe avvicinandosi alla terra e dopo aver raggiunto la grandezza della luna diffuse la luminosità di un giorno nuvoloso per poi tornare nel cielo sotto forma di torcia..."

 

Seneca racconta nel suo trattato di scienze naturali numerose osservazioni di inspiegabili "travi luminose" che comparivano all’improvviso nei cieli delle città antiche. “Le travi rimanevano immobili nel cielo per giorni, per poi sparire all’improvviso, così come erano arrivate.”

 

Senofonte, nel suo "Anabasi", fa una classifica degli oggetti volanti avvistati in base alla loro forma; li descrive nelle forme a “conchiglia, piatti, campana, triangolari.”

 

Corrado Lychostene, nel suo libro "Prodigiorum ac Ostentorum Chronicon", stampato a Basilea nell’anno 1557, ci descrive gli avvistamenti di oggetti strani che solcavano il cielo nel Medio Evo e nel Rinascimento. Oltre a croci greche e cristiane, nel libro si descrive il passaggio nel cielo d’Arabia, nell’anno 1479, di un oggetto definito "trave". Accanto alla notizia è stampato anche il disegno di tale "trave", che è identica ad un moderno missile. Nel 1290, un enorme oggetto circolare di colore argenteo sorvolò lentamente l’Abbazia benedettina di Amplefort, in Inghilterra, sotto gli occhi terrorizzati dei monaci, che interruppero le loro preghiere già iniziate nella cappella, per accorrere a vedere il prodigio.

 

Benvenuto Cellini (1500-­1571) nella sua autobiografia descrive lo strano fenomeno di cui fu testimone lui stesso assieme ad un suo compagno di viaggio. I due stavano ritornando da Roma, a cavallo, verso Firenze, quando giunsero su una collina da cui si vedeva la città. Poterono così vedere una enorme "trave luminosa" stagliarsi nel cielo sopra Firenze.

 

Gli abitanti di Norimberga, il 14 aprile 1561, furono testimoni di un fenomeno inspiegabile. Nel cielo della città comparvero numerosissimi “oggetti cilindrici” che rimasero immobili, in alto. Subito dopo, dall’interno degli oggetti cilindrici uscirono moltissimi altri oggetti, a forma di sfera e di disco, che iniziarono a compiere evoluzioni nel cielo.

 

Nel cielo di Basilea il 7 agosto 1566 apparvero numerosi oggetti di forma sferica e di colore chiaro e scuro. Gli oggetti si affrontarono in una specie di combattimento aereo, davanti agli abitanti della Città svizzera che, con lo sguardo rivolto al cielo, osservavano la scena.

 

 

Anche nella Storia dell’Arte vi sono molte conferme  di probabili avvistamenti U.F.O.,

alcune di esse non sono molto chiarificatrici,

ma questa lo è:

 

 

Natività attribuita alla scuola di Filippo Lippi

  Ingrandimenti del pastore con il suo cane mentre osservano un U.F.O.

 

Non vi è dubbio che queste forme potrebbero essere state descritte agli artisti da chi le ha viste, similmente a come noi oggi riusciamo a fotografarle:

molte altre forme analoghe presenti nei quadri antichi sono invece motivi pittorici di

“squarci nel cielo per opera dello Spirito Santo”.

 

 

Avevamo sopra accennato all’Archeoastronomia esponendo la Stele di Turoe, ma vi sono ritrovamenti assai più espliciti, che avvalorano la tesi che il nostro pianeta sia stato visitato da intelligenze extraterrestri, anche e soprattutto in epoche remote, ma tutt’ora queste visite sulla Terra continuano solo dall’alto: anticamente non possedevamo i cacciabombardieri con i quali oggi ci apprestiamo ad infastidire gli U.F.O. per lecita curiosità.  Possiamo solo infastidirli, non inseguirli in quanto la velocità degli U.F.O. è addirittura incalcolabile e nel loro moto possono compiere inspiegabili evoluzioni ad angoli retti.

 

Alcune pitture rupestri ci mostrano esseri scafandrati dalle sagome identiche ad alcuni extraterrestri caduti sulla terra...  ma…dove sono caduti gli extraterrestri se non qui dove sono stati raffigurati?!

 

 

    

Graffiti rupestri di Kimberley, Australia.

Questi graffiti si trovano impressi nelle pareti di una grotta, presumibilmente opera degli aborigeni del luogo. La loro datazione risale all' incirca a 5000 anni fa. Chi conosce bene l’arte contemporanea non vedrà alcuna differenza tra queste forme e quelle dell’Informale.

 

 

SCACCIATE OGNI DUBBIO INNESTATO DA UNA BRANCHIA DELL’ANTROPOLOGIA CHE CONTINUA AD ASSERIRE CHE LE ANTICHE CIVILTÀ E  LA STESSA COMPARSA DELL’UOMO, SIA DOVUTA AI VENUSIANI SBARCATI SULLA TERRA.

 

L’UNIVERSO E’ TANTO GRANDE:

GLI U.F.O. ESISTONO

MA NON SIAMO I LORO DISCENDENTI!

 

 

Il rinvenimento dei disegni nel grano maturo non è un fatto tipico dei nostri giorni. Si ha notizia, infatti, di una pergamena medievale, che riproduce l’evento accaduto. In questo documento venne attribuita la causa alle diavolerie dei sacerdoti druidi esistiti anticamente e che in molti evocavano.

 

In un’altra stampa del 1678, come mostra la foto accanto, si attribuisce lo stesso fenomeno all’opera di un "diavolo mietitore."

 

Oggi invece si parla di “potere psicocinetico” per eliminare la parola demoni che non è contemplata in nessun vocabolario scientifico.

 

Ricordiamo che la scienza non è contemplata in nessuna parabola del Vangelo… a voi la scelta… a chi volete credere… ominis ipercivilizzatus???

 

 

Nel  1978 i giornali iniziarono a riportare la notizia di insolite impronte di anelli circolari rinvenute nei campi di grano della Scozia, in cui le spighe mature erano ripiegate dolcemente ed ordinatamente in senso orario, sovrapposte le une alle altre in modo da formare dei cerchi perfetti.

La caratteristica, comune a molti cerchi, quelli non realizzati dagli artisti della Land Art, è che le spighe di grano maturo risultano piegate verso il terreno mediante un movimento rotatorio a spirale, deciso ma delicato, tanto da far esplodere i nodi di sviluppo senza però spezzare le spighe. Talvolta la piegatura della spiga inizia addirittura sotto terra.

 

   

 

Anche nella cittadina serba di Ozdaci, nell'ex Jugoslavia, da qualche tempo vengono rinvenuti strani disegni geometrici sull'erba. La stessa cosa avviene in Perù, sorvolandolo in aeroplano si notano dall’alto enormi disegni di animali sulle rocce dell'altopiano di Nazca in ricordo della Civiltà Incas.

 

Vari tipi di analisi effettuate su molti tipi di cerchi nel grano hanno evidenziato una serie di caratteristiche, di queste, le principali di tipo fisico sono:

 

1)all’interno dei cerchi vengono captati suoni artificiali di frequenza compresa tra 5 e 5.2 kHz;

 

2)in alcuni casi, sono state rilevate tracce di effetti secondari prodotti da microonde;

 

3)in un caso, al centro di un cerchio, tutte le spighe rinvenute erano senza chicchi ed il 90% delle spighe si trovavano in uno stadio detto di "poliembrionia" cioè con più embrioni nella stessa spiga;

 

4)in un pittogramma furono riscontrate alterazioni nei semi e nei nodi, che risultavano più grossi del normale, forse dovute a qualche tipo di radiazione;

 

5)singolari anomalie sono state riscontrate a carico del terreno su cui sono apparsi i cerchi, che risulterebbe più povero di sostanze nutrienti rispetto alla norma e con livelli di radioattività abnorme.

 

6)le testimonianze pervenute da coloro che erano nelle vicinanze dei cerchi nel grano segnalano l’avvistamento di UFO la notte precedente proprio nella zona ove il mattino dopo sono apparsi i pittogrammi occulti.

Decine di testimonianze descrivono con maggior precisione l’avvenimento stesso ad opera di piccole sfere che sorvolavano le spighe a bassa quota lanciando fasci di "luce-solida" sulle coltivazioni, uno di questi UFO sarebbe stato ripreso da una videocamera, il filmato di Oliver's Castle.

 

Ecco uno dei tanti principi di questo mondo…

c’è il Principe di Machiavelli

c’è il Principe Wisnhù

e c’è  Xochipilli che è il Principe Azteca dei fiori:

 

(Il principe delle erbe allucinogene venerato anticamente in Mexico)

 

Molti simboli Aztechi sono presenti nei disegni nel grano:

gli antichi li chiamavano questi disegnatori “angeli mietitori”,

c’è da dire che in molte circostanze gli antichi erano più vicino al Vangelo, alla Verità.

 

  

 

Con le conquiste scenografiche del cinema

riusciremo a comprendere se questi filmati sono reali?

 

 

 

NON SONO TUTTI NOSTRI AMICI I SIGNORI DELLO SPAZIO,

MOLTI SONO FASULLI, VERI DIVI DEL CINEMA, ALTRI SONO VERI,

SAPERLI DISTINGUERLI ACCRESCE IL MISTERO NEL MISTERO:

NON PENSATE DI CONTINUARE

A POTERLI STERMINARE CON I MISSILI!

 

SIATE GENTILI SE LI INCONTRATE…

 LA SCIENZA NON VI RICORDERA’ MAI DI PREGARE…

MA UN AVE MARIA… DITELA!

 

PREGATE PERCHE’ NESSUNA DISPOSIZIONE MINISTERIALE

RICORDA DI FARLO!

 

SE NE ANDRANNO CON LA PREGHIERA

SOLO CON LA PREGHIERA

DIVERSAMENTE VI RIMANDO AL 4° CAPITOLO:

 

 

 

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

Più ne ucciderete e più ne verranno!!!

 

 

 

 

 

  

L’ALCHIMIA

 

Una volta i problemi erano i druidi ed i guru,

oggi sono gli antropologi e gli psicologi che nessuno osa contestare duramente,

anzi li premiano per scoprire nuovi ceppi!

Quali ceppi?

Questi signori fanno dei nomi particolari e sono nomi pericolosissimi.

 

CHI ERA  

ERMETE TRISMEGISTO

Tarda età ellenistica I-II sec. d.C.

Ermete Trismegisto è considerato il fondatore dell’alchimia, è a tutti gli effetti il cristo dell’occulto, cioè un tale che ha segnato un prima e un dopo riprendendo, raccogliendo, studiando e applicando i più pericolosi insegnamenti occulti prima della venuta di Cristo, riconsegnandoli al nuovo mondo quasi intatti, purtroppo! Tra i tanti anticristi che il mondo ha partorito, dopo Picasso è stato quello più potente!

 

La parola Trismegistus che egli stesso si attribuì, significa “tre volte grandissimo”, il suo nome invece, anche questo se lo attribuì da solo, Ermete, si identifica con Hermes, il dio greco che apre le porte della vita e della morte, conduce le anime nel  regno di Ade, il mondo sotterraneo, controlla gli scambi, i commerci, (la cultura), ed è il messaggero degli dei, il mediatore: il dio Hermes- greco Mercurio-romano divenne noto con il nome di uno dei metalli principali,  il più misterioso ed efficace delle pratiche alchemiche-occulte, (il Mercurio), così detto questa divinità-metallo-pianeta che apre e chiude circuiti… IN BASSO E IN ALTO…  NOZZE COSMICHE… PER OTTENERE FAVORI DAL MALIGNO.

 

Secondo gli insegnamenti di questa gente allegra, già si vede quanto sia stretto il legame tra Hermes-Ermete e l’alchimia. La penetrazione nel sottosuolo terrestre equivale alla regola del “vitriol” di penetrare nel ventre della terra, per trovarvi la pietra nascosta, la pietra filosofale, rettificando se stessi ad uomo edenico nel viaggio della vita senza Cristo.

 

Non c’è bisogno di andare sotto terra per sapere dove sta il diavolo, dove avete nascosto anche i corpi imbalsamati di questi santoni che una volta ritrovati rivivranno in voi in una catena del male senza tempo, senza spazio, senza fine.

 

La cultura contemporanea è intrisa degli insegnamenti del “trismermete” onnipresente in tutti i libri che avete scritto, riversando agli stessi cristiani e persino a San Giovanni poteri ed usi alchemici con i quali avrebbe profetizzato l’Apocalisse, screditando il Potere del Creatore che parla al cuore dell’uomo integro: perciò state davvero attenti ai minestroni delle scienze moderne… attenti alla… new age antropology  che rimanda a tutti gli stregoni più potenti del mondo occulto-esoterico di ogni tempo e di ogni civiltà.

 

Preghiamo per i nostri nemici affinché si salvino

ma continuiamo a denunciare ciò che non è Verità

per salvare anche le pecore smarrite alle quali sono state tese queste trappole culturali.

Il motivo che mi ha spinto ad affrontare la questione alchemica 

presentandola nel capitolo della questione artistica

è da ricercare nell’alchimia stessa che dice di essere l’Arte Sacra.

In effetti qualcosa  accomuna gli alchimisti e gli artisti

e per fortuna qualcosa li divide…

cosa?

 

Qual’è l’Opera d’Arte dell’alchimista e quella dell’artista?

Per i primi è l’incarnazione di satana.

Per i secondi è l’incarnazione di Dio.

Da Picasso in poi invece, tutta l’arte contemporanea si è legata all’alchimia!

 

 

Interrompo brevemente la questione alchemica per mostrarvi un altro segnale,

un piccolo mistero della fede:

Mentre affrontavo la questione alchemica, ho scoperto alcune cose che mi hanno impressionato e schifato, e come sempre ho chiesto aiuto allo Spirito Santo sul da farsi.

Avevo terminato un lunghissimo rapporto ampliandolo da molti siti e da molti libri, tutto ciò lo avevo compiuto non calandomi nella materia per curiosità, ma per segnalare cristianamente di diffidare dei nomi ai quali rimandano gli antropologi e gli psichiatri che affrontano in simil modo sia la Storia, sia la Storia dell’Arte.

Lo avevo terminato il mio rapporto, poi un giorno scopro che su quel rapporto ancora una volta lo Spirito Santo Vi Aveva Messo Mani… li dove avevo riportato i nomi degli alchimisti, i quali si celano spesso sotto anagrammi, li dove avevo riportato i nominativi dei rispettivi trattati…. è apparsa questa scritta… essino... sostituendosi al nome, disperdendo tutto il senso della mia ricerca.

 

Il primo giorno non sono riuscito a comprendere cosa fosse accaduto al mio scritto, così ho pensato di tutto, anche ad una manomissione di un virus, ma non vi erano presenti alcun virus nel mio computer.

Come è possibile che questa scritta… essino... sia stata così frequente e così precisa da presentarsi tra due quadrati e sostituirsi solo ed esclusivamente ai nomi dei molti alchimisti sconosciuti e ai nomi dei loro trattati occulti?

E’ comparsa 58 volte questa scritta annullando tutti i nominativi della mia ricerca: ne ho reso consapevole mia madre e mio padre di ciò, restandone tutti abbastanza perplessi… e successivamente contenti.

 

Cosa vuol dire… essino...?

                                 

                                essi  no!!!

 

 

Avevo compiuto una ricerca accurata per denunciarne i nomi

ma lo Spirito Santo mi ha bacchettato facendomi comprendere che

 anche se il mio impegno era stato mosso a fin di bene

non avevo tenuto conto di questo terribile fattore umano:

la curiosità!

La curiosità da parte di chi legge e si ritrova ad approfondire

dai nominativi che io gli avevo comunque fornito!

 

Se diciamo ad un bambino:

“Non appenderti sul lampadario che cadi e ti rompi la testa!”

“Non mettere fuoco alle tende che s’incendia la casa!”

“Non gettare le pentole dalla finestra che ammazzi qualcuno!”

Quanto più glielo diremo con la forza del rimprovero

 e tanto più il bambino lo farà

esattamente con le stesse modalità con le quali gli avevamo detto di non farlo.

 

 

Lo Spirito Santo ancora una volta mi Ha aiutato

perché a Lui Solo mi sono rivolto,

non a qualche professore

per correggermi le tesi.

 

 

 

Questo è quanto rimane del frutto di quella mia lunga ricerca sull’alchimia,

corretta per Opera dello Spirito Santo.

ORA NON PUO’ NUOCERE PIU’.

 

 

 

 

Dal caldeo Zoroastro ad Imenhetep,

Ermete Trismegisto  riprende tutti gli intrugli più pericolosi

delle fucine di vulcano dell’Antico Regno Egizio

fondando la cultura ermeneutica, il “Corpus ermetico.”

 

Lo zampino del diavolo non sarà mai potente quanto l’artigliata del Signore.

Se il male è caparbio lo è ancor di più il bene,

che ha fatto di alcuni degli intrugli diabolici dell’alchimia

una scienza che si è applicata con risultati sorprendenti

per darci l’arte della porcellana, del vetro, della metallurgia,

scontrandosi e nel contempo ampliando la ricerca della medicina…

…fino all’odierna chimica… ma…

 c’è un ma…

 

“Come un artista è un grande artista,

Dio si serve anche del diavolo.”

Sant’Agostino

 

 

 

GLI ARTISTI DELL’ALCHIMA

HANNO ASCOLTATO E SERVITO SOLO IL DIAVOLO

LO COMPRENDIAMO DALLA FIGLIA DELL’ALCHIMIA:

LA CHIMICA.

 

UN ALBERO MARCIO

NON PRODUCE FRUTTI BUONI

MAI!

 

 SEMBRAVA PULITA,

SEMBRAVA INTEGERRIMA,

 SVUOTATA DEI SIGNIFICATI OCCULTI,

INVECE

CI HA CONSEGNATO

ALLE 53 EMERGENZE PLANETARIE!

NEGARLO E’ DA SCIOCCHI!

 

 

ORA

MI RACCOMANDO…

QUANDO STATE MALE

CONTINUATE AD AFFIDARVI

SOLO ALLE SUPPOSTE:

CONTINUERANNO A GUARIRVI IL CORPO

AFFINCHE’ VI POSSIATE DIMENTICARE PER SEMPRE DELL’ANIMA!

 

 

TUTTE LE MULTINAZIONALI SONO COLPEVOLI

NON SOLO DELLO SFRUTTAMENTO DELLA MANO D’OPERA

A BASSISSIMO COSTO IN QUEI PAESI GIA’ POVERI,

MA SOPRATTUTTO DELL’INQUINAMENTO PLANETARIO,

E TRA QUESTE MULTINAZIONALI,

 LE CASE FARMACEUTICHE

SONO LE PRIME RESPONSABILI DELL’IMMANE DISASTRO,

RESPONSABILI INOLTRE

 DELLA FABBRICAZIONE E DELLO SMERCIO

DELLE SOFISTICATE ARMI BATTERIOLOGICHE.

 

 

CHI LAVORA IN QUESTE FABBRICHE

QUALE DIO SERVE?

 

DIO NON ESISTE?

 

TRA NON MOLTO VEDRETE CON I VOSTRI OCCHI

LA FINE DEL MONDO

NELL’IRA DEL SIGNORE!

 

OSSEQUIATELA VOI,

E’ SOLTANTO LA VOSTRA SCIENZA!

 

TRANQUILLI…

È TUTTO SOTTO CONTROLLO.

SOTTO IL SUO CONTROLLO.

IL DRAGONE SARÀ LIBERATO!

 

ABITUATI ALLE TELENOVELAS DELLA POLITICA

ORA PRETENDETE DI COMPRENDERE?

 

 I DISEGNI DI DIO

IL MALIGNO

E I SUOI ADEPTI

 NON POSSONO VEDERLI!

 

CHI NON CREDE IN CRISTO

NON VEDRA’!

 

GLI OCCHI  SONO UN DONO CONCESSO A TUTTI,

LA VISTA INVECE E’ UN MERITO

CONQUISTATO CON L’IMPEGNO DELL’AMORE.

 

Attenti dunque a tutti questi nomi, ma soprattutto ai sottonomi che rimandano a terribili trattati occulti, e allo scrittore libanese Amin Maaluf detto Mani e alle regole del Pentagramma della Nuova Era che ha alchemizzato anche la Tavola d’Oro della Scuola Pitagorica.

Cosi si autodefinì Mani “Discepolo di Cristo” fondando però una sua religione che durò per 1000 anni, ma non si è ancora estinta. Dalla sua religione sono derivate parole simili: “manicheo” (maniaco) e “manicheismo”.  Mani fu uno dei grandi messaggeri dell’anticristo e della Gnosi, e trova il suo posto accanto a Zoroastro, a Imenhetep, a Buddha e a Ermete Trismegisto.

 

Dalle intuizioni aristoteliche di chi non ha mai visto Dio, troveremo più avanti nell’età ellenistica, la prima dottrina sistematica dei metalli basata sull’associazione con i pianeti (Sole-oro, Luna-argento, Venere-rame, Marte-ferro, Saturno-piombo). Ma è solo nella tarda età ellenistica che si andrà formando quell’unità di dottrine misteriche che compariranno nei più antichi trattati propriamente detti alchemici del III secolo d.C. attribuiti a Democrito, o meglio dire allo psuedo democrito, Ermete Termegisto, ove si ricondurrà al ritrovamento delle principali pratiche occulte in una grotta (così come parlò Zaratustra) dottrine assimilate soprattutto con gli insegnamenti pratici ed il passaparola… un sempreverde Tantra aggiornato.

 

Già ai primordi dell’alchimia si percepiva l’affinità fra due ricerche orientate entrambe dall’idea di una perfezione inarrivabile: spirituale per l’ermetismo, materiale per l’alchimia.

Il “Trismermete” (Ermete Trismegisto) inserì nel contesto dell’ermetismo tecnico la metallurgia dei papiri, trovò nella filosofia ermetica elementi di convalida della propria attività pratica ed il legame di essa con una religiosità gnostica. Di fatto utilizzò “immagini di alta pregnanza simbolica e sacrale” per descrivere la trasmutazione, radicandosi nella concezione ermetica della materia caratterizzata dall’idea dell’unità animata del tutto. Ad Ermete viene attribuita l’affermazione della totalità delle cose e che i metalli sono animati…. detta “uno” cioè “antitrinitaria”. Simbolicamente l’Alchimia e l’Ermetismo rappresentano l’“uno” con un cerchio, raffigurato con un serpente che si mangia la coda… per stritolare il mondo… fino all’Inumanesimo!

 

Abbiamo appena detto che il Trismermete utilizzò “immagini di alta pregnanza simbolica e sacrale”… dunque stiamo parlando di immagini… della “forma” e della sua “sostanza”.

Il problema Picasso è stato davvero sottovalutato da tutti e con esso la Pittura stessa, che è stata pensata non solo come un complemento di arredo per far felici le donne intonando quadri, pareti e divani, ma anche per far felici i massoni che vedevano per la prima volta riconosciuta la loro “Arte” persino dalla Chiesa… innalzata a valore mondiale!

 

E’ stato effettuato uno stravolgimento radicale sul 1°Comandamento con il bel parlare critico, vera cultura di massoni che hanno imposto i loro sigilli, inibendo la Chiesa stessa che non sa più aprire le porte a chi fa con Cristo nella mente, nel cuore e nelle mani: ora la macchietta costa miliardi di vergogne! Altro che Arte! altro che Arte Sacra Contemporanea!

 

La pittura è davvero la più completa attività umana… nel grande bene… o nel grande male. Leonardo aveva ragione.

 

Nei secoli successivi la trasmutazione poté essere compresa sia in termini prettamente alchemici sia filosofici, considerando la serie dei metalli in termini animistici, come una sola specie, nei quali gli individui si collocano su gradi diversi di realizzazione della forma specifica, laddove i metalli sono visti come stadi embrionali dell’oro, il cui tempo del parto può essere accelerato dall’opera dell’alchimista: da tutto ciò comprendiamo l’evoluzione degli stadi embrionali per raggiungere l’oro e l’elisir di lunga vita.  E’ la medesima operazione trasmutatoria che compì Picasso riesumando, sintetizzando e ampliando le idolatrie peggiori della Terra! Poca arte, troppa alchimia!

 

Con il passare dei secoli gli insegnamenti di Ermete Trismegisto saranno detti in altri termini, più comprensibili, equiparati alle fasi della fermentazione della birra, intese ai gradi che deve raggiungere il fratello massone, il libero muratore, colui che tra squadra e compasso non è affatto libero, ma schiavo di tutto questo sistema di caste per iniziati che si dilettano da sempre ad interscambiarsi premi, oscar, statuine idolatre per ravvivare la loro defiscienza al di fuori del Vangelo.

 

Freud e Jung diedero la sferzata finale avallando le loro tesi antitrinitarie, esponendole in termini pseudoscientifici, affascinando la cultura al fine di essere seguiti senza essere riconosciuti: li rincontreremo dopo il gatto e la volpe di questa grande favola di Pinocchio che è diventata la cultura senza Vangelo che pretende d’insegnare anche l’Arte.

 

Lo zampino del “Trismermete” è sempre presente in tutta la cultura mondiale senza Vangelo!

La paternità degli attuali rituali massonici è attribuita all'inglese Elias Ashmole: alchimista, astrologo, filosofo, storico, e se volete attribuirgli altre qualità fate pure… era un “rosacroce” e "massone accettato" nella loggia di Warrington, membro della Royal Society dal 1661, vi figura fra i soci fondatori scrivendo inoltre i primi rituali massonici.

 

Sigillo di Salomone del 1639

di A. Von Franckenberg

 

 

Il Sigillo di Salomone è sia il simbolo che la guida degli iniziati della massoneria: “forma pura di esaugurazione.”

 

Questa forma-sigillo appare spesso in quei cerchi nel grano: la Gran Bretagna resta l’avanguardia dell’occulto, ma non è sola, forma molti triangoli nel mondo… e se il Signore dovesse scoprire che anche la Sua Chiesa fa i capricci non esiterebbe a colpirla con le modalità del 16°, 17°, 18° Capitolo dell’Apocalisse.

 

Sette azioni in sette giorni; con questo simbolo del Sigillo di Salomone si compie la settimana alchemica ricamata nel senso biblico opposto. I due triangoli con i vertici uno rivolto in alto e l'altro in basso, con un punto al centro che simboleggia la Quintessenza, l’elisir stesso ed il culmine sia del consiglio che dell’incarnazione del diavolo; la quintessenza è qui intesa anche come la sostanza che, trasposta in senso astrale,  tiene uniti gli astri e i pianeti fra loro. Questo esagramma costituito da due triangoli equilateri intrecciati, è noto anche come “Scudo di Davide” ed “Esalfa”.  È un simbolo massonico adottato dal Sacro Arco Reale di Gerusalemme, nonché parte centrale dell’emblema nazionale dello Stato d’Israele, della stessa Gran Loggia d’Israele e, più genericamente, dell’Ebraismo. E’ un simbolo antichissimo, resosi celebre a partire dal Medioevo, allorché assunse i caratteri di talismano, entrato poi a far parte  della simbologia massonica muratoria, specialmente in quella anglosassone: sono strettissimi i rapporti tra l’Inghilterra occulta e l’Israele occulto.

Attenti dunque a questo esagramma e a tutto quello che c’è dietro di esso perché esistono anche dei rituali di esorcismo supremo dell’occulto che non scacciano i demoni, ma li chiamano, così come sta avvenendo per i cerchi nel grano!  Ora che vi ho indicato la strada gli scrittori e i ricercatori cristiani potranno evidenziare tutti i rituali delle forme occulte Picassiane: ossa e micro ciP, esagrammi e quintessenze idolatre, le troverete tutte! (I demoni volano, ma gli angeli sono più veloci.)

 

Ma in effetti l'alchimia cos’è? Era ritenuta l’arte dell’antico Egitto, la Khemeja, dal vocabolo siriano “Kimija”, che abbinato all’arabo "El" divenne alchimia, la "scienza della terra nera". Da qui Al-Kemia,  termine di derivazione araba e che significa "arte sacra" con la quale si credeva di poter trasformare in oro qualsiasi metallo e “qualsiasi altra cosa evocando il male”.

 

L’esercizio spirituale senza Dio dell’alchimia, detto con chiarezza cristiana, è una chimica nella quale le sostanze appaiono come simbolo: il simbolo deve prendere necessariamente una forma.

 

Con il tempo… comprenderete la vastità e la realtà di quell’ ossaciP.

I suoi frutti sono le

“VERE FORME DELL’ANTICRISTO.”

 

Che l'Alchimia dia nomi di uccelli ai vari oli volatili non è dovuto soltanto all'uso di un codice linguistico fantasioso da potersi tradurre con altrettanta semplicità come accade in quello chimico comune, ma comporta una diversa percezione della realtà… realtà occulta nella quale periranno tutti sotto la falce del loro padrone.

I simboli delle sostanze usati dalla chimica moderna sono dei semplici contrassegni mentre quelli alchemici sono simboli in senso pieno, basati cioè su una rigorosa analogia fra simboleggiato e simboleggiante, incardinata in una griglia di corrispondenze fra macrocosmo e microcosmo che la mente dello stolto coglie in una partecipazione totale alla volontà di satana che è parte integrante dell'operazione rituale alchemica.

 

Nei secoli di Descartes e Keplero, fino a Newton, esistevano numerosi testi alchemici; lo stesso Newton ed anche Einstein pare che abbiano attinto più di una volta da questi documenti per elaborare le loro teorie, che rimandano sempre a lui, al “Trismermete”:

 

“Ciò che sta in basso è identico a ciò che si trova in alto.”

E. Trismegisto

 

Trismermete… ascoltami… Dio ci Ha Creati a Sua Immagine e Somiglianza…

…ma l’uomo non è Dio!

Trismermete… ascoltami… il versetto 18/18 del Vangelo di San Matteo…

 è parola di Cristo… non parola tua!

 

“In verità vi dico:

tutto quello che legherete sopra la terra

sarà legato anche in cielo

e tutto quello che scioglierete sopra la terra

sarà sciolto anche in cielo.”

Vangelo di San Matteo 18: 18

 

 

Da questa parabola importantissima del Vangelo Gesu’ ci fa già intendere la prima grande sentenza che l’uomo compirà di se stesso. E’ sempre più vero il mio sogno del 26 dicembre del 1999 in merito al “libero arbitrio”.  In proposito  e in senso più ampio ne disse anche Sant’Agostino:

 

Non si può avere Dio per Padre,

se non si ha la Chiesa per madre.

Sant’Agostino

 

Quanta gente si professa cristiana, ma ha perso la fede nella Chiesa?

Non si può dire SI al Vangelo e NO alla Chiesa!

 

Se c’è qualcosa che non vedete chiaro nella Chiesa, scrivete come sta facendo il sottoscritto affrontando la delicata e complessa questione dell’idolatria nell’arte nelle nuove chiese.

 

 

“La Natura viene rinnovata integralmente dal Fuoco.”

E.Trismegisto

 

Trismermete… ascoltami… di quale fuoco parli?

Del fuoco sotto il calderone di satana…

o del fuoco dei forni di fusione dei metalli di Vulcano, di Imenothep, di Zoroastro

e di tutti gli alchimisti?

Non sarà forse il fuoco sotto tutti i calderoni, anche quello di Picasso?!

 

“Per il puro, tutto e’ puro,

come per l'abbietto, tutto e’ abbietto.”

E.Trismegisto

 

Trismermete… ascoltami… con le tue affermazioni si può comprendere

come si siano formati gli estremismi,

le caste, le razze superiori, la massoneria, gli iniziati, i perfetti…

diremmo i “poveri illusi” e soprattutto le “povere illuse”.

Il male e il bene viaggiano sempre assieme ma bisogna saperli distinguere.

 

 

DIFRONTE AL MISTERO DELLA MAGIA

LE DONNE PERDONO LA TESTA NELLA LORO CURIOSITA’,

SE SONO ANCHE DONNE BELLE

LA TESTA LA PERDERANNO ANCHE NELLA LORO VANITA’:

IL SESSO DEBOLE E’ ANCOR PIU’ DEBOLE

DI QUANTO POTEVATE IMMAGINARE

MA LA COLPA E’ SOLO DELL’UOMO

CHE TACE  E NON DIFENDE

INNESTANDO TUTTI QUESTI RITI

DEI QUALI MOLTE DONNE SANNO POCO O NULLA.

 

NON VEDENDO IL MALE NON LO TEMENO NEMMENO.

 

 

ATTENTE DONNE

 A FARE LE STREGHETTE SAPIENTI DEL FUTURO

CON I  TAROCCHI!

 

CHI SI APPLICA A QUESTE PORCHERIE

VEDRA’ SMEMBRASI LA PROPRIA FAMIGLIA

E LA PROPRIA SALUTE

FINO AI MALI PEGGIORI!

 

O DENTRO O FUORI DAL VANGELO…

SIAMO ALLA FINE DEI TEMPI…

SIETE AVVISATE!

 

“Se dicessi che al giorno d’oggi qualcuno ha ritrovato il leggendario Libro di Toth, un’opera degli antichi egizi contenente una straordinaria dottrina magica e la sorpresa aumenterebbe se dicessi che quest’opera è nelle mani di tutti come fosse un mazzo di originali carte da gioco. Molti non crederanno, tuttavia quanto sostengo è assolutamente vero. Il Libro di Toth e le carte dei Tarocchi sono una cosa sola."

A. Court de Gobelin

 

 

 

La tradizione egizia narra che Thoth, come Ermes per i Greci, rivelò le arti ermetiche-sataniche agli uomini, una di queste arti, la più potente, è l’alchimia, che si traduce sempre in simboli!

Cos’altro  pensavate che fossero i tarocchi?

 

Thoth significa "la verità",

strana coincidenza che anche Ermeth, in Lingua Copta, significhi Vero.

 

Ma quale verità è?

 

O DENTRO O FUORI DAL VANGELO.

 

Se non vi rivolgete a Dio, vi rivolgerete sempre all’altro dio,

che arriverà sempre velocemente in milioni di forme compresi i tarocchi,

  dopo si riprenderà l’illusione che gli avevate chiesto di regalarvi:

se la riprenderà con gli interessi delle vostre disgrazie!

 

Rivolgetevi agli esorcisti e saprete quanto sia vero tutto ciò che vi dico!

Rivolgetevi agli esorcisti quando siete ancora lucide

prima di andare da loro con i demoni addosso!

Il 90% di tutte le possessioni diaboliche

derivano dal praticare la magia:

ciondolini e tarocchi

non sono meno efficaci delle sedute spiritiche e delle messe sataniche!

 

L’antitesi delle Tavole della Legge di Mosè, del Vangelo e di tutte le Sacre Scritture è la Tavola Smeraldina, della quale i tarocchi ne sono una perfetta derivazione di quei simboli alchemici: dalla Tavola Smeraldina derivano le grandi leggi del male e le grandi forme idolatre che nel corso dei secoli hanno teso l’orecchio all’insegnamento del maligno.

 

La Tabula Smaragdina (“Tavola di smeraldo”) è attribuita ad Ermete Trismegisto ma lui n’è stato solo un grande interpretatore. Essa è presentata nei termini di una macrocosmica operazione distillatoria: è la distillazione di una riproduzione su scala ridotta dell’intera creazione.

 

      

 

Piramidi smeraldine

 

 

 

 

 

VITRIOL = Visita Interiora Terrae Rettificando Invenies Occultum Lapidem!

 

Mamma mia che allegria!

Lasciateli in pace i morti!

 

La Tavola Smeraldina,considerata antica di 5000 anni, è un artefatto rivelatore di una profonda tecnologia spirituale; le frasi contenute in essa sono state ritrovate in molti papiri egizi, come quello di Ani conservato a Berlino e nel Libro dei Morti.

Essa è la sorgente sia pratica, sia spirituale,  dell’alchimia e delle scienze ermetiche occulte derivanti dal potere patriarcale dei sacerdoti egiziani, condannata giustamente a più riprese dalla Chiesa nel corso dei secoli. Nella tavoletta di smeraldo sono codificate misteriose espressioni che la rendono una possente formula per raggiungere una trasformazione spirituale e accelerare l’evoluzione della specie umana attraverso il raggiungimento dei più alti stati di coscienza. (COSCIENZA ALTERATA!)

 

Opinioni discordanti forniscono dei ragguagli sulla Tavola Smeraldina: 1) sarebbe stata modellata in un unico blocco rettangolare di verde cristallo, o di puro smeraldo, con lettere in bassorilievo di uno strano alfabeto sconosciuto, simile all’antico fenicio; 2) fu costruita con materiale portato allo stato fluido e gettato in uno stampo, prendendo forma e colore in pietra simile allo smeraldo, da qui il nome "smeraldina" con caratteri in rilievo.

 

La dottrina occulta afferma che la tavoletta fu scoperta nel 1350 a.C. in una stanza segreta sotto la Piramide di Cheope. I principi esposti nella tavoletta ci conducono a tutti gli effetti, indietro di cinquemila anni. Alcuni studiosi indicano invece la data di origine della tavoletta intorno al 3000 a.C., quando i fenici sbarcarono sulle coste della Siria.  Fu tradotta in Greco da studiosi Alessandrini intorno al 400 a.C., fu in seguito sepolta in un punto segreto del plateau di Giza per proteggerla dai fanatici. La maggior parte degli alchimisti medievali hanno copiato la tavoletta sul muro dei loro laboratori usandola come guida nella meditazione del loro lavoro.  L’insegnamento impartito dal “Trismermete” attraverso questa tavola, trova riscontro nelle tradizioni pagane, nella religione ortodossa, giudaica, islamica e purtroppo, in alcune circostanze, anche in quella cristiana, a dimostrazione che il male sa infiltrarsi ovunque quando non è affrontato.

 

 

 

 “Se non rendi incorporei i corpi

e non rendi corporee le cose prive di corpo,

il risultato atteso non ci sara.’”

Maria l’Ebrea

 

Avete presente il Nome Santo della Vergine? Invertitelo nel senso opposto ed otterrete la logica stoica e il pensiero ermetico che non fecero attendere il loro risultati nella voce della strega Maria L’Ebrea del III sec.d.C. .

Nella sua citazione è implicita una continuità fra la dimensione corporea e quella incorporea o “spirituale”, meglio dire “demoniaca”, che operativamente si coglie nel processo alchemico della distillazione.  La strega in questione diede un contributo fondamentale alla pratica di laboratorio con i primi apparecchi distillatori: la kerotàkis un alambicco in tre parti, il trìbikos.

 

Fu però Zosimo, discepolo di Maria l’Ebrea, ad ampliare e ad esplicitare le valenze religiose delle pericolose pratiche di laboratorio, definendo l’alchimia un’Arte Sacra mediante la quale si produce l’acqua divina, o acqua di zolfo: cioè l’acqua del maligno.

Non è un caso che per tali operazioni, ancora oggi si usa defraudare l’Acqua Santa dalle acquasantiere delle Chiese per trasmutarla ad altra acqua divina: è particolarmente gradito a satana dissacrare le cose più sacre.

 

Le operazioni si compiono su “un altare a forma di ampolla”, descritto in “sogni allegorici” in cui vengono mostrate le fasi successive dell’opera, dalla separazione al ricongiungimento degli “spiriti” ai “corpi”.

 

Nella nostra società dei consumi si tende ad attribuire a tali pratiche un significato meramente simbolico: ma in realtà sono rituali concreti!

 

Zosimo stava parlando di operazioni di laboratorio ben precise attraverso le quali si ottengono sia l’acqua divina-immonda, sia la polvere secca finissima detta “xerìon” dai greci, e "al-iksir" dagli arabi,  oggi detta  "elisir" di lunga vita.  (Chi fa patti con satana la vita non l’avrà mai lunga!)

 

La comprensione del rapporto fra livello manifesto e livello occulto della realtà è l’obiettivo primario della pericolosissima Bilancia di Jabir (VIII-IX sec. d.C.): l’autore più celebre dell’alchimia islamica, che in realtà, è il capofila, il nome di riferimento di una serie amplissima di testi occulti.

 

Nella Bilancia di Jabir e nei testi che vi si riferiscono, la comprensione della dinamica di manifesto e occulto, la stessa della creazione nei corpi materiali, permette di operare trasformazioni fino alla creazione di esseri viventi: incarnazione del demone.

 

La Bilancia giabiriana è un metodo di comprensione e trasformazione che muove dall’equivalenza segreta, di ordine numerico, che vi è fra le lettere alfabetiche, e di conseguenza il nome delle sostanze, e la loro struttura reale: “La combinazione delle lettere nel linguaggio corrisponde alla combinazione delle nature in tutti gli oggetti naturali”. L’uomo, che possiede il linguaggio, può allora porsi come il “trasformatore” delle realtà e delle energie cosmiche. In questa prospettiva, l’alchimia è il concreto operare queste trasformazioni, possibili in linea di principio fra tutte le cose, ma, di fatto, praticabili quasi esclusivamente a partire dalle sostanze minerali e metalliche, a motivo delle loro particolari proporzioni elementari.

 

L’alchimista, lo iatrochimico, il mago del Rinascimento fu Philiph Theophrast Bombast von Hohenheim detto Paracelso.  Nel corso della sua carriera si recò in varie città, sia italiane, che straniere. Ove erano presenti scuole di medicina, tra le quali quella di Salerno, Padova, Bologna, Ferrara e Parigi…. ecco il suo vangelo:

 

 

 

"L'alchimia serve a separare il vero dal falso."

Paracelso

 

Chi sono i falsi profeti?

 

L’uomo che deve perfezionare-trasmutare-ricreare le “Forme di Dio” secondo lui "imperfette", diventa lui stesso dio.

Le teorie del Trismermete rivissute anche in Paracelso, sono state sempre pronte a colpire il  mondo, ispirando ancor prima di Paracelso anche i testi rosacrociani, la "Fama Fraternitatis" e la "Confessio Fraternitatis", il fondatore dell'omeopatia Hahnemann e filosofi come Francesco Bacone.

Paracelso si occupò anche di psicologia, di malattie mentali, del ballo di San Vito, dell’epilessia, dell’isteria….  sempre con il suo vangelo:

 

 

 

"Non sia di altri chi può esser di se stesso."

Paracelso

 

Eccolo il primo Freud della storia!

Il padre della Parapsicologia,

della Paraquà e della Paralà,

ma sempre come pare a voi

senza Dio.

 

Siamo arrivati ad un nocciolo della questione artistica, ad un punto fondamentale della storia  che ha sempre avuto poca chiarezza. Lo zampino del “Trismermete” si ripresenterà soprattutto nel periodo d’oro della cultura mondiale, nei principali centri umanistici che furono Firenze e Roma, di riflesso anche Napoli dove operarono anche importantissime accademie. Precursore dell’Umanesimo fu il Petrarca, e fondatore del primo cenacolo umanistico fiorentino fu il suo seguace C. Salutati, che nel 1397 fece chiamare a Firenze il Crisolora per insegnarvi il Greco. Si avviò la diffusione della conoscenza del Greco, facilitata prima dalla scoperta di antichi testi greci ad opera di Aurispa, successivamente dal concilio di Ferrara e di Firenze (1438-39) per tentare una riconciliazione tra le due Chiese, Greca e Latina.

Per tutto il Quattrocento e per tutto Cinquecento ed oltre, quindi ancora nella Firenze degli umanisti di Lorenzo de’ Medici e di Cosimo, e di Marsilio Ficino, come nel periodo romano di Giordano Bruno, si credeva che Ermete Trismegisto fosse vissuto ben prima di Mosé:  si riteneva che fosse stato lui ad anticipare tutte le speculazioni filosofiche dei greci e dei romani compreso lo stesso Platone.  

 

Forse l’unico filosofo che avvertì i limiti della filosofia, vedendo oltre il muro del tempo i fallimenti del pensiero “atomo-materialista” che nel corso dei secoli si sono riproposti sotto i nostri occhi, fu proprio Platone.

 

Verso il 1460, quando a Firenze arrivarono integri i manoscritti dei primi quattordici trattati del gruppo che andava sotto il nome di “Corpus Hermeticum”, Cosimo, che si sentiva ormai abbastanza vecchio da temere di non fare a tempo a studiare gli scritti del “Trismermete”, ordinò a Marsilio Ficino di mettere da parte la traduzione dei Dialoghi di Platone per concentrarsi su Ermete, che desiderava leggere al più presto. Cosimo dei Medici dunque sapeva chi fosse Platone e chi fosse Ermete Trismegisto: lì dove la cultura fu custodita, di minestroni non se ne fecero, altrove invece vi fu dilagare delle pratiche alchemiche che prese due strade ben distinte, quella propriamente chimica e quella occulta.

 

A Firenze si vennero a creare le “Arti e  Mestieri” che favorirono in Toscana il nascere di una scuola di artigiani famosi nel saper adoperare il fuoco per la fabbricazione dei vetri, per fondere i metalli, per la produzione dei coloranti e dei medicinali. Grazie ai ritrovati dell’alchimia fiorì la produttività artigianale della fusione dei metalli, della preparazione dei coloranti per le stoffe e per gli arazzi, della preparazione dei medicinali farmaceutici. Tutt’altra strada prese l’alchimia con Pico della Mirandola che fu allievo di Marsilio Ficino ; a 23 anni aveva già studiato tutto ciò che al tempo era conosciuto, egli riteneva utile rinforzare la magia naturale con la magia cabalistica, che invoca gli angeli e gli arcangeli con i loro nomi in ebraico. Per tali idee dovette fuggire dall’Italia… ma fu richiamato in Patria da qualcuno.

 

Lo studio del Corpus Hermeticum si diffuse mescolandosi in tutta la cultura rinascimentale ed oltre, promuovendo il concetto dell’ “uno” antitrinitario che affascinò anche Giordano Bruno,  proponendo inoltre il mito della città ideale e perfetta, il quale mito ha dovuto combattere con la “citta terrena e la Città Celeste” di Sant’Agostino che viveva ancora, per fortuna, nei cuori degli artisti che riconoscevano il Vero Dio Sulla Croce! Un tempo l’Arte era fatta da veri apostoli del Signore, non produceva sfere metalliche e chiese cubiche.

 

Platone e le Sacre Scritture sono rivissute negli artisti e soprattutto in Michelangelo: se avessimo aspettato i filosofi l’umanità si sarebbe saziata solo di parole e di infamanti strategie machiavelliche, e di simboli alchemici che ripresero quota febbrilmente, annullando l’intelletto umano e la sua vera ragione del cuore. L’Umanesimo e il Rinascimento lo hanno fatto davvero soltanto pochi artisti restando vicini a Dio.

 

 

 

"Il suggeritore di ogni insidia, il maligno,

è da sempre impegnato nello spegnere nel cuore di ogni uomo

la luce della speranza nella vittoriosa affermazione di Cristo."

Giovanni Paolo II

 

Tra i principali detrattori di Paracelso e dell’alchimia occulta vi è Robert Boyle (1627-91) che nell’opera The sceptycal chimist (Il chimico scettico, Londra, 1661) ha demolito sia gli assunti della scienza aristotelica basati sulla teoria dei quattro elementi, sia le argomentazioni alchemiche.

Egli è scettico nei confronti della scienza e della filosofia <<ufficiale>> che venivano coltivate nell’ambito delle <<scuole>> che reputava, in qualche maniera, corporative.

Il ‘600 è in effetti il secolo in cui la sperimentazione “alchemica”, almeno per la parte autonoma dai presupposti medievali e dalle ingiunzioni iniziatiche della tradizione occulta, crea lo spazio e comincia a delineare i problemi da cui, nel secolo successivo, prenderà forma la vera e propria scienza chimica.

La critica antiparacelsiana di Boyle può essere riassunta leggendo il seguente brano:

 

“Per acquistare a se stessi la reputazione di inventori si sforzavano di mascherarli chiamandoli invece di “terra, fuoco e aria,”  “sale, zolfo e mercurio” e a essi dettero il falso appellativo di principi ipostatici. Ma quando vennero a descriverli, mostrarono quanto poco avessero capito ciò che intendevano con quei nomi, perché si trovarono in disaccordo gli uni con gli altri come con la verità che insieme negavano. Infatti essi enunciarono le loro ipotesi nello stesso modo oscuro con cui espongono i loro procedimenti ed è quasi altrettanto impossibile, per una persona assennata, trovarne il significato che per loro trovare il loro elisir.” R. Boyle

 

 

Chissà se Robert Boyle intuì

cosa sarebbe diventata la chimica?

Quanto è difficile acquistare la Vista

e quanto sono amari gli errori che tutti stiamo iniziando a pagare!

 

Vieni in nostro aiuto Signore…

siamo solo uomini…

…uomini senza Vangelo…

soprattutto questi che affronteremo adesso.

 

Gli studi di Carl Gustav Jung (1875-1961) dedicati alla tradizione alchemica occidentale fecero credere al mondo di poter svelare il senso del “lato notturno dell’alchimia”. Si tratta dei saggi raccolti nei volumi XII-XIV delle opere complete (Psicologia e alchimia, 1944; Saggi sull’alchimia, 1948; Mysterium Coniunctionis, 1955-56), nei quali lo psicologo svizzero ripercorre molti dei testi e dei temi più significativi della storia dell’arte trasmutatoria, da Zosimo alla tradizione occulta post-rinascimentale.

Nello studio sulla Psicologia della traslazione (1946, vol. XVI delle opere) Jung si è servito significativamente di materiali alchemici, e più frammentariamente in altri scritti già a partire dalla fine degli anni 20. La presenza delle tematiche alchemiche non è dunque un argomento marginale nella produzione junghiana, anche se sicuramente è uno degli aspetti più difficili da trattare nel già arduo tentativo di ricondurre la monumentale produzione dello psicologo di Zurigo alle categorie epistemologiche della scienza moderna. Il male quando agisce è sempre caparbio! Di questo aspetto Jung ne diventò consapevole quando nelle memorie raccolte da Jaffé (Ricordi, sogni, riflessioni, 1961), affermava di aver raggiunto negli scritti sull’alchimia i limiti di ciò che poteva afferrare scientificamente, il trascendente, l’essenza dell’archetipo in sé, su cui non si possono più fare affermazioni scientifiche.  

 

Nelle pagine alchemiche sugli “Studi sulla sincronicità” (1952), Jung si era posto di fronte a un problema capitale per la definizione stessa della scienza, e tuttora irrisolto perché irrisolvibile: quello del nesso fra mente e materia, il problema affrontato dagli alchimisti ed enunciato in maniera simbolica nei loro testi. L’indagine degli alchimisti viene infatti letta come compensazione inconscia dell’unilateralità del simbolo trinitario, formato da tre figure maschili, in aggiunta del “quarto” elemento simbolicamente femminile, la materia, e quindi privato dalla “tradizione” cristiana.

La tradizione è in effetti… Verità… ed è un “Qualcosa”… che il sottoscritto ha Visto chiaramente in sogno… ecco il motivo principale che mi spinge a contestare duramente le posizioni della scienza senza Vangelo.

 

Così Jung si sbizzarrisce sull’aspetto del quarto elemento, non presente nella S.S.Trinità Cristiana, ravvisandolo nell’inconscio… della coscienza individuale… e della coscienza collettiva che possono attivarsi in maniera improvvisa e disastrosa generando catastrofi.

 

E così è colpa di chi ha paura se avvengono le stragi?

 

Non vi è dubbio che il marchio della bestia sia presente anche nella filosofia!

Jung e Freud hanno rifatto un’ennesima trinità, che nel corso della storia ci ha veramente assopito allontanandoci da Cristo, diventando anche scienza dei sogni come in questo caso, e sembra davvero di poter dire che dormiamo tutti in queste becere disquisizioni: sin dall’impostazione della loro scienza, non vi è alcuna possibilità di ricerca della Verità.

 

Stavo pensando che…

sono stato accusato duramente di bibliomanzia

per aver trasposto le mie riflessioni riguardanti alcuni sogni che…

tra l’altro si sono avverati in parte,

e che rimandandomi al Vangelo

mi ha spalancato la vista nella vita reale e sul problema dell’arte

notando lo stravolgimento compiuto al 1° Comandamento.

 

Chi invece stravolge l’Essenza stessa della S.S.Trinità… lo premiate?

 

Chi invece stravolge l’Essenza stessa dell’Arte… anche questi premiate?

 

Sopporterete ancora una volta che io vi dica la mia verità?

Ha creato tanti posti di lavoro la psicologia e la psichiatria…

anche l’arte contemporanea…

per questo motivo sono state utili.

 

Sopporterete ancora una volta che io vi dica la mia verità?

Cosa me ne farei di un premio che mi legherebbe ad una catena senza Cristo?

Nulla!

 

E’ singolare la notorietà che si acquista manomettendo la Volontà di Dio: i falsi profeti sono stati tutti creduti! I traumi della coscienza… si curano con l’Amore del Vangelo di chi applica il Vangelo, ma voi avete applicato solo concetti su concetti, metalli su metalli, oro su oro, benedizioni occulte per dire a satana di essere ascoltato dal mondo per trovare l’elisir di lunga vita che vi ha abbreviato la memoria, la vista e l’udito!

 

Jung affermò che lo spiritismo può avere qualche parallelo con la psicoterapia. In “Struttura e dinamica della psiche” egli scrisse:

 

 

 

Nello spiritismo abbiamo un tentativo spontaneo dell’inconscio

di diventare conscio in una forma collettiva.

C.G. Jung

 

Anziché studiare il messaggio di Dio i professori hanno chiesto aiuto ai demoni. Mi raccomando continuate a credete nella psicologia che poi dovrà fare ricorso solo ai più potenti  uomini di Dio, agli esorcisti, per levare i demoni che non siete mai riusciti a curare!

 

Continuate a studiarli questi professori… raccoglierete cicorie!

 

Ma l’opera demolitrice di Freud e Jung non si è arrestata qui. Scientificamente non lo hanno mai saputo dimostrare, non potevano, però sono stati caparbi a promulgarlo nel mondo che la sessualità doveva liberarsi dalla schiavitù che attribuivano… a chi?

A Cristo, naturalmente!

 

Coraggio liberatevi dal complesso di Edipo…

…di Freud e di Jung!

 

Questi due grandissimi demoni che il mondo ha partorito hanno cancellato la parola fedeltà dal vocabolario! Nel nome di Freud e Jung ora avete la pseudo certezza della pseudo scienza che il sesso deve librarsi nei sogni diventando la nuova volontà perversa del mondo! Da questi insegnamenti derivano lo smembramento delle famiglie e dell’intera società:

 

DIVORZI

ABORTI

SUICIDI

E IL GIUSTIFICAMENTO PSICO-INTELLETTUALE

ALLA DOTTRINA SENZA DIO!

 

Ecco oggi possiamo chiamare le puttane, intellettuali,

e gli effeminati possiamo chiamarli professori.

 

LA VOLONTA’ DEGLI ESSERI UMANI

QUANDO SI LASCIA GUIDARE DALLA VOLONTA’ DI DIO

GOVERNA TUTTO!

 

IL SESSO DEVE STARE SOTTO LA NOSTRA VOLONTA’

SE CI ABBANDONIAMO AI SOGNI E AGLI INSEGNAMENTI

DI FREUD E DI JUNG

AVREMO UNA SOCIETA’ SEMPRE PIU’ DEPRAVATA

ALTRO CHE SCIENZA E PARASCIENZA

ALTRO CHE GRANDI CONQUISTE DEL PROGRESSO!

 

VOLEVATE DEFRAUDARE ANCHE L’ARTE

PER GIUSTIFICARE

CON QUESTE SCIENZE DI CARTONE

LE MACCHIE DI MIRO’ E DI KANDINSKY

E GLI SPIGOLI DI PICASSO?

 

 

A CHI AVETE CREDUTO PER 100 ANNI?

 

 

CHI PERDE IL VANGELO… PERDE TUTTO!

 

 

DITELO AGLI PSICOLOGI E AGLI ANTROPOLOGI

DITELO ANCHE JOSEPH CAMPBELL E AD OLIVER CLEMENT

CHE PERDENDO IL VANGELO SI PERDE TUTTO,

DITEGLIELO PER EVITARE DI CONTINUARE AD ANNACQUARE

LE MENTI DEGLI ESEGETI CHE GLI PRESTANO ASCOLTO.

 

L’ARTE E LA FILOSOFIA E LA SCIENZA SENZA DIO

SARANNO SRADICATE DALLE MENTI, DAI CUORI E DALLE MANI.

 

 

Ciò che non si può comprendere in una vita intera di meditazione senza Dio,

lo Spirito Santo può concederlo in un secondo…

altro che… “Dio non esiste”

altro che… “Dio non si manifesta.”

 

Non serve a nulla chiudere con i catenacci la Rivelazione.

L’eresia, l’anatema, quelli veri, risiedono in chi si allontana dal Vangelo:

mi è bastato bussare un paio di volte alla Chiesa

sia come pittore, sia come (profeta)

per comprendere che essa non apre le porte

a meno che non si possieda il marchio

di chi si è allontanato dal Vangelo.

Quale marchio?

Il marchio della bestia: l’ipocrisia!!!

Se ve lo dice un cristiano… cosa vi diranno coloro che non sono cristiani?

Vi diranno… “Bravi, ora ci piacete.”

Chi vi liscia il pelo ha interesse ad addormentarvi,

chi vi striglia ha interesse ha pulirvi e a lucidarvi il pelo.

La Chiesa è come un cavallo meraviglioso che galoppa nei secoli per tutti noi.

I quadretti di Picasso andate a venderli al mercato.

Giratevi intorno… la Chiesa l’hanno fatta anche gli artisti…

ma anche i profeti.

In questo trattato ho esposto solo una metà delle rivelazioni che ho ricevuto

in quanto sono io a venire verso di voi con i piedi di piombo.

Mi fido ciecamente del Papa… oggi mi fido ciecamente solo del Papa!

De Gloria olivae sarà ancor più grande di Giovanni Paolo II!

Non ci sarà più posto per la massoneria ecclesiastica:

il bene è più forte del male!

 

 

Una cosa, comunque, è chiara. Metafisica significa questo: che Aristotele cominciò con la “fisica alchemica” non soltanto con il procedimento numerico e non soltanto rinnegando la dialettica platonica per ricollegarsi a quella socratica. Che l’intuizione di Aristotele fosse notevole lo abbiamo sempre saputo e non è appartenuta soltanto a lui: acqua, aria, fuoco, terra, i quattro elementi rimandano alla medesima cognizione appartenuta ai druidi celtici, al caldeo Zoroastro, ad Ermete Trismegisto, nella trasmutazione dei quattro elementi per ricreare il mondo nel “quinto elemento”.

Non vi è alcun dubbio che Aristotele non fosse uno stregone, anzi per la prima volta la ragione crea la “struttura filosofica” e proprio questo fu il problema del mondo… la ragione sopra Dio!

 

Quanto Aristotole si sia avvicinato più di Socrate e soprattutto più di Platone alla verità… questo è…. il dibattito che ha avuto la maggior cassa di risonanza nei secoli dividendo il mondo in due:

fede o ragione?  

 

 

 

“Un'assurdità plausibile

è sempre migliore di una possibilità che non convince.”

Aristotele

 

Nulla può sembrare così assurdo quanto la rivelazione

e nulla e meno convincente della rivelazione:

poi quando si avvera cosa dite?

 

 

“Esercitare liberamente il proprio ingegno,

ecco la vera felicità.”

Aristotele

 

Come ha fatto Picasso?

 

“Sono amico di Platone,

ma lo sono ancor di più della verità.”

Aristotele

 

Niente affatto! Aristotele non mi convince!

Platone ha afferrato la verità con la medesima nostalgia di un dio vero

che hanno posseduto Fidia e Prassitele.

 

 

Aristotele….

 ‘l maestro di color che sanno

Dante lo ha posto nell’Inferno, IV:131

 

 

Se Aristotele fosse stato davvero il maestro di color che sanno… avremmo perso il nostro Maestro… che ci avrebbe ricordato che nello Stagirita di Aristotele vi sono grandissime menzogne senza fondamento che sviano da ogni verità: sono le stesse menzogne ripresentatesi oggi con Jung e Freud, che derivano proprio da Aristotele quando afferma che la potenza è la materia, e non Dio!

E’ la stessa materia intesa come quarto elemento “femminile” che hanno innalzato Jung e Freud al cospetto della S.S.Trinità.  E’ la stessa forma aristotelica intesa ad entelechia (realtà che ha raggiunto il pieno grado di sviluppo),  che Jung e Freud hanno chiamato inconscio individuale ed inconscio collettivo proponendo lo spiritismo come strumento di indagine per raggiungere la verità della più grande menzogna di tutti i tempi.

 

Soltanto un esorcista può scacciare e piegare i demoni facendogli dire anche la verità, ma voi vi siete voluti fregiare di simili attributi per innalzarvi a maestri tra i maestri… quanto tempo che ho perso nelle vostre scritture… che non saranno mai le Sacre Scritture!

 

Da qui comprendiamo come San Tommaso e Sant’Agostino si siano schierati apertamente contro la filosofia della sola ragione… smontandoli pezzo dopo pezzo… come  polipi senza colonna vertebrale!

 

Dalla trasmutazione dei metalli e dell’anima, di Ermete Trismegisto, alla trasmutazione della verità Aristotelica e Junghiana, riconosco di quanto l’alchimia,  la psicologia e l’antropologia, siano a tutti gli effetti figlie della filosofia senza Dio. Le figlie dell’alchimia a sua volta sono la chimica e l’arte contemporanea.

 

Il fine di certe nobili scienze si vedono nei frutti di 53 emergenze planetarie: un fine peggiore di questo poteva giustificare tutti i mezzi per raggiungerlo.  

 

La più grande giustizia ve l’ha resa proprio Dante, ponendovi all’Inferno già in questa vita…  ed è proprio lì che andranno tutti quelli che avete riconosciuto come i primi della terra.

 

 

 

 “ Democrito che ‘l mondo a caso pone"

Dante Inf. IV: 136

 

 

 

 

“Nulla si crea e nulla si distrugge”

Democrito

 

Nulla si crea e nulla si distrugge: questo è uno dei grandi problemi che affliggono gli esseri umani!

I demoni evocati e rappresentati in simboli dalla pratica alchemica, furono svuotati e privati di significato occulto: dalla Tavola Smeraldina alla Tavola Periodica degli Elementi della chimica moderna. La chimica nasce come scienza nel XVIII secolo, quando si registrarono quantitativamente il verificarsi dei fenomeni. Dall’insegnamento democriteo (l’uomo comprese che, prima e dopo una reazione chimica, gli atomi presenti devono essere gli stessi e nello stesso numero) la Legge di Lavoisier resta la più grande menzogna di tutti i tempi, sulla quale si fonda la scienza "nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Sono solo leggi umane!

 

Tutto può Dio!

Creare, distruggere,

e soprattutto trasformare

con il Suo Immenso Amore!

 

 

Vi siete mai chiesti come abbia fatto Democrito…

a sapere degli atomi, senza avere microscopi?

In chi avete creduto…

nello speudo-democrito Ermete Trismegisto?

Nello stregone del faraone che ritorna?

Nelle leggi di satana?

 

 

 

La Potenza E’ Solo Dio

che Tutto Può,

Tutto Sa,

Tutto Vede!

Dio ci dipinge e ci scolpisce

concedendo sostanza a tutte le “Sue Forme del Creato”

di prendere vita,  

materia,

anima.

 

Sono solo le nostre creazioni ad essere soggette all’imperfezione. Avete giocato con le parole smarrendo la VIA chiamandola Stagirita, Tavola Smeraldina, Regola d’Oro Pitagorica…. smarrendo la VERITÀ chiamandola “Uno nel serpente a cerchio” e “2+2=4 nella matematica”, smarrendo la VITA chiamandola con i due opposti di satana con i quali ha sempre governato il mondo “materia” e “inconscio” che sono i veri estremi nei quali la vita si riduce a nulla senza l’anima… senza il Vangelo.  

 

Gli alchimisti invocano, incarnano e analizzano i demoni entrando in un circuito iniziatico pensando di manovrare tutto ciò che invece manovra loro.

Il fondamento dell’alchimia che pretende di rendere perfetto ciò che è imperfetto è solo opera del demonio!

Nulla è imperfetto del creato “Forma di Dio” siamo noi che non ci siamo mai accettati e soltanto i nostri manufatti sono tali da renderci  sempre più imperfetti.

Quando vediamo uno storpio valutiamo l’imperfezione della natura, ma non valutiamo la nostra grande imperfezione di non riuscire a vedere lo storpio con il Vangelo! Proprio Dio manda gli storpi sotto i nostri occhi al fine di farci ritrovare la Vista nel Vangelo… ma gli esseri umani continuano a voler vedere con gli occhi della scienza… saranno premiati dalla scienza… non da Dio!

 

La “Tavola Smeraldina” da sempre ha innestato nella mente dell’essere umano il tarlo di concepire anche nell’albero più perfetto, una forma imperfetta corrosa nel suo interno, pervasa di formiche, di muschio di licheni! 

 

Anche Giacomo Leopardi non l’ha valutato che devono vivere anche le formiche e questi microrganismi?

 

Non vivono forse le formiche e le altre creature di Dio anche dentro l’albero più bello?

 

Che stupefacente dimora ha creato il Signore per tutte le sue creature!

L’avessimo avuta noi una casa così!

 

 

 

 “Tutto ciò che è, è male.”

 G.Leopardi

 

Se la cultura serve a dimostrare che tutto ciò che è, è male, allora è meglio restare ignoranti e il valore della vita lo si comprenderà meglio.

 

 

L’essere umano non sa di essere un vero mafioso

anche nella cultura

quando non vede Dio:

 anche alle formiche ha detto di dover pagare la tangente

espropriandole dal loro territorio!

 

Il Vangelo mette in crisi anche l’uomo più colto della storia.

 

L’ESSERE UMANO È DIABOLICO,

È MALVAGIO, È TRISTE,

È PIÙ PICCOLO ED INDIFESO DELLA FORMICA

QUANDO È SENZA DIO!

 

AL DI FUORI DELLA PREGHIERA NON ESISTONO

SCIENZE ESATTE

E’ SOLO QUESTA L’UNICA GRANDE VERITA’

DI TUTTI I TEMPI!

 

ORA CHIEDETELO

A PITAGORA

AL TRISMERMETE

A DEMOCRITO

AD ARISTOTELE

A JUNG E A FREUD

A MARX

A PICASSO

AD EINSTEIN

E A TUTTI I VOSTRI PROFESSORI

DI VENIRVI A SALVARE

DALLE EMERGENZE PLANETARIE!

 

MATEMATICAMENTE

VI DIRANNO

CHE SIETE GIA’ MORTI!

 

CHI HA DESIDERATO SUBLIMARVI IN ORO

VI HA RESO

MERDA D’ARTISTA!

 

 

DOVRESTE

FINALMENTE

COMPRENDERLO

CHE L’ARTE MODERNA

NON E’ ARTE!

 

 NON BASTERA’ ANDARE DALL’OCULISTA

PER RIACQUISTARE LA VITA

COSI’ COME NON BASTERA’ ALLA MASSONERIA

MANOMETTERE ANCHE IL VANGELO

PROPONENDO UN LORO SAN TOMMASO:

RESTERANNO SCHIACCIATI SOTTO

LA PIETRA D’ANGOLO CHE HANNO SCARTATO!

 

Il vangelo apocrifo di Tomaso, è uno dei codici in lingua copta contenenti i testi gnostici noti come i Testi di Nag Hammadi – circa una cinquantina -, scoperti nel 1945, pubblicati e diffusi solo nel 1972. Tale vangelo è stato adoperato per riformulare e rinvigorire la simbologia massonica. Attenti alla pietra d’angolo esposta dai massoni per i loro fini, chi lo pratica questo fine, ne resterà sfracellato, come accade a tutti coloro che si applicano al male e alla magia!

 

 

DESIDERATE VEDERLA DAVVERO L’ARTE SACRA?

 

ECCO L’ARTE SACRA!!!

 

 

 

 

        

L’incredulità di San Tommaso del Verrocchio e del Caravaggio

 

  “Mettete il dito nel costato… uomini di poca fede…

CHE GLI ARTISTI INSEGNANO ANCORA IL VANGELO

…certe volte lo sanno fare meglio di chiunque altro.”

 

                  

“La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo...

Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà”

Vangelo di San Matteo 21: 42-44

 

Di questa parabola Sant’Agostino ne farà un’analisi che lo condusse all’Arte.

Non fatevi dunque confondere né dalla massoneria, né dall’antropologia

né dall’alchimia, né dalla psicologia, né dai picassi,

che insegnano nelle università la loro ipocrita e pericolosissima multicultura:

ecco cos’è la Pietra d’Angolo espressa nel Vangelo per Sant’Agostino

fidatevi ancora dei Santi… in questo sito:

http://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_490_testo.htm

 

 

L’ARTE SACRA NON E’ L’ALCHIMA:

E’ IL FARE DELL’ARTISTA

CHE HA DIO NELLA MENTE

NEL CUORE E NELLE MANI.

 

 

 

 

 

“Le tartarughe, in fatto di strade, ne sanno più delle lepri.” 

K. Gibran

 

 

San Michele Arcangelo Di Guido Reni

 

MAGO ERMETE TRISMEGISTO

 

LA MIA FEDE TI FA TRISTO

 

A TE E A PICASSO VI CONQUISTO

 

QUANDO D’OGNI COSA FATE UN MISTO

 

L’ARTE SACRA È SOLO IN CRISTO

 

NELLA FORZA NON DESISTO

 

LASCIATE IN PACE CHI V’HA VISTO

 

VIA DI QUI CHE VI RESISTO!

 

PicassossaciP

 

Se alla S.S.Trinità ((che Ho Visto)) Freud e Jung  Gli hanno appioppato una quarta entità femminile, “la materia - l’inconscio”… per dare l’ultima vampata alchemica sulla Verità… siamo davanti alla più grande dottrina anticristiana di tutti i tempi, che unitesi al marxismo e alla follia scientifica ci consegnano all’Inumanesimo.

 

La Madre di Dio E’ la Madre Umana di Gesù: la Vergine, l’Antimateria, la Coscienza, il Primo Tramite con la S.S.Trinità. 

Anche da questo segnale abbiamo la conferma che la donna è stata calpestata! Frullata! Poi gettata nel calderone con tutto il resto! In questo immenso minestrone ognuno galleggia come può!

Ecco cos’è il progresso senza Dio!

 

Le dottrine di Freud e Jung ve le hanno ficcate con un calcio nella bocca facendovele ingoiare a suon di libri e di  riviste, di trasmissioni televisive e di presentazioni universitarie: tutto il sapere è stato riscritto secondo gli insegnamenti di questi due profeti immondi dell’antivangelo… da Cristo a Bernardo di Chiaravalle … da Leonardo a San Pio…. avete dissacrato tutto!

 

 

“Il demonio è come un cane alla catena,

se ti avvicini troppo ti morde.”

San Pio

 

Dio ci Vuole tutti salvi!

Diversamente ci Abbandonerà

proprio dove noi vogliamo

essere abbandonati,

 nella braccia  del nostro ingannatore,

nelle braccia di maghi, fattucchieri e stregoni,

nelle braccia dei falsi profeti

della religione e della filosofia

della scienza e dell’arte,

nelle braccia della infamante retorica colta

della politica e dell’antropologia

della sociologia e della psicologia,

nelle braccia del lusso sfrenato

dove i vizi ci trasformeranno in demoni.

 

“Il campo della lotta tra Dio e satana

è l’anima umana.”

San Pio

da Un pensiero al giorno: 31 maggio.

 

Un Santo non è forse l’esatto opposto di una forma dell’anticristo? “Forma di Dio” concreta, reale, vivida, grandiosamente giusta, grandiosamente bella.  

I Santi esistono! Darli in pasto agli antropologi, agli psichiatri, ai politici, ai filosofi, è cosa oltremodo scomoda per questi signori… perché poi si fanno male sul serio!

 

Non faccio a tempo a nominarli… che i Santi arrivano in aiuto… questo e tanto altro… mi disse San Pio incarnato nella mia stanza il 17 ottobre del 2004 senza che io gli chiesi nulla… mi fece sorridere dicendomi: “Chi è al potere dura sempre poco, di conseguenza tutti coloro che lo rincorrono, inciampano, cadono, ruzzolano, rompendosi la testa e le corna che satana gli ha prestato!”

 

Ora facciamo finta che i Santi non esistono o che siano da evitare, magari anche da martirizzare nuovamente in quanto “malati mentali d’amore” e così ci ritroveremmo nella condizione di lasciare il mondo in mano ai politici, ai filosofi, agli scienziati, e a qualche artista ribelle,  ebbene, avremmo una realtà di soli uomini, che pensano, che parlano e che agiscono soltanto da uomini… ovvero la realtà di oggi… che è stata minata nel profondo dall’azione del maligno.

 

E’ una gioia immensa per me piccola formica, portare il mio nome di battesimo! Se mi chiamassi Fuffy o Rambo mi rivolterei contro i miei genitori dicendo loro: << Mi avete messo un nome da cane? Ribattezzatemi e chiamatemi da cristiano!>>

 

Ecco…oggi accade anche questo… e non sappiamo più se stiamo parlando con un cane o con un essere umano.

I nomi, anche questi appartengono all’ “impero delle forme” così come vi appartengono tutte quelle sigle massoniche politico-militari,  farmaceutiche-alimentari e quant’altro.

 

 

 

 

“Mi affretto a ridere di tutto e di tutti, per la paura di essere costretto a piangerne.”

Pierre Augustin Caron de Beaumarchais

 

 

Tutto ha una “Forma” perché  tutto ha un “Fine!”

 

L’aereo è appuntito per fendere l’area, la sedia è ad altezza di ginocchia per poterci sedere, le piante hanno le radici per potersi nutrire, gli esseri umani hanno la mente per poter pensare… e qui si annidano i demoni… i tarli. Gli esseri umani hanno anche il cuore per poter pompare sangue alle arterie e ai capillari, ed in senso più profondo hanno il cuore per amare… e qui si annidano le passioni… anche qui ci sono i demoni. Come dobbiamo fare?

 

Tutto ha una “Forma” perché  tutto ha un “Fine!”

 

LA FORMA DELLE FORME E’ SOLO IL VANGELO… ecco come possiamo fare!

 

La “Forma”resta immutabile, ma cambia il “Fine” che è mobile… veloce… insinuante… come l’azione del demonio.

Anche il Signore sa essere rapido… molto più rapido di satana ed infatti può folgorarci… come è accaduto al persecutore dei cristiani… che cadendo da cavallo è diventato San Paolo.

 

Perché esistono i miracoli?  

Perché esistono gli indemoniati?

Vi sono forze superiori che agiscono attraverso la nostra volontà di prestare servizio all’uno o all’altro consiglio, angeli o demoni: fin quando non chiameremo la Forza… fin quando non chiameremo Cristo… al posto suo verrà subito la bestia… e non riconosceremo i nostri errori… la nostra superbia… la nostra lussuria… la nostra accidia… la nostra avarizia… la nostra gola… la nostra ira… la nostra invidia.  Noi ci difenderemo e ci scuseremo sempre dei nostri errori con la nostra sola ragione… non lo sapremo mai cosa facciamo… pur continuando a far male e ad uccidere.

 

Le “Forme naturali di Dio” sono assolutamente riconoscibili, ma la maggioranza delle “Forme prodotte dall’uomo” sono a tutti gli effetti  “Forme dell’anticristo” che continuate a non volerle vedere, anzi, le attribuite grandi imprese… e la chiamate cultura… e la chiamate arte… e la chiamate scienza… e la chiamate politica… e la chiamate anche fede.

 

Il mare è sia calmo che agitato o uragano: dunque cambia  forma!

Dunque la forma non resta immutabile!

Chi la cambia questa forma?

Il vento?

Certo!

E il vento chi lo muove, i meteorologi?

Ci rendiamo conto che siamo ridicoli senza Dio?

 

Credete davvero che io ne sappia più di voi e voi più di me?

Tutto può cambiare forma… tutto… anche i volti umani possono cambiar forma quando non c’è Dio nelle loro menti, nelle loro mani, nel loro cuore.

 

Ciò ribalta ogni nostro concetto… perché tutti i concetti filosofici sono solo supposizioni della sola ragione umana.

 

Dio può cambiare la forma a tutte le “Sue Forme” può stravolgere l’intera Creazione e le nostre insignificanti supposizioni di saper  cosa? Cosa sappiamo noi esseri umani?

 

Siamo deboli senza l’Amore del Padre Nostro, siamo cattivi senza la Sua Luce, siamo ribelli senza il Suo Calore! Siamo brutti senza il Suo Consiglio!

 

Dio può cambiare  la forma a tutte le “Sue Forme”!

 

Dio Può Tutto!!!

 

Soltanto la “Sostanza” della forma” o “Essenza” della forma… è immutabile, chiara, precisa.  Altrettanto chiara e precisa diventa l’antiessenza della forma, tanto ricercata da quella quint’essenza degli alchimisti,  dei massoni, dei satanisti… con l’intento di trasmutare tutta la creazione.

 

L’ “Essenza” della forma parla e se hai fede in Dio la vedi meglio, la vedi esattamente per quella che è:

“Forma bella” e “Forma brutta” cioè “Essenza del bene” ed “Essenza del male”.

 

“Tutto ciò che viene privato della sua libertà

perde sostanza e si spegne rapidamente.”

E. Manet

 

Già… la sostanza… quella che parla attraverso la forma… se la libertà di Picasso ha fatto possedere quelle forme a tutta l’arte del Novecento…è talmente evidente che la sostanza era proprio di quella forma… chiamata anche “Merda d’artista.”

 

Già… la sostanza… quella che parla attraverso la forma, quella che l’Arte riesce a cogliere, alle volte integralmente, per via misteriosa:  Edward Manet oltre a dipingere magistralmente con un piede nel classico e l’altro piede nel moderno, sembra che parli anche molto bene, non è un caso che sia l’ultimo genio della Pittura soffocato con sofismi e cubismi arcaici fasullamente rivoluzionari.

 

Ve ne sarà mai libertà senza amor per Dio?  Ve ne sarà mai sostanza senza la vera libertà?

Privando l’arte contemporanea di ogni libertà verso “le forme di Dio” ne è stata privata la sostanza,  la verità, privando così tutto ciò che l’Arte da sempre ha saputo cogliere più speditamente della filosofia e della scienza.

 

 

Guernica è “Forma brutta”!

La Gioconda è “Forma bella”!

La bomba atomica è “Forma brutta”!

La penicillina è “Forma bella”!

Il Capitale di Marx  è “Forma brutta”!

La Divina Commedia è “Forma bella”!

 

 

Soltanto i prodotti imperfetti ed incompleti creati dall’uomo sono soggetti alla regola delle apparenze, della “Forma bella” e della “Forma brutta” che a buon diritto meritano di essere scrutati per coglierne la Sostanza, l’Essenza.

 

Un essere umano per quanto brutto, malato e cattivo possa essere, non è mai forma brutta… il Creatore l’Ha Dipinto e Scolpito e gli Ha Concesso il grande dono del Libero Arbitrio.

 

L’essere umano è sempre la “Migliore Forma di Dio.”

L’Umanesimo Universale è sempre esistito,

per chi ha visto se stesso nella libertà di Dio.

 

Qui si conclude il mosaico immondo,

che mi ha sottratto tanto tempo,

ma nel prossimo capitolo

ricompongo le tessere del mosaico stupendo,

terminando questo trattato con la volontà di rinascere

con la forza che ci hanno tramandato

San Pio e Giovanni Paolo II.